Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

l’inchiesta romana

L’uomo dei Nirta e i carichi di droga dalla Calabria: un pezzo di ‘ndrangheta nello spaccio a Roma

L’indagine della Dda della Capitale, condotta anche attraverso l’analisi delle chat SkyEcc. L’entusiasmo del gruppo. «È la famiglia più potente a San Luca»

Pubblicato il: 08/07/2025 – 1:30
di Giorgio Curcio
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
L’uomo dei Nirta e i carichi di droga dalla Calabria: un pezzo di ‘ndrangheta nello spaccio a Roma

ROMA 18 settembre 2020, è quasi mezzanotte. Tra qualche ora è previsto l’arrivo di un campione di droga dalla Calabria. E l’entusiasmo cresce, soprattutto per la rinomata qualità. Ma anche perché, quando dalla tua parte hai soggetti legati alla ‘ndrangheta, allora gli affari si preannunciano molto, molto proficui. A parlare in chat sulla piattaforma SkyEcc sono due sodali romani attivi nello spaccio di droga nella Capitale, che sia cocaina o hashish non fa differenza. Quello che conta è incassare.  

Il campione atteso alle 6

«Fra alle 6 mi arriva campione di roba della Calabria». «Frate ma questo è forte forte» «Fra si, so la famiglia più potente a San Luca». È questo il tenore dei messaggi scambiati tra i due, finiti in carcere nel blitz condotto sul campo dagli uomini della Guardia di Finanza, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Dda. L’inchiesta, condotta dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma, ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale ben strutturata, attiva soprattutto nei quartieri Giardinetti, Torre Spaccata e Quarticciolo, nel quadrante sud-est della Capitale.

Antonio Callipari

Il riferimento calabrese è Antonio Callipari ritenuto un personaggio di notevole spessore criminale e legato, per vincoli di parentela, alla cosca di ‘ndrangheta Nirta. Callipari, locrese classe 1993 finito in carcere, per gli inquirenti della Capitale sarebbe «uno stabile fornitore del gruppo associativo», disponendo di quantità esorbitanti di stupefacente che fornisce attraverso Manolo Cori, romano classe 1987, coinvolgendo Manuel Grillà, anche lui romano classe ’88, entrambi finiti in manette. L’inserimento di Callipari nell’attività del gruppo era peraltro accolto con grande entusiasmo, soprattutto per il legame con la cosca Nirta.

La svolta per il business

Come ricostruito dagli inquirenti, infatti, effettivamente a partire dal settembre 2020, Manuel Grillà insieme a Manolo Cori avrebbe dato una svolta al proprio business, iniziando ad acquistare con regolarità dal calabrese Callipari, riuscendo ad ottenere diverse forniture di droga che non faticherà a vendere in brevissimo tempo, ricavando ingenti guadagni anche a beneficio del fornitore. Il ruolo di Callipari diventerà via via sempre più rilevante nell’organizzazione del gruppo, continuando ad interagire con Cori e Grillà. Anche per discutere di logistica e trasporto, utilizzando in questi casi chat apposite. In una conversazione decriptata dagli inquirenti, ad esempio, Grillà chiede a Callipari se «il doppiofondo sarebbe stato realizzato nel cruscotto, se il congegno apertura/chiusura fosse elettrico e quale tipologia di autovettura fosse più idonea ad ospitare i sistema di occultamento», annota il gip nell’ordinanza. E richiama alcune conversazioni di notevole interesse investigativo. «Gli lasciate 2 bc1»; «Gli fate vedere come funziona e se li attivate già vi accetto amicizia e mi mandate contatto»; «1 x Suarez e questo» […] Compa vi paga solo Sky e un bc1 vedete»; «Lasciate due all’amico». 

Libero sfogo sulle chat

Erano assolutamente certi di non essere intercettati e così si sarebbero lasciati prendere un po’ troppo la mano, dando libero sfogo a dettagli troppo compromettenti: accordi, importi e quantità. Molto spesso anche le foto dei carichi di droga. Insomma, gli inquirenti sono certi di non aver fatto neanche troppa fatica ad identificare quelli che sarebbero i protagonisti di una serie di episodi di approvvigionamento e cessione di ingenti quantitativi di stupefacente, dalla cocaina all’hashish. Il tutto sfruttando la celeberrima piattaforma SkyEcc – decriptata – i cui interlocutori sono stati individuati attraverso l’esame congiunto del contenuto delle conversazioni e degli sms, insieme a foto, documenti e messaggi vocali. (g.curcio@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x