«La bellezza e il turismo non salveranno le aree interne»
Andrea Cerrato, destination manager, offre al Corriere della Calabria un’analisi del fenomeno. «Non serve inventarsi nulla, basta ascoltare»

COSENZA Si parte dal passaggio inserito nel Piano Strategico nazionale delle aree interne coinvolte in un «percorso di cronicizzato declino e invecchiamento» e dalla soluzione (criticatissima) di renderle «socialmente dignitose per chi ancora vi abita». E poi si arriva al paradigma suggerito dall’antropologo calabrese Vito Teti che boccia il documento del Governo destinato a favorire la transizione «da un’organizzazione della dimenticanza, all’organizzazione dei funerali dei paesi».

Il futuro delle aree soggetto ad invecchiamento e spopolamento continua a tenere banco, tra soluzioni irrealizzabili e utopistiche, chiacchiere utili a riempire convegni e paradossi tutti italiani. Andrea Cerrato, destination manager, offre al Corriere della Calabria un’analisi dettagliata del fenomeno. «La scarsa attenzione nei confronti delle aree interne non è da legare tanto alla singola frase», il problema è assai più complesso.
La governance dei territori
Tutti siamo consapevoli delle problematiche delle aree interne, ma in pochissimi suggeriscono soluzioni in grado di mitigare l’emorragia demografica. «Si tenta di creare delle opportunità e di trasformare un territorio rendendolo attrattivo per le imprese, per i giovani, per creare delle infrastrutture. Queste aree non hanno ancora la banda larga. Ci rendiamo conto? Come si fa a parlare di sviluppo economico o di turismo?». Esistono delle eccezioni. «I dati del progetto di Uncem indicano un aumento di 100.000 abitanti in montagna, è il segnale di un trend che si sta invertendo. Qualcosa si sta muovendo». Il tempo è un prezioso alleato. «Quando si crea una destinazione, si pensa di avere risultati in 2-3 anni. È impossibile. Una nuova destinazione turistica si costruisce in 10, 15, 20 anni, e per fortuna aggiungo. Il tempo serve al territorio per imparare a governare questo tipo di processo senza subirlo».
Il turismo da “bar”
In un recente post su Linkedin, Andrea Cerrato si è soffermato sull’importanza dell’ascolto di chi vive e abita i paesi che insistono nelle aree interne. «Siamo diventati analisti di dati, facciamo soltanto studi sul sentiment e dimentichiamo il territorio. Sono tutte tecniche utili e indispensabili per fare turismo, ma in certi luoghi bisogna partire dal basso». Spiegaci meglio. «15 giorni fa ero ad Amandola, nelle Marche. Un’area interna che 10 anni fa è stata colpita dal terremoto, il sindaco mi chiedeva quale fosse l’asset più forte per rilanciare il suo territorio: la chiesa ristrutturata? I Monti Sibillini? L’aria pulita? Niente di tutto questo, ho risposto “l’ospedale”. Vuol dire presidio sul territorio, servizio offerto ad una popolazione che invecchia sempre di più, lavoro, tutela, sicurezza per tutti coloro interessati ad acquistare una casa nell’entroterra e non sulla costa». «Quando si parla di turismo – aggiunge Cerrato – prima rendiamoci conto dei servizi presenti e se non ci sono li creiamo».
Il turismo e la bellezza non salveranno i borghi
Chi pensa che la bellezza o i pacchetti turistici rappresentino la panacea di tutti i mali delle aree interne si sbaglia. «I servizi creano lavoro e offrono un motivo in più per insediarsi e poi – lo dico contro i miei interessi – il turismo non risolve qualsiasi problema. Non conosco realtà dove ha cambiato significativamente il destino di un territorio, ma viceversa in alcuni casi è diventato un problema da gestire». E la bellezza? «Da sola non basta, deve essere accompagnata dal racconto di attività. Oggi, il turista su Google non cerca una destinazione ma l’attività che può e vuole svolgere». L’equazione è semplice. «Se questo tipo di esperienza è collegata e collegabile alla Calabria, mi organizzo per raggiungerla». Arriviamo ad una possibile soluzione. «Torniamo a camminare sul territorio, andiamo nei bar, parliamo con le persone del posto. Non serve inventarsi nulla, basta ascoltare». (f.benincasa@corrierecal.it)
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