«Spostiamo gli spostabili». All’Oculistica della “Dulbecco” i trapianti e il calendario chirurgico “su misura”
L’inchiesta della GdF ricostruisce uno schema collaudato: interventi da «spostare con calma» senza seguire protocolli ufficiali

CATANZARO Un intreccio di conversazioni, messaggi, fogli evidenziati e liste operatorie “modellate” secondo necessità. È il quadro, inquietante e minuziosamente descritto, che emerge dall’ordinanza della Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta gestione privatistica degli interventi chirurgici nel reparto di Oculistica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro.
Nelle indagini, un ruolo ritenuto «centrale» è quello del dottor Rocco Pietropaolo, dirigente medico con rapporto di lavoro non esclusivo tra i 12 indagati nell’inchiesta della Procura di Catanzaro, parte integrante dell’équipe del professor Vincenzo Scorcia, quest’ultimo agli arresti domiciliari insieme a Maria Battaglia, segretaria impegnata anche presso uno studio privato.
Pietropaolo, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, «non era soltanto un componente del team medico: era il custode materiale delle liste operatorie, l’unico a disporne prima che venissero rese pubbliche all’interno dell’équipe, e l’uomo che di fatto gestiva le priorità degli interventi, anche sotto indicazione diretta del primario», annota il gip nell’ordinanza. La posizione di Pietropaolo peraltro verrà esaminata solo all’esito dell’interrogatorio preventivo.
Le liste, le chat e i “distacchi da piazzare”
Sono proprio le conversazioni captate a restituire la dinamica del sistema. In un dialogo del 13 maggio 2023, il professor Scorcia comunica con un altro medico finito tra gli indagati: «Carmen mi ha detto che ci sono 4 distacchi da piazzare in quella lista là che è già carica». Lucisano risponde senza esitazioni: «Spostiamo gli spostabili, cioè i paker, la chirurgia. Una o due settimane non cambia nulla».
Si parla di pazienti da “piazzare”, di operazioni da “spostare con calma”, purché si trovino spazi per gli interventi più urgenti, o quantomeno più prioritari, secondo criteri che sembrano sfuggire a ogni protocollo ufficiale.
I gruppi WhatsApp “Interventi” e “Distacchi”
A corroborare ulteriormente l’ipotesi accusatoria, ci sarebbero le tracce digitali: due gruppi WhatsApp – “Interventi” e “Distacchi”, come avevamo scritto in questo articolo.
È proprio Battaglia – annota la Procura – a trasmettere la quasi totalità dei nomi dei pazienti privati che, nonostante fossero esterni al circuito ospedaliero, venivano inseriti nelle liste operatorie del Policlinico universitario. Pazienti del circuito privato che finivano in sala operatoria pubblica. Il tutto, in modo sistematico, organizzato, diretto.
I trapianti, le pressioni e il calendario chirurgico “su misura”
In un’altra conversazione, rileva la Procura di Catanzaro, Scorcia detta a Pietropaolo la nuova linea post-riattivazione dei contatti con la Banca degli occhi del Veneto, chiedendogli in un caso di «mantenere quattro trapianti, uno strabismo e una incisione», con la conseguente obiezione la successiva puntualizzazione di Scorcia: «O tre trapianti e uno strabismo, o quattro trapianti… perché sennò c’abbiamo 180 pazienti… è una vergogna».
Dunque, secondo gli inquirenti, la programmazione veniva concordata nel dettaglio, tenendo conto della capienza, dei ricoveri disponibili e delle esigenze dettate direttamente dalla direzione medica.
Due pazienti privati operati in ospedale: il caso del 14 luglio 2020
A conferma delle anomalie, nella lista operatoria del 14 luglio 2020 risultano inseriti due pazienti privati del professor Scorcia, che avrebbero poi beneficiato di interventi chirurgici presso l’ospedale pubblico, senza alcuna apparente priorità sanitaria, ma con una priorità costruita attraverso le maglie di una gestione “interna” delle agende. (f.veltri@corrierecal.it)
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