Il gioco d’azzardo prosciuga la Calabria: boom dell’online con oltre 3 mila euro spesi a testa
Le 5 province calabresi tra quelle che spendono di più pro capite (tra i 18 e i 74 anni). Scalea primo comune con oltre 4.800 euro. Sul settore le mire della ‘ndrangheta

LAMEZIA TERME Sono dati allarmanti quelli che emergono dalla nuova edizione del “Libro nero dell’azzardo”, il report annuale di Federconsumatori, Cgil e Fondazione Isscom sul gioco d’azzardo presentato oggi a Roma. La Calabria si conferma una delle regioni in cui si spende di più, soprattutto se paragonato al reddito pro capite e se rapportato al numero di abitanti. Emblema di quella che il report definisce «l’anomalia italiana», il paese in cui il potere d’acquisto dei redditi è arretrato, ma al tempo stesso «siamo diventati per l’azzardo il mercato più importante d’Europa, e tra i primi al mondo». Nel 2024 la raccolta dell’azzardo in Italia ha raggiunto i 157 miliardi di euro, in pratica il 7,2% del Pil italiano, per una raccolta pro capite per i maggiorenni di oltre 3 mila euro. In particolare, l’ultimo anno ha visto un boom (+12%) del gioco d’azzardo online, modalità che favorisce il gioco illecito e, di conseguenza, anche le mafie.

Scalea il comune dove si spende di più
La crisi “nera” delle province calabresi per il gioco d’azzardo emerge soprattutto nella classifica nazionale delle spese pro capite nel gioco d’azzardo online. Tutte e 5 le province calabresi appaiono nella top 20, con Reggio Calabria (8°), Vibo Valentia (11°) e Catanzaro (12°) che superano addirittura i 3.000 euro pro capite (tra i 18 e i 74 anni), mentre Cosenza (16°) e Crotone (17°) si fermano sui 2.900 euro. Una media calabrese di 3.041 (la terza regione d’Italia) rispetto a quella italiana ferma a 2.162 euro. Cifre allarmanti, ma dati che peggiorano se si considerano soltanto i capoluoghi di provincia: in questo caso nelle prime 10 posizioni si trovano Reggio, Crotone e Catanzaro, con Vibo poco dopo al 12° posto e cifre vicino ai 4.000 euro ad abitante. Scendendo ancora più nel dettaglio, alcuni comuni calabresi raggiungono picchi altissimi: tra questi Melito di Porto Salvo, Gioia Tauro e San Giovanni in Fiore che sfiorano i 4.500 euro pro capite. Scalea è invece il Comune dove si spende di più con una cifra che supera i 4.800 euro, tutti oltre il doppio della media nazionale. Paradossale, secondo il report, che i volumi di gioco siano nettamente decentrati verso le zone più povere del paese. Ma anche comprensibile per le infiltrazioni nel settore delle mafie, che sfrutterebbero il gambling online per riciclare e guadagnare. «Il decentramento – spiega il report – della generazione dei volumi di gioco verso realtà demograficamente ridotte rappresenta una delle modalità attraverso le quali la malavita organizzata individua aree più nascoste per il riciclaggio del denaro e per le proprie attività».

Il gioco online e le infiltrazioni mafiose
Per quanto riguarda il gioco online la Calabria conta oltre 857 mila conti attivi, 644 ogni 1000 abitanti contro una media italiana di 471, piazzandosi al terzo posto solo dopo Campania e Sicilia. I calabresi hanno speso virtualmente 2.211 euro a testa (calcolati sul complesso della popolazione residente e, dunque, comprendendo anche i neonati) in giocate online, contro la media di 1.500 euro e classificandosi come la seconda regione in cui si spende di più. Il gioco d’azzardo e le scommesse online – ricorda il report – sono anche tra i settori più a rischio di infiltrazioni mafiose, come riportato anche nell’ultima relazione della Dia. «Più il comparto viene ampliato, più le mafie trovano spiragli e varchi per inserirsi e opportunità per proliferare» si legge. Esisterebbe un vero e proprio «mercato parallelo» che costituisce «un’alternativa per gli utenti del gioco legale», portati a diversificare le proprie spese. In più, legato a questo interesse, c’è quello dell’usura e del giro d’affari intorno alle macchinette, settore in cui la ‘ndrangheta – come emerso da richieste recenti – arrivava a ipotizzare guadagni anche per «100 mila euro al mese». Il report ipotizza un giro d’affari da oltre 42 miliardi di euro per il solo gioco d’azzardo illegale, per un totale di 199 miliardi se calcolato insieme a quello legale. (ma.ru.)
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