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comunità sotto attacco

In Calabria un’allarmante escalation criminale: nel mirino anche i servizi per l’infanzia

Episodi apparentemente scollegati, che però hanno un denominatore comune: l’attacco a realtà collegate ai minori. Dagli scuolabus ai campetti

Pubblicato il: 21/06/2025 – 15:45
di Mariateresa Ripolo
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In Calabria un’allarmante escalation criminale: nel mirino anche i servizi per l’infanzia

REGGIO CALABRIA Episodi apparentemente scollegati, che però hanno un denominatore comune: l’attacco a realtà collegate ai minori. Un’ombra che, negli ultimi tempi, sembra estendersi, influenzando in Calabria la quotidianità delle comunità locali. L’ultimo grave episodio ha visto la distruzione, a seguito di un incendio, dello scuolabus del comune di Campo Calabro, nel Reggino. L’automezzo, praticamente nuovo e del valore di circa 60mila euro, era parcheggiato nei pressi di un’officina in attesa di controlli di routine. E dopo una prima ricostruzione, che però non ha convinto pienamente sulla dinamica dell’accaduto, il primo cittadino Sandro Repaci, ha espresso con amarezza la gravità dell’accaduto, sottolineando il danno non solo economico ma anche sociale per la comunità.
«Si tratta di un gesto sul quale auspico che si faccia piena luce al più presto. Aver danneggiato in maniera premeditata un mezzo a servizio dei più piccoli è quanto di più raccapricciante potesse accadere», la condanna espressa dal sindaco reggino e metropolitano Giuseppe Falcomatà. E lui, come Repaci, si era trovato a constatare con amarezza l’attacco nei confronti di realtà collegate ai minori quando pochi mesi fa venne colpita la comunità di Catona, periferia reggina. Ignoti diedero fuoco ai rotoli di manto sintetico, appena arrivati e pronti per essere posizionati, che avrebbero completato il campetto sportivo locale. Falcomatà espresse tutto il suo sconforto in un video, definendo l’accaduto l’ennesimo sfregio alla città. «O noi ci svegliamo, tutti, o c’è un moto di indignazione popolare che vada oltre le convinzioni politiche, perché questo è un atto contro la nostra città, oppure rassegniamoci perché dovremo abituarci a vedere sempre questo schifo. Da soli non andremo da nessuna parte», disse il primo cittadino reggino.
Non gli unici episodi. Lo scorso anno erano già stati incendiati il pulmino di un asilo nido consortile a servizio dei comuni di Campo Calabro, San Roberto e Fiumara di Muro, adibito al trasporto di 25 bambini, e l’automezzo di una cooperativa giovanile che gestisce il servizio per raggiungere “Borgo Croce” – uno dei borghi più caratteristici dell’Area dello Stretto – dal centro di Fiumara di Muro. E ancora, a Pellaro il danneggiamento di un’area adibita a parco per i bambini sita sul lungomare. 

A denunciare la difficile situazione vissuta dalle comunità anche il sindaco di Villa San Giovanni Giusi Caminiti, in un post sui social nelle scorse settimane: «Ormai troppo spesso questa Città assiste ad atti vandalici che deturpano il bello che i cittadini tutti cercano di generare, con piccole e grandi iniziative. Da ultima la vandalizzazione della statuetta di Rocca degli Angeli».
Episodi percepiti spesso come semplici atti vandalici, ma che si inseriscono in un quadro ben più allarmante. Un campanello d’allarme che non può e non deve essere sottovalutato, anche alla luce dei dati diffusi dalla Direzione Investigativa Antimafia nel suo ultimo report, da cui emerge come gli episodi di intimidazione in Calabria colpiscano amministratori, forze dell’ordine, giornalisti, associazioni e intere comunità.
E nei giorni scorsi il territorio di Corigliano Rossano è stato colpito da un preoccupante numero di episodi che hanno generato un profondo senso di insicurezza tra i cittadini.
Intimidazioni a scopo estorsivo o ritorsivo, rappresentano il mezzo privilegiato per veicolare messaggi minacciosi. Il “linguaggio” della criminalità organizzata, in Calabria tradotto nelle azioni della ‘ndrangheta, si esprime anche attraverso incendi dolosi, l’invio di plichi contenenti proiettili, lettere dal contenuto inequivocabile o, più direttamente, con l’esplosione di colpi d’arma da fuoco su luoghi di lavoro o abitazioni private. Da gennaio alla fine del 2024, decine di episodi sono stati documentati. Un’escalation di violenza che traccia un panorama preoccupante, di una criminalità che cerca di affermare il proprio controllo sul territorio attraverso la paura

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