«Il modello dell’impresa che punta solo al profitto va cambiato perché uccide»
Il leader della Cgil Landini esprime «preoccupazione» per i mancati investimenti per la Calabria come l’Alta Velocità e critica la legge della Cisl sulla partecipazione

LAMEZIA TERME «Non è un caso isolato, ma il frutto di un sistema che ha messo il profitto sopra la vita, con appalti e subappalti al massimo ribasso che scaricano la responsabilità e comprimono sicurezza e diritti. Proprio per questo uno dei quesiti referendari chiede che la responsabilità di chi appalta resti piena e non delegabile. La logica dell’appalto e dei subappalti al massimo ribasso determina le condizioni della morte: al centro non c’è la sicurezza ma il profitto. Questo modello di fare impresa va cambiato perché è un modello che uccide». Lo ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini ospite questa mattina di “Buongiorno Regione” del Tg3 Calabria, commentando l’ultimo tragico incidente sul lavoro in Calabria. Tanti i temi affrontati da Landini, che ha ribadito l’apprezzamento invece per quanto sta avvenendo nel cantiere del Terzo Megalotto della Statale 106 a Villapiana, che il segretario della Cgil ha visitato ieri pomeriggio: «L’impresa sta funzionando perché lì – ha spiegato – hanno fatto scelta opposta, lì non ci sono subappalti infiniti. Ci sono contratti regolari, turni di 8 ore, sicurezza al centro e un rapporto diretto con i rappresentanti dei lavoratori, c’è una cura e la qualità al lavoro, e questo determina anche la qualità dell’opera. Landini ha poi espresso «preoccupazione» per mancati investimenti per le infrastrutture in Calabria, come l’Alta Velocità, e per il ritardo nell’uso dei fondi europei. Un passaggio anche sulla sanità, da parte di Landini, che ha ricordato come «si è fatto ricorso ai medici cubani ma anche questa soluzione è a termine. In Calabria c’è un problema di investimento molto grande che riguarda sia la Regione sia il governo, con un rischio di idea di privatizzazione che non va bene». Sulle questioni salariali e contrattuali, Landini ha ribadito la distanza dal governo: «L’inflazione negli ultimi due anni ha superato il 18%, la proposta di aumento del 6% significa accettare una riduzione programmata del potere d’acquisto. Non possiamo firmare contratti che lasciano indietro lavoratori della sanità, della scuola, della pubblica amministrazione, costretti già oggi a stipendi tra i più bassi d’Europa». Non è mancata da parte di Landini una critica alla recente legge sulla partecipazione aziendale: «Una norma scritta – ha sostenuto Landini – senza confronto, che dà tutto il potere alle imprese. Noi – ha detto il segretario della Cgil – continuiamo a chiedere una legge vera sulla rappresentanza e un salario minimo sotto cui nessuno possa essere pagato». Infine, sui referendum Landini ha chiarito: «Non è questione personale o politica. È il tentativo di cancellare leggi che in vent’anni hanno precarizzato il lavoro e reso la vita impossibile a milioni di giovani e lavoratori. Se raggiungiamo il quorum, il giorno dopo milioni di persone avranno finalmente diritti in più. Non si vota per un partito, si vota per il proprio futuro». Ieri Landini ha fatto tappa a Villapiana sul cantiere del terzo Megalotto Ss 106 e a Cosenza, dove ha incontrato l’arcivescovo Checchinato per un confronto sui temi del referendum e infine ha tenuto un comizio sempre sui temi della campagna referendaria: oggi seconda e ultima giornata della visita di Landini in Calabria, con incontri nel Cosentino, a Catanzaro all’Università e infine nel Reggino. (c. a.) (Nella foto Landini al comizio in piazza ieri sera a Cosenza)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato