Pirossigeno, Piro: «Impresa da ricordare. Lo sport in città non è solo il Cosenza calcio»
Il vicepresidente: «La salvezza davanti a tutti quei tifosi? Una grande emozione. In tanti si stanno avvicinando al futsal, puntiamo in alto»

COSENZA La sfida salvezza andata in scena martedì scorso al palazzetto di via Popilia resterà impressa nella memoria dei giocatori della Pirossigeno Cosenza e di chi, da anni, alimenta con passione questa avventura nel mondo del futsal. I rossoblù hanno compiuto una vera e propria impresa, ribaltando il 3-1 dell’andata contro il Vinumitaly Petrarca e conquistando una salvezza in serie A dal sapore epico.
A trascinare la squadra di mister Ibañes è stato il calore travolgente degli oltre mille tifosi presenti sugli spalti con cori, bandiere e stendardi di solito presenti allo stadio “San Vito Marulla” durante le partite del Cosenza calcio. Tra questi, anche uno striscione eloquente: “Guarascio Vattene”, messaggio diretto all’attuale patron della squadra silana, con cui la tifoseria è da tempo in rotta.
Una serata carica di emozioni, che ha avuto un sapore speciale soprattutto per Gaetano Piro, vicepresidente della Pirossigeno Cosenza e tra i principali artefici di questo progetto. Il suo nome è da anni legato a una delle più solide realtà indipendenti italiane nel campo della produzione di Gas Tecnici, Medicali e Speciali, con importanti divisioni dedicate all’Industria e alla Sanità. Abbiamo parlato con lui ad appena 48 ore dall’impresa.
Quanto l’ha emozionata la partita di martedì scorso?
«Molto, paragonabile all’emozione che ho avuto quando ci siamo andati a giocare a Salsomaggiore l’accesso alla serie A. C’era il timore di perdere la categoria, anche per l’investimento e la passione che stiamo mettendo in questo progetto. Ovviamente, sarebbe stata una sconfitta, un passo indietro, ma, ci tengo a sottolinearlo, ci eravamo preparati per entrambe le direzioni. La retrocessione non avrebbe intaccato o ridimensionato il nostro progetto di crescita. Ora il nostro piano di sviluppo può procedere ulteriormente, porteremo la massima serie nel PalaPirossigeno di Rende. Uniremo entrambi i progetti: avere una casa e portare la serie A in quel bellissimo posto».
Mantenere una squadra in serie A non è affatto semplice.
«La fatica è tanta, come gli investimenti. Per fortuna non siamo da soli. In questi anni ho lavorato per creare una rete di impresa perché, purtroppo, lo sport dilettantistico non può sopravvivere se non ha imprenditori o aziende che credono nel settore come mezzo di divulgazione dei propri brand. Ho trovato degli amici, delle persone che si sono avvicinate nel corso degli anni e con cui abbiamo consolidato un’asse importante. Stiamo stimolando delle persone a investire in questo progetto, diverse aziende sono pronte a darci una mano. Il cammino è meno faticoso di quello che è stato fino a ieri. Grazie a Dio, oggi con il nostro lavoro ci stiamo facendo conoscere e stiamo entusiasmando. È fondamentale il feedback positivo di persone per bene che vogliono fare qualcosa per il nostro territorio. Lo dico da sempre, io appartengo a questa terra e devo fare qualcosa per lei».
La sua azienda è sul mercato da oltre 50 anni. Come nasce questa passione per il futsal?
«Siamo annoverati tra le imprese storiche della Camera di Commercio di Cosenza. Siamo un’azienda chimica, lavoriamo nel farmaceutico, abbiamo la produzione secondaria dell’ossigeno medicinale, ma siamo diversificati in tanti settori. La passione per questo sport nasce da mio padre Eugenio, che è il presidente. Si è innamorato del futsal, inizialmente è entrato come sponsor di questa società, ma poi, con il salto di categoria, si è accollato lui questa incombenza. Io sono entrato per amore di mio padre, lo sport lo aiuta ad essere attivo fornendogli tanti stimoli. Lui mi ha dato tutto, e io do tutto per questo progetto che col tempo ha appassionato anche a me. Abbiamo individuato lo sport come un canale preferenziale con cui far conoscere la nostra attività aziendale. Ripeto, voglio fare qualcosa di importante per il territorio e per i nostri giovani».
È inevitabile la contrapposizione con il calcio. Martedì sugli spalti c’erano tanti gruppi ultrà che seguono da anni il Cosenza.
«Credo che i tifosi del Cosenza calcio siano stati mossi dalla voglia di supportare una società sportiva che rappresenta la città. Per me i tifosi non appartengono a nessuno se non al territorio, come anche la mia società sportiva appartiene a Cosenza e alla Calabria. Quando sento dire che i tifosi del Cosenza calcio sono venuti al Palazzetto di via Popilia, mi viene da pensare semplicemente che abbiano scelto di supportare un progetto che stiamo portando avanti con umiltà e sacrifici. Oggi Cosenza è diventata una delle migliori piazze sportive del futsal nazionale, la gente dovrebbe essere fiera di tutto questo. Poi, tra l’altro, ci stiamo prodigando per fare in modo che Cosenza sia rappresentata anche negli sport indoor, che, secondo me, non sono secondari al calcio. Tendo a dissociarmi dal concetto di calcio come unico sport d’élite. Finora siamo stati abituati ad avere solo il Cosenza calcio, è sbagliato a mio avviso».

Però non posso non chiederle cosa ha pensato quando sugli spalti è spuntato lo striscione “Guarascio Vattene”.
«Ci ha colto un po’ di sorpresa, non ci aspettavamo che i tifosi utilizzassero quel momento per fare quel tipo di protesta. Ma, evidentemente, la loro rabbia li ha portati a questa scelta. Ci tengo però a dire che è stata una loro iniziativa. Io sono di Cosenza e quindi tifo per il Cosenza calcio, anche se si tratta di uno spot che mi ha deluso. Ciò che facciamo oggi con la Pirossigeno mi stimola molto di più. Ripeto, stiamo portando avanti un progetto indoor per arricchire il territorio di una presenza di sport alternativi. Ma non vogliamo essere la contrapposizione al calcio, semmai puntiamo a diventare una scelta in più per i tifosi di Cosenza».

Come ha ricordato lei, l’anno prossimo vi sposterete a Rende per giocare le vostre partite. Come mai non più Cosenza?
«Tra le due strutture ci sono delle nette differenze, anche di capienza e visibilità. Il palazzetto dello sport di Cosenza, come tanti altri in disuso da tempo, appartiene a una concezione di sport poco moderna. È progettato per discipline come basket e pallavolo. Noi abbiamo l’obbligo di utilizzare un piano di gioco che sia 40-20 e solo il palazzetto di Rende può darci questa possibilità. Inoltre, per poter disputare le finali, dobbiamo garantire una capienza superiore ai mille posti a sedere. Ecco spiegato perché Rende è la scelta più giusta per far sviluppare il nostro progetto sportivo. Cosenza, purtroppo, non ha strutture con le caratteristiche giuste. Se un domani la città si doterà di un palazzetto innovativo e più performante, può darsi che proveremo a gestirlo. Per ora andremo a Rende, ma tengo a precisare che per me non esistono confini, appartengo alla provincia di Cosenza e alla Calabria intera. Io sono orgoglioso di essere calabrese, spostarmi a Rende non cambia nulla».
Cosa si sente di promettere ai tifosi per la prossima stagione?
«Lo scorso anno avevo l’obiettivo di raggiungere i playoff. Non ci sono riuscito per svariati motivi, quindi quest’anno mi sento di dire che voglio una salvezza più rapida. Poi, se possibile, sarebbe bello riuscire a raggiungere i playoff. Lo scopo principale è migliorare le nostre performance nel campionato nazionale per poi provare a giocarci un posto scudetto».
Un progetto ambizioso.
Io sono soprattutto un tifoso della mia squadra e devo avere degli obiettivi importanti, se mancano gli stimoli non si va avanti. Noto che sta aumentando il bacino dei nostri supporter, credo perché intravedono in noi qualcosa che unisce. Noi cercheremo di portare la Pirossigeno in alto evitando di commettere gli stessi errori dello scorso anno. Nel prossimo campionato giocheremo di venerdì sera, ciò consentirà a tante persone di poter essere presenti alle nostre gare. Presto arriverà anche un nuovo mister di alto livello».
Ovviamente non ci anticipa il nome.
«No, ma presto lo annunceremo».
(f.veltri@corrierecal.it)
(Foto Michele De Marco – Pirossigeno Cosenza)
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