Cardiologo «al servizio dei Grande Aracri»: condanna definitiva per Sestito
Ricorso giudicato «inammissibile» dalla sesta sezione. Dovrà risarcire l’imprenditore Giovanni Notarianni

CATANZARO Ricorso «inammissibile» e quindi condanna definitiva. Lo ha deciso la Corte di Cassazione (sesta sezione) che ha giudicato la posizione di Alfonso Sestito medico ritenuto dall’accusa «al servizio della cosca Grande Aracri», condannato definitivamente alla pena di 7 anni e 4 mesi. Si tratta peraltro di una pena già rivista al ribasso dai giudici della Corte d’Appello di Catanzaro che avevano escluso l’accusa di «associazione mafiosa», delimitandola in «concorso esterno», rideterminando la prima condanna inflitta di 8 anni e 6 mesi. Sestito oltre alle spese processuali (pari a 3mila euro) dovrà risarcire l’imprenditore Giovanni Notarianni (difeso dall’avvocato Michele Gigliotti) parte civile in qualità di persona offesa privata e di rappresentate legale di Alberghi del Mediterraneo, con 3.686 euro.
Le accuse
Secondo quanto emerso, dunque, Sestito era divenuto il terminale economico della cosca prima finanziando da esterno taluni investimenti immobiliari operati dalla Camelia srl, società riconducibile ai Grande Aracri, poi assumendo la formale veste di socio, in proprio o tramite la moglie, sia della Camelia srl che della Domus Re Consulting srl; infine, esercitando direttamente i poteri decisionali e gestionali all’interno del villaggio San Franciso.
Gli incontri al Gemelli
Secondo quanto emerso dalle indagini «l’attività professionale dell’imputato fungeva anche da copertura per incontri “riservati”, assicurando di tal guisa ad esponenti apicali del sodalizio di poter usufruire di locations idonee ad affrontare tematiche d’interesse della consorteria». In parole povere al Gemelli si tenevano incontri tra il boss e i suoi sodali. (g.curcio@corrierecal.it)