L’odissea della scala mobile di Vibo: la ditta fa causa al Comune
Citazione in giudizio da parte dell’impresa per inadempienze contrattuali e mancata liquidazione di una parte di soldi. Palazzo Luigi Razza incarica i propri legali e si difende

VIBO VALENTIA Verrebbe da dire: oltre al danno, la beffa. Una frase ormai diventata un cult tra i cittadini vibonesi, attenti conoscitori delle disavventure politiche delle varie amministrazioni che si succedono a Palazzo Luigi Razza. Questa volta il caso – ormai divenuto storico – è quello della scala mobile, monumento alle opere incompiute che al momento precede in vetta alle vergogne vibonesi il nuovo teatro (sulla buona strada per il sorpasso). L’opera è praticamente scomparsa dalle lamentele dei cittadini, rassegnati nel non vederla mai in funzione e forse ingannati dalla struttura mimetizzata tra natura e cemento. Come quando ci si abitua alla vista di oggetti inutili e non ci si fa più nemmeno caso. Ma l’epopea della scala mobile, finanziata con 700 mila euro ormai nel lontano 2005, non sembra avere fine: dai corridoi di Palazzo Luigi Razza si passerà a quelli del Tribunale di Reggio Calabria, dove il Comune è stato citato in giudizio lo scorso marzo dalla Di Madero Srl, la ditta a cui nel 2016 erano stati assegnati i lavori.
La citazione in giudizio
Già con l’appalto precedente si era finiti con un contenzioso (a causa dei ritardi) con la Ciam Ascensori Srl e un’opera mai conclusa, fino all’assegnazione alla nuova ditta. Lavori che sono stati effettivamente completati nel 2023, poi la solita spirale burocratica in cui si perdono le opere vibonese: prima l’assenza del collaudo (arrivato nel 2024), poi altri problemi e nuovi annunci. Fino all’ultimo dibattito avvenuto nella Terza commissione consiliare qualche giorno fa, in seguito alle dimissioni improvvise (per motivi personali, viene specificato) del direttore dei lavori Carmelo Congestrì. Sulle richieste di chiarimenti l’assessore Monteleone ha fatto sapere in commissione che dopo un ulteriore sopralluogo è emerso che per aprire la scala sono necessari ulteriori lavori, più precisamente la sostituzione delle due strisce mai utilizzate ma logorate dal tempo.
Le dimissioni del direttore dei lavori
Per farlo, però, servono i soldi: circa 60 mila euro che il Comune, ovviamente, non ha. Sui motivi che hanno portato alle dimissioni del direttore dei lavori l’assessore ribadisce i motivi personali, ma aggiunge che per il dimissionario era già stata paventata la revoca dell’incarico perché non erano stati ritenuti sufficienti i documenti sulla contabilità presentati dallo stesso. Al suo posto è stato nominato Salvatore Corigliano, mentre conferma il Rup Giuseppe Petruzza. Ora la citazione in giudizio della ditta che lamenta di non aver ricevuto la liquidazione dell’ultima parte dei soldi. Il Comune a sua volta ha deciso di resistere in giudizio. Insomma, un ulteriore contenzioso e un “mistero” che si infittisce, con la scala mobile che consolida il primo posto e distanzia il teatro nella triste classifica delle eterne incompiute vibonesi. (ma.ru.)
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