Tutto iniziò il 27 maggio 2013 allorché il Corriere della sera pubblicò una lettera di una certa (a quei tempi non si sapeva nulla di lei) Francesca Immacolata Chaouqui, allora trentenne calabra, direttrice delle relazioni esterne di una multinazionale, che aveva inviato una lettera al giornale milanese (firmandosi @FrancyChaouqui) che la pubblicò in bella vista.
In essa la scrivente parlava dell’omicidio di Fabiana Luzzi, una ragazza di 16 anni di Corigliano; delitto efferato, fatto dal fidanzato Davide Morrone che la uccise e la bruciò, ricevendo una condanna, in primo grado, a 18 anni di carcere.
Commentando il femminicidio la Chaouqui scrisse fra l’altro: «Dalle nostre parti si fa voto a San Francesco di Paola per avere un maschio, in Calabria tutte le donne vogliono un figlio maschio, ancora oggi. Se nasci femmina la tua stessa venuta al mondo disattende la volontà di chi dovrebbe amarti incondizionatamente ma nonostante questo la Calabria è una terra matriarcale, sono le madri a indirizzare le famiglie, a aiutare i figli nelle scelte e anzi spesso a decidere per loro […]».
Apriti cielo! Quella dichiarazione provocò molte reazioni in regione. Ma Francesca Chaouqui fece parlare di sé per altri motivi. Ossia, per gli intrighi del Vaticano di cui pare lei fosse informata e forse anche partecipe.
Francesca Chaouqui è nata 42 anni fa a San Sosti da madre italiana e da padre francese di origine marocchina, laureata alla Sapienza di Roma, e sposò Corrado Lanino, un informatico che ha lavorato a lungo nella città del Vaticano.
Essa era, e forse lo è ancora, bene introdotta nella Roma laica e papalina. Fece parte di “Vedrò” il think net che faceva capo a Gianni ed Enrico Letta. Vantava amicizie variegate, tra cui quella con Mario Sechi, già direttore de “Il Tempo” (ora dirige “Libero”). I rumors del tempo sostenevano che era molto amica, “quasi una figlia adottiva”, di un’influente nobildonna romana, la contessa Marisa Pinto Olori Del Poggio, ambasciatrice a disposizione della Repubblica di San Marino pressola Santa Sede.
Dunque, per farla breve, la Nostra Francesca sarebbe entrata in tutti “i veleni” vaticani degli ultimi decenni.
Nel 2015 venne arrestata per aver passato documenti riservati a due giornalisti italiani. Fu l’inizio di Vatileaks 2. La sentenza del 2016 la condannò a dieci mesi con pena sospesa.
Ora, secondo una nuovissima accusa, Chaouqui avrebbe tentato di influenzare uno dei testimoni chiave del processo al cardinal Becciu, monsignor Alberto Perlasca, inducendolo a ritrattare o modificare la propria versione dei fatti. Non solo: avrebbe anche cercato di orientare le dichiarazioni di altri soggetti coinvolti nel procedimento, offrendo denaro e vantaggi in cambio della loro collaborazione. Le accuse sono gravi, tanto più perché inserite nel contesto di uno dei più clamorosi scandali finanziari nella storia recente della Santa Sede.
Il sito mowmag, che la chiama “Papessa”, sostiene che frequenta Fedez e che ha fondato, nel 2023, insieme a Marco ”Morgan” Castoldi (il cantante n.d.a.) la società Morgandoc.
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