Occhiuto: «L’accusa di corruzione è lunare. Con Posteraro normali rapporti tra soci»
Nella conferenza stampa in Cittadella il presidente della Regione si è soffermato anche sugli aspetti prettamente giudiziari dell’inchiesta

CATANZARO «Quale sarebbe il patto corruttivo? Io ero socio di una società privata e mi accusano di aver avuto benefit. Quando mi chiameranno i magistrati farò vedere i miei rapporti societari. Sono normali rapporti tra soci come avviene in tutta Italia. Non c’è alcun patto corruttivo perché io non ho detto “ti nomino per avere utilità in cambio”, non c’è stata alcuna nomina. È una accusa lunare». Così il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nella conferenza stampa in Cittadella per parlare dell’inchiesta della Procura di Catanzaro nella quale è indagato con l’accusa di corruzione. Una conferenza stampa nella quale si sono incrociati due livelli: il primo relativo agli aspetti giudiziari della vicenda, il secondo alle sue ripercussioni politiche.
I rapporti con Posteraro
Con riferimento agli aspetti giudiziari, Occhiuto ha anzitutto ribadito che per quanto riguarda i suoi rapporti con Posteraro «si tratta di normali rapporti tra soci, come avviene in tutte le società d’Italia. Posteraro – ha spiegato il governatore – è mio socio da anni e non è uno scappato di casa, in linea di principio avrei potuto nominarlo perché ci sono nomine fiduciarie ma proprio perché sono un maniaco del rigore non l’ho fatto e non l’ho nominato anche perché devo dare un segnale alle altre persone che governano con me: potrebbe venire un assessore a dirmi “se lo fai tu perché non posso farlo io”. Ho nominato Ferraro ma non ho mai avuto rapporti societari con lui. Mi si contesta il fatto che Posteraro abbia avuto una consulenza da Ferraro ma io ho chiesto di essere sentito perché se mi sentissero potrei documentare che di questa consulenza io non sapevo nulla». Un passaggio anche su un’altra figura al centro dell’inchiesta, Valentina Cavalieri: «La conosco da molto tempo ed è una bravissima ragazza, una ottima professionista. È un’amica di Posteraro e ha avuto la nomina di componente di un collegio sindacale: ma se io devo nominare qualcuno cerco di scegliere persone di cui mi fido. Che cosa mi ha dato in cambio? Niente. Quale sarebbe il do ut des? Dopo un anno, sarebbe stata assunta in un concorso della Regione, quello dei Centri per l’impiego, concorso per il quale ho voluto che non ci fosse la prova orale né commissioni regionali. Ho fatto nominare commissioni dal ministero della Funzione pubblica. Il controllo di questo concorso, sul quale non c’è stata una polemica, l’ha fatto la guardia di finanza». Occhiuto ha quindi risollecitato i magistrati a «chiamarlo anche al buio e a sentirle perché sono nelle condizioni di chiarire tutto». (c. a.)