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la conferenza stampa

Il mercato globale della ‘ndrangheta. Lombardo: «Dall’importazione alla produzione. Un approccio totalizzante»

Tre i gruppi smantellati con l’inchiesta “Pratì”. «Non c’è una rotta di narcotraffico che alla ‘ndrangheta sia preclusa»

Pubblicato il: 10/07/2025 – 12:40
di Mariateresa Ripolo
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Il mercato globale della ‘ndrangheta. Lombardo: «Dall’importazione alla produzione. Un approccio totalizzante»

REGGIO CALABRIA Un’indagine che dimostra «l’approccio totalizzante della ‘ndrangheta». Così il procuratore facente funzioni della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, ha definito in conferenza stampa l’operazione “Pratì” che questa mattina ha portato all’arresto di 21 persone (14 in carcere e 7 ai domiciliari) tra Platì, Gerace e Siderno con circa 80 uomini della Polizia impegnati nella Locride. Per alcuni soggetti, che non si trovano in Italia, – è stato spiegato – sono state attivate le procedure per eseguire le misure all’estero. 

L’inchiesta

L’inchiesta – che trae spunto dall’operazione della Dda reggina “Malea” contro le cosche di Mammola – ha permesso di fare luce su collegamenti stabili e privilegiati tra la Locride e il Sud America, attraverso uomini della ‘ndrangheta e soggetti di rilievo del clan del Golfo. Sono tre i gruppi che operavano, «perfettamente integrati tra loro e ognuno dei quali con compiti ben precisi», hanno spiegato gli investigatori. I primi due gruppi erano dediti all’importazione dalla Colombia e dall’Ecuador di ingenti carichi di cocaina nascosta all’interno dei container stipati sulle navi commerciali e, un terzo, specializzato nella coltivazione di piante di canapa indiana e nella commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio della marijuana ricavata. 

LEGGI ANCHE: Il narcotraffico dal Sudamerica fino a Platì e Siderno: cocaina anche nei pacchi di caffè

Il mercato globale della ‘ndrangheta

«Quello che emerge è la disponibilità economica delle famiglie calabresi che si approcciano al mercato Sudamericano», è stato spiegato in conferenza stampa. «Il mercato che gestisce la ‘ndrangheta è un mercato globale», ha affermato il procuratore Lombardo, che parlando delle attività svolte dai primi due gruppi, ha spiegato: «Abbiamo tracce di programmazione delle spedizioni in modo sicuro, una programmazione molto attenta proprio che parte dal rapporto stabile con i narcos sudamericani. Abbiamo tracce della predisposizione di tutti i documenti che servono a gestire il carico e lo scarico della merce e i viaggi in nave, l’individuazione delle navi da utilizzare: tutto questo non avviene per caso. Oggi siamo di fronte all’ulteriore conferma di quello che il ruolo della ‘ndrangheta a livello internazionale, di quale sia l’enorme forza della struttura criminale che in questo territorio ha avuto origine e di quanto sia compenetrata la sua operatività, quella di altri gruppi criminali riferibili ai Paesi produttori a livello mondiale della sostanza stupefacente a più alta redditività che si conosca in questo momento storico: la cocaina che dispone di enormi spazi di mercato».

Dall’importazione alla produzione

Sul terzo gruppo, quello incaricato alla coltivazione, è stata sottolineata la capacità di «realizzare coltivazioni altamente specializzate di canapa indiana, che poi viene stoccata, confezionata, commercializzata e quindi immessa sul mercato». Un’evidenza – ha spiegato Lombardo – che «ci lascia un’ulteriore traccia dell’approccio globale ad un mercato che va oltre la cocaina». «Abbiamo la traccia – aggiunge il procuratore – di un’operatività che si allarga, perché questo lo fanno gli stessi gruppi nello stesso arco temporale. Parlo quindi di approccio “industriale” La programmazione attenta è finalizzata a completare la loro operatività in spazi di mercato che non devono essere lasciati a nessuno. Mentre interagiscono col clan del Golfo, a livello locale, programmano ed seguono altre operazioni che riguardano mercati apparentemente minori».

Le piazze di spaccio: il Centro-Nord Italia e il cuore dell’Europa

Lombardo ha parlato quindi un «approccio totalizzante che la ‘ndrangheta ha sempre avuto»: «Il mercato viene influenzato da tutta una serie di variabili e quindi indipendentemente dalla quantità di stupefacente che la ‘ndragheta riesce a gestire oggi o ha gestito in passato, quello stupefacente viene collocato dalla ‘ndrangheta perché ha la capacità di farlo ovunque nel mondo. Indipendentemente dai flussi in ingresso in Italia e in Europa, dobbiamo considerare la capacità di gestire anche altre rotte e altre destinazioni che prescindono dall’Italia e dall’Europa e che garantiscono alla ‘ndrangheta un ruolo baricentrico anche altrove: oggi non c’è una rotta di narcotraffico che alla ‘ndrangheta sia preclusa».
Produzione, importazione e anche spaccio sulle maggiori piazze italiane ed europee. «Gran parte delle principali piazze di spaccio sono il Centro-Nord Italia e il cuore dell’Europa», ha spiegato ancora Lombardo. Sul punto il procuratore ha sottolineato: «C’è un dato che non va trascurato, la cocaina non rimane in Calabria, ma viene destinata a mercati dove la richiesta è ben più alta. Oggi 300 chili di cocaina valgono sul mercato 30 milioni di euro, tutti soldi che vengono poi reimpiegati».

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