La droga “sparita” consegnata all’informatore: il “patto” del poliziotto cosentino con gli spacciatori
Sotto accusa un vice ispettore del Commissariato di San Lorenzo, a Roma, finito in carcere. Avrebbe omesso alcuni sequestri di hashish poi consegnata ai marocchini

LAMEZIA TERME Elementi di «rara gravità e allarme» e sintomatici di un operare sistematico e «non solo contrario ad ogni regola» ma soprattutto «espressione di illecito utilizzo del potere». Così il gip del Tribunale di Roma, Emanuela Attura, descrive il viceispettore di polizia Angelo Bonanata, classe 1968 di Cosenza, all’epoca in servizio presso il Commissariato San Lorenzo, per il quale è stato disposto l’arresto in carcere. L’agente, infatti, è coinvolto nell’operazione insieme ad un altro collega, perché avrebbero omesso di sequestrare chili di hashish durante le perquisizioni e avrebbero evitato di arrestare uno dei principali componenti della banda.
Gli spacciatori marocchini
Ma non solo. Secondo il gip, infatti, lascia perplessi la vicinanza del cosentino Bonanata «a soggetti di non trascurabile spessore criminale», indicando Said Essari, marocchino classe 1977, gravato da precedenti specifici, finito anche lui in carcere. Per il giudice, «omettere il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente e la successiva cessione ai propri “confidenti” appare un’operazione di estrema gravità», ragione per la quale è stato disposto il carcere, per «recidere efficacemente i legami con il terreno delinquenziale nel quale si muove, trattandosi peraltro di soggetto ancora in servizio».
Rapporti che, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero avuto origine dalla comune frequentazione di una palestra, e che avrebbero consentito all’agente cosentino di mettere a segno alcune operazioni antidroga, previo il “riconoscimento” di una parte della droga sequestrata da consegnare a Essari e Driouch, marocchino classe ’77, anche lui finito in carcere.
Il sequestro di droga del 10 novembre 2022
Le indagini coordinate della Dda di Roma hanno aperto uno squarcio su una realtà che il gip definisce «fenomenica delicata da trattare e da valutare». La prima ricostruzione degli inquirenti, si inseriscono nel quadro di un’operazione antidroga eseguita nel pomeriggio del 10 novembre 2022 dal personale del Commissariato di San Lorenzo, al termine della quale era stato arrestato il marocchino classe ’97, Adil Chadid, e con il sequestro di 131 kg di hashish, 3 di marijuana, 57,60 grammi di cocaina e 17 cartucce. Una “normale” operazione antidroga, ma solo in apparenza. Si tratterebbe, in realtà, di un blitz che nasconderebbe molto di più e un rapporto strettissimo tra l’agente il vice ispettore cosentino Bonanata e alcuni marocchini inseriti in un vasto traffico di droga. Secondo le indagini, infatti, già il 9 novembre i due indagati Essari e Driouch avrebbero ricevuto una fornitura da “Adii” (Chadid), avendo concluso un accordo con “Mourad”. Quella stessa mattina avrebbero poi incontrato il poliziotto cosentino, consentendogli così di individuare e monitorare il luogo in cui Adil custodiva la droga, concordando un incontro con il fornitore allo scopo sia «di rifornirsi di stupefacente sia di consentire alla pg di individuarne l’abitazione». La sera del 9 novembre sarebbe avvenuta la consegna di 15 kg di hashish ma le attività di monitoraggio di Chadid da parte del personale appartenente al Commissariato di San Lorenzo proseguono – in costante contatto con Essari e Driouch – anche il giorno successivo, quando cioè nel pomeriggio viene eseguito il blitz.

«Min**ia quanta roba gli abbiamo trovato»
Come emerso dall’attività tecnica, in attesa di individuare il luogo di dimora di Chadid, Angelo Bonanata, nelle prime ore del pomeriggio di quello stesso giorno, avrebbe contattato «Essari per riferirgli dell’attività in corso di esecuzione insieme ad altri colleghi». Una conferma della sua partecipazione all’operazione emerge dal contenuto di una conversazione telefonica in cui l’agente racconta «di avere finito di lavorare, proprio per via dell’arresto di Chadid», eseguito con altri colleghi il giorno precedente. E dice: «Min**ia quanta roba gli abbiamo trovato, porca t**ia». All’esaltazione del poliziotto cosentino risponde l’informatore dicendo che, se fossero intervenuti prima, avrebbero trovato molta più droga. «Io ho scritto bene, ho scritto che abbiamo fatti dei pedinamenti, delle cose e ci siamo arrivati da soli…». Come ricostruito dagli inquirenti, l’agente di polizia, dopo essersi accertato che nessun altro fosse a «conoscenza delle notizie fornitegli», si complimenta con Essari, «per il brillante risultato che gli ha fatto conseguire».
L’hashish in “regalo”
Le attività di indagine avrebbero consentito di appurare come quella stessa sera, alle 18.22, Driouch ed Essari avrebbero ricevuto 15 kg di hashish da «soggetti non individuati ma comunque coordinati da Bonanata», nient’altro che una parte del più importante quantitativo che Chadid deteneva a casa sua. «Apposto, sono venuti?» chiede proprio il poliziotto cosentino all’informatore. Tutto bene? Non proprio. I due destinatari del carico, infatti, si accorgono poco dopo che la droga ricevuta era la metà (15 kg) rispetto a quanto pattuito e, sostenendo di essere stati raggirati da un amico di Bonanata, un altro soggetto “con la barba”, «l’altro il figlio di puttana di cui non mi fido» dice proprio Essari mentre discute con il socio Driouch. I due avrebbero così manifestato la volontà di parlarne direttamente a Bonanata, recandosi l’11 novembre 2022 in Commissariato a San Lorenzo.
Il falso verbale
Gli approfondimenti dalla pg faranno il resto: gli agenti nel verbale di perquisizione e di arresto riportano il rinvenimento di droga tra i 129 e i 131 kg, «quantitativi, tuttavia, inferiori di 15 chili rispetto all’ammontare effettivamente detenuto da Chadid, quantificabile in non meno di 144 e 146 chili circa». Per il gip, dunque, sussiste anche la contestazione di falso in atto pubblico considerata l’evidente «discrepanza tra il quantitativo di stupefacente sottoposto a sequestro e quello effettivamente rinvenuto», pari al quantitativo distratte-e consegnato all’Essari ed al Driouch.
Per gli inquirenti e per il gip, dunque, appare chiaro «lo stretto rapporto di “collaborazione” tra i due», tant’è che il poliziotto cosentino avrebbe mostrato una certa preoccupazione immaginando che altri soggetti avrebbero potuto sapere del loro «rapporto di frequentazione». Ai dubbi di Bonanata risponde lo stesso marocchino quasi a tranquillizzarlo perché, comunque, aveva contatti con molte persone, fra cui «tutta la polizia, qua e in Marocco» vista la sua “fama”: Essari, infatti, è stato detentore del titolo di campione del mondo di King Boxing WFMC K1. (g.curcio@corrierecal.it)
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