A Vibo «la vera sfida è recidere i legami tra ‘ndrangheta e colletti bianchi»
I saluti di Luca Toti. Per il colonnello un importante incarico al Ministero della Difesa. Il bilancio tra la faida nelle Serre e le infiltrazioni negli enti: «C’è tanta indignazione, ora serve il co…

VIBO VALENTIA «C’è tanta indignazione quando si parla di ‘ndrangheta, però adesso bisogna tirar fuori il coraggio. Lo Stato ha dato risposte forti, ora serve uno sforzo ulteriore della cittadinanza per aggredire la criminalità organizzata, l’illegalità diffusa e per andare a stanare dove la ‘ndrangheta tende a infiltrarsi». Il colonnello Luca Toti lascia la guida del comando provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia. Lo fa citando Sant’Agostino e lanciando un messaggio forte: lo Stato ha dimostrato di esserci, ora tocca ai vibonesi riprendersi definitivamente con coraggio questo territorio. Dall’indignazione – spiega Toti – deve nascere la forza per ribellarsi alla criminalità organizzata per continuare quella rinascita che è già iniziata, spinta dalle imponenti operazioni dei Carabinieri, delle forze dell’ordine e dalla Dda. Durante l’arco temporale in cui Toti ha guidato l’Arma lo Stato ha inferto colpi pesanti alla ‘ndrangheta: dall’inchiesta Rinascita Scott Assocompari all’operazione Portosalvo su quattro omicidi, oltre all’arresto del latitante Pasquale Bonavota.
Cambio al vertice: arriva il colonnello Parillo
Un ottimo lavoro notato anche da Roma, dove il colonnello è stato richiamato per coprire un importante incarico a livello nazionale, nel ruolo di capo ufficio segreteria generale del Ministero della Difesa diretto da Guido Crosetto. Cambio al vertice, dunque, per il comando provinciale vibonese, che sarà guidato per i prossimi due mesi dal tenente colonnello Simone Puglisi. Poi si insedierà il nuovo comandante provinciale, il colonnello Antonio Parillo, con esperienze già nel Ros di Reggio Calabria e di Catania.
Toti: «La ‘ndrangheta ha capacità di autorigenerarsi»
Il colonnello Toti, incontrando oggi la stampa, ha fatto un bilancio di questi tre anni. «Per me è molto positivo. Alla prima conferenza evitai i proclami dicendo: facciamo parlare i fatti. Posso dire che dopo tre anni i fatti ci sono stati». Tra i risultati principali il contrasto alla ‘ndrangheta, che «resta ancora la criticità maggiore. Quella vibonese ha una grossa capacità di autorigenerarsi e di replicare sul territorio le proprie strutture, nonostante in questi anni siano stati inferti colpi pesanti. Ci sono 41 esponenti della ‘ndrangheta vibonese al 41bis, sono state individuate oltre 20 tra ‘ndrina e locali. Parliamo di un territorio dove c’è una pervicace presenza della criminalità organizzata». Il colonnello cita la grande sinergia tra i vari reparti dell’Arma, dal nucleo investigativo al Ros, che insieme alla Dda e alle altre forze dell’ordine formano «uno strumento fondamentale per contrastare efficacemente la ‘ndrangheta». Negli ultimi anni «sono state tagliate alcune teste delle strutture ‘ndranghetiste, ma ci sono le nuove leve che stanno avanzando».
La faida delle Serre e i legami tra colletti bianchi e ‘ndrangheta
La zona “rossa” spiega Toti è quella delle Serre, «tra Dinami e la provincia di Reggio Calabria, in particolare a San Pietro di Caridà». Qui, negli ultimi mesi, ci sono stati diversi omicidi a riprova dell’esistenza di una faida, forse relativa ad interessi nel settore boschivo. «Stiamo individuando quelli che sono i capi referenti e l’ala militare, perché oltre a colpire le strutture di comando occorre colpire chi fa omicidi, estorsioni, atti intimidatori, che sono quelli che creano un grosso allarme sociale». La sfida principale è quella di «recidere i legami con i colletti bianchi. Bisogna alzare il tiro ed è un messaggio rassicurante che lancio, perché tanto ancora deve essere fatto dalle forze dell’ordine. Continueremo a “snidare” le strutture di ‘ndrangheta all’interno degli enti comunali, perché le mafie oltre alla realizzazione di profitti illeciti tendono a creare legami, ad infiltrarsi all’interno delle istituzioni». Il colonnello cita i quattro comuni sciolti e anche l’Asp, ribadendo ancora una volta che «molto è stato fatto, ma che ancora molto sarà fatto in questa direzione».
Reati ambientali, lavoro nero e tutela delle vittime vulnerabili
Non solo ‘ndrangheta, l’operato dei Carabinieri sotto Toti si è concentrato sui reati ambientali per «garantire al cittadino che le condizioni di vivibilità sul territorio siano massime. Siamo in una provincia a grande vocazione ambientale, una costa da 52km, Tropea che è il volano dell’economia calabrese. Abbiamo la necessità di garantire ai turisti e bagnanti condizioni di sicurezza e che l’ambiente lacustre, costiero e balneare sia pulito». Una task force creata in sinergia tra le forze dell’ordine e coordinata dalla Procura di Vibo con il procuratore Camillo Falvo per contrastare gli illeciti nel settore ambientale. Il contrasto anche ai reati collegati al lavoro nero: «Ci sono tanti operatori economici onesti che lavorano rispettando le regole, quindi dobbiamo evitare che ci siano queste forme di concorrenza illecita». Un controllo quotidiano nei cantieri, nel settore turistico e alberghieri contro le attività illecite che possano alterare il mercato. Le attività dell’arma si concentrano poi sul tutelare le vittime vulnerabili, dagli anziani vittime di truffe alle violenze sulle donne. «Abbiamo registrato un aumento delle denunce, a conferma che c’è maggiore sensibilità sul tema e maggior fiducia».
Il prestigioso incarico a Roma
Oltre al contrasto, un lavoro anche di prevenzione dei Carabinieri: «Abbiamo pattuglie in tutti i 50 comuni, insieme alla Polizia di Stato e con il Prefetto coordiniamo servizi ad altro impatto. Attenzioniamo comuni dove ci sono stati incendi e atti intimidatori ai danni di cantieri e amministratori. Hanno il compito di far capire alla popolazione che lo Stato c’è ed è forte. La repressione e la prevenzione da sole non bastano, occorre instillare nelle persone e soprattutto nei giovani il rispetto delle regole. La cultura della legalità è la chiave di volta». Adesso un incarico prestigioso a Roma, a stretto contatto con il ministro Crosetto: «Sono sicuro di lasciare qui una squadra rodata con investigatori e Carabinieri di primissimo piano che continueranno a lavorare. Lo faranno con impegno, con senso di responsabilità e con grande onore, sempre al servizio del territorio». (ma.ru.)
L’intervista:
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