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Habitat marini in salute, ma minacciati dai liquami: i dati di Tecna Acoustic a Capo Vaticano

Dati positivi per il coralligeno e la Posidonia oceanica, ma rischi potenziali derivanti da pesca e torrenti. Presentati a Bivona i dati del progetto dell’Ente Parchi Marini

Pubblicato il: 14/06/2025 – 9:41
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Habitat marini in salute, ma minacciati dai liquami: i dati di Tecna Acoustic a Capo Vaticano

VIBO MARINA Habitat sani e in buone condizioni, ma con potenziali minacce dovute alle attività di pesca e, soprattutto, ai liquami trascinati dai torrenti. Sono stati presentati ieri, nella sede di Bivona dell’Ente Parchi Marini Regionali, i primi risultati parziali riguardo lo stato di salute dei fondali di Capo Vaticano, monitorati tramite il progetto Tecna Acoustic che mira a raccogliere dati sulle condizioni del coralligeno e della Posidonia oceanica. Un patrimonio naturalistico che giace sui fondali della Costa degli Dei ed è tutelato dalla Convenzione di Barcellona. Il progetto, finanziato con fondi Pnrr e dal National Biodiversity Future Center, è realizzato dall’Ente Parchi Marini Regionali, in collaborazione con il Consiglio Nazionale Delle Ricerche.

Il progetto durerà fino ad ottobre

Il monitoraggio è iniziato nel 2024 e continuerà fino a ottobre 2025, quando si avranno i risultati definitivi delle ricerche. Saranno utilizzate tecnologie avanzate che restituiscono informazioni ambientali geo referenziate e dettagliate. In particolare, nei primi mesi sono stati utilizzati strumenti geo acustici per la mappatura dettagliata degli habitat. Si è poi passati al visual census per la definizione dello stato di salute di Posidonia oceanica e ai transetti Rov per quanto riguarda il coralligeno. L’obiettivo del progetto è quello di determinare le condizioni attuali dei fondali, individuare le potenziali minacce e prevedere già in partenza strategie per la conservazione e la tutela di un patrimonio dall’immenso valore naturalistico.

Progetto in itinere, ma per ora condizioni dei fondali buone

«Il progetto è ancora in itinere, quindi i risultati finali li attendiamo tra qualche mese» spiega Luciana Muscogiuri, biologa marina e consulente scientifico per il progetto. «Sicuramente quello che abbiamo trovato è un posidonieto non estesissimo ma in buona salute, con alcune forme di impatto che sono ancora in corso di analisi. Questa è un’informazione ottima perché conferma la qualità ambientale del sito». Per quanto riguarda il coralligeno «anche questo non molto esteso ma con alcune forme di impatto derivanti per lo più dall’attività di pesca». Come, ad esempio, attrezzi persi e lenza aggrovigliata (come da foto) ai fondali. Dati – ci tiene a sottolineare la biologa – ancora parziali: «Quello che stiamo facendo è raccogliere informazioni rispetto a tutte le forme di impatto provenienti da terra, Qui sappiamo di avere le fiumare che portano nutrienti, ma a volte anche inquinanti dell’entroterra. Stiamo analizzando questi impatti, la fruizione della costa, del fondale, le aree più o meno frequentate, le tipologie di pesca che si svolgono. Sono forme di impatto che devono essere individuate con certezza perché l‘obiettivo finale del progetto è trovare delle misure di conservazione che possano permettere la fruizione del sito». Un modo per tutelare flora e fauna marina manche «perché è molto importante per le comunità locali continuare a utilizzare i loro territori».

I progetti dell’Ente Parchi Marini

«Questo è solo uno dei tre progetti che stiamo realizzando» spiega Raffaele Greco, commissario dell’Epmr. Oltre al progetto mirato sui fondali di Capo Vaticano, si stanno portando avanti il progetto Edipo, che monitora «lo stato di salute di ben 10 zone a conservazione speciale relativo all’habitat prioritario della Posidonia oceanica» e un altro progetto «con cui stiamo realizzando i campi di ormeggio per le imbarcazioni». In particolare, quest’ultimo serve «a confermare alcune delle misure di conservazione che noi abbiamo individuato nel piano di gestione della zona e a verificarne l’efficacia». I campi di ormeggio sono, tra le altre cose, previsti proprio a Capo Vaticano dove «ci sono una serie di criticità che sono state evidenziate e per cui dobbiamo intervenire nella futura pianificazione. Noi quest’anno partiremo con i piani integrati dei parchi insieme alle amministrazioni locali. Sono necessari perché c’è obiettivamente un problema di tutela e di protezione della risorsa: prevediamo di procedere con una zonizzazione e di prendere fortemente in considerazione gli impatti che provengono dalla terraferma che costituiscono il vero problema».

Cosentino: «La Regione è impegnata a tutelare l’ambiente»

Criticità di cui è consapevole anche la Regione, impegnata in prima fila a tutelare il patrimonio naturalistico calabrese. «L’obiettivo è che la conoscenza del territorio sia la base affinché questo diventi fruibile e motivo di attrazione di un turismo sostenibile ma anche per i tanti calabresi che vogliono investire qui». A fare le veci della Regione Roberto Cosentino, dirigente del dipartimento regionale ambiente, che spiega come la Giunta regionale abbia scelto in modo strategico di sostenere e puntare su progetti a tutela del mare calabrese. «La natura non deve essere solo tutelata e garantita, ma anche rappresentare un’occasione per lo sviluppo di questa terra». Affinché sia vettore di sviluppo e turismo, l’ambiente va in primis preservato: «Lo stiamo facendo cercando di tenere insieme mare e montagna. Abbiamo la Rete Natura 2000 che unisce tutte le realtà naturalistiche calabresi, ma in particolar modo i Parchi Marini e il Parco delle Serre sono i nostri bracci operativi che ci consentono di arrivare nelle case dei cittadini calabresi. Il patrimonio naturalistico non deve essere più solo a panaggio degli addetti lavori, ma deve essere conosciuto da tutti quelli che vivono a Calabria e che vogliono venire qui». Le minacce per il mare arrivano, soprattutto, dall’entroterra, tramite scarichi abusivi e torrenti inquinati. Un problema a cui lo stesso governatore Occhiuto ha dichiarato battaglia tramite droni e controlli a sorpresa. «L’attenzione su questo è veramente molto alta. Anche a livello comunicativo cerchiamo di trasmettere un messaggio, passatemi il termine, educativo, che non sia solo quello della repressione, ma di dare valore a quello che abbiamo. Inoltre c’è tutta l’attività di natura amministrativa e tecnica con interventi sui sistemi depurativi e sui rifiuti che la regione ha messo in campo e che sono sicuro daranno frutti. Su questi investimenti i risultati non sono mai immediati, ma siamo nella direzione giusta e arriveremo all’obiettivo». (ma.ru.)

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