Irregolarità e frodi sui fondi comunitari, per la Calabria ancora un record negativo
Focus della Corte dei Conti nazionale: per la nostra regione nel 2024 il dato più alto in Italia, in diminuzione come numero ma in aumento come dimensione finanziaria

LAMEZIA TERME Alla Calabria tocca (ancora) il record negativo delle irregolarità e delle frodi comunitarie: è quanto emerge dalla Memoria del procuratore della Corte dei Conti per il giudizio di parificazione del Rendiconto 2024 dello Stato. Nella Memoria si evidenzia che «i numeri delle irregolarità sono in decremento rispetto ai 155 casi del 2023 ma il corrispettivo finanziario delle fattispecie rilevate nel 2024, pari a euro 25 milioni, è superiore rispetto a quello relativo al 2023, ammontante a euro 16,5 milioni». Per quanto riguarda i fondi strutturali, i dati offerti dal Dipartimento delle Politiche europee indicano che nel 2024 sono stati segnalati 118 casi: di questi 79 hanno riguardato il Fesr, 37 il Fse, 2 il Feoga. Per 111 casi sono state attivate procedure amministrative mentre in 7 fattispecie sono stati avviati procedimenti giudiziari. Con riferimento alla Calabria, i dati per il 2024 – emerge dalla Memoria – indicano 34 irregolarità/frodi (13 sul Fesr, 20 sul Fse e 1 sul Feoga), in diminuzione rispetto al 2023 (quando furono 67): tuttavia il dato calabrese per lo scorso anno è il più alto in tutt’Italia. Per quanto riguarda la dimensione finanziaria delle irregolarità e delle frodi, complessivamente nel 2024 si è toccato quota 25 milioni rispetto ai 16,5 del 2023: anche qui la Calabria ha il record negativo sul piano nazionale con quasi 14,5 milioni nel 2024, in aumento rispetto al 2023 (8,7 milioni). Così infatti scrive il procuratore della Corte dei Conti: «Con uno sguardo all’importo complessivo di irregolarità e frodi si registra un aumento generale degli importi delle fattispecie segnalate, dove spiccano su tutti gli importi della Calabria e della Puglia, con una incidenza sul totale dell’81,8 per cento».

La “decertificazione”
Anche nel 2024 – prosegue poi la memoria del procuratore della Corte dei Conti – «si sono registrate procedure di “decertificazione” dei progetti per i quali sono emerse irregolarità, in tal modo determinandone l’esclusione diretta dal finanziamento europeo. La procedura consente di dichiarare “chiusi” ai fini europei i relativi casi, salvi i profili di indebita percezione o utilizzazione a carico dei beneficiari, con conseguenti effetti penali, contabili e amministrativi. Dal punto di vista quantitativo spiccano i dati negativi della Regione Calabria, con oltre 14 milioni decertificati e altrettanti da recuperare e della Puglia con quasi 6 milioni di euro da recuperare a fronte di circa 395mila euro decertificati». (c. a.)
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