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l’inchiesta della dda

‘Ndrangheta e albanesi: Giuseppe Romeo “incastrato” dalle chat criptate e un servizio Tg

Il 39enne è al centro dell’inchiesta della Dda di Roma sul narcotraffico. Sarebbe uno dei sodali dell’albanese Elvis Demce

Pubblicato il: 20/06/2025 – 18:52
di Giorgio Curcio
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‘Ndrangheta e albanesi: Giuseppe Romeo “incastrato” dalle chat criptate e un servizio Tg

LAMEZIA TERME Il traffico di ingenti quantitativi di cocaina lungo l’asse che dalla Calabria e da soggetti legati alla ‘ndrangheta porta fino a Roma, sempre più punto nevralgico dello spaccio in mano a diverse “bande”, tra cui albanesi e, appunto, soggetti calabresi. La nuova inchiesta della Dda di Roma eseguita dai Carabinieri dei Comandi Provinciali competenti per territorio su ordine del gip, a seguito dell’accoglimento dell’appello, riguarda stavolta 14 soggetti, 11 dei quali catturati mentre tre sono irreperibili e attivamente ricercati. E sono tutti gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio, estorsione, incendio doloso.  

L’indagine

Ci sono due spunti che gli inquirenti della Distrettuale antimafia di Roma utilizzano: le chat su piattaforma Sky Ecc in uso ad un noto narcotrafficante albanese e un servizio tg. Il primo riferimento è ad Elvis Demce, già accusato di fare affari con alcuni esponenti calabresi legati alla ‘ndrangheta e attualmente ricoverato presso l’articolazione tutela salute mentale della casa circondariale di Ascoli Piceno. Nel secondo caso, invece, il riferimento è alla notizia risalente al 15 luglio 2020 secondo la quale alcuni soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta e loro parenti stretti, tra cui proprio la mamma, sarebbero stati impiegati come braccianti agricoli forestali alle dipendenze della Regione Calabria. Indizi fondamentali per risalire a Giuseppe Romeo, soggetto classe 1986 di Locri, all’epoca latitante e arrestato a Barcellona solo qualche mese più tardi, il 14 maggio 2021, in seguito ad un’attività investigativa coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori ed auto riciclaggio.

Gli affari con l’albanese Demce

Romeo, come ricostruito dagli inquirenti romani, avrebbe utilizzato i codici “JCG3JY” e “CPQ7N3” nelle chat criptate con l’albanese Demce, facendo riferimento più volte alla mamma – tra le persone menzionate nel servizio tg – e al padre, Antonio, detto “Cento Capelli”, morto per una patologia tumorale il 24 maggio 2021, meno di un mese dopo essere uscito dal carcere di Parma, dove era recluso in regime di 41 bis. Un dettaglio in più per gli inquirenti rispetto a quanto era emerso già nelle indagini effettuate nel procedimento “Aquila azzurra”, secondo cui il sodalizio capeggiato dall’albanese Demce si riforniva stabilmente da soggetti definiti i “calabresi” ma che non erano stati individuati. Così, grazie alla messaggistica acquisita, gli inquirenti sarebbero risaliti alla loro identificazione: Giuseppe Romeo e Giuseppe Condello. Con particolare riferimento a Romeo, il suo nome era emerso già in relazione a due rilevanti forniture di cocaina del tipo “NDO” effettuate a favore di Demce il 28 maggio e 4 giugno 2020, per un totale di 50 kg di cocaina.

Lo spaccio a Roma

Secondo l’inchiesta della Dda capitolina, dunque, Demce e i soggetti calabresi avrebbero concordato e pianificato, tramite chat, «una serie di azioni delittuose consistenti nell’approvvigionamento di stabili e rilevanti quantitativi di stupefacente» che poi sarebbero stati immediatamente distribuiti sul mercato romano e che «avrebbero alimentato le piazze di spaccio in modo continuativo», consentendo rilevanti guadagni subito reimpiegati nell’acquisto di altre sostanze.  

Il rientro in Italia di Giuseppe Romeo

La storia di Giuseppe “Noodles” Romeo

La storia del boss Giuseppe Romeo, uno dei capi del cartello “Staccu” di San Luca, è molto più complessa e articolata. La maxi analisi delle chat Sky Ecc decriptate, infatti, a partire dal 2019 avevano permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminoso di natura transnazionale, facente capo al latitante Romeo, soggetto di primo piano della ‘ndrangheta calabrese, in grado di movimentare enormi quantitativi di stupefacente di varia tipologia e di relazionarsi con i più importanti cartelli del narcotraffico sudamericano». E così, mentre gli inquirenti sono sulle sue tracce, è proprio Romeo a fornire un clamoroso assist: il  Il 21 marzo 2020 “Nudols” (questo all’epoca il suo nickname sulla piattaforma) invia un selfie che lo ritrae mentre si trova a casa con il Covid. Il neo sullo zigomo destro, quello sotto l’occhio destro, il sopracciglio destro più “rado” nella parte finale e un altro neo sopra il labbro sono segni distintivi inequivocabili. (g.curcio@corrierecal.it)

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