Caso Cosenza calcio, interviene anche il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti

COSENZA Cresce l’allarme attorno al silenzio stampa del Cosenza calcio. Dopo le denunce dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, dell’Ussi regionale e del Circolo della Stampa di Cosenza, anche il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è intervenuto ufficialmente sulla vicenda, evidenziando la gravità dell’atteggiamento della società rossoblù nei confronti degli operatori dell’informazione. In una nota diffusa oggi, l’organismo nazionale ha espresso «preoccupazione per il susseguirsi di episodi di restrizioni e mancanza di rispetto per l’attività dei giornalisti sportivi», fenomeno – si legge – che «investe diversi sport e categorie, ma che trova nell’ultima segnalazione proveniente dalla Calabria un caso emblematico». Il riferimento è al comunicato congiunto diffuso nei giorni scorsi da Ordine dei giornalisti della Calabria, Ussi Calabria e Circolo cosentino della stampa, che denunciava «un atteggiamento di chiusura verso gli organi di stampa locali, che offende il lavoro di decine di giornalisti e lede il diritto all’informazione» da parte della società Cosenza calcio.

Silenzio inquietante a ridosso della nuova stagione

La situazione è tanto più anomala perché si verifica proprio alla vigilia dell’inizio della nuova stagione sportiva. Al momento, infatti, il club non ha ancora ufficialmente presentato i volti nuovi: il direttore sportivo Fabio Lupo, il nuovo allenatore Antonio Buscè e, in attesa di conferma ufficiale, il direttore generale Luigi Micheli. Un’assenza di comunicazione istituzionale che ha lasciato perplessi addetti ai lavori e tifosi. Nella giornata di ieri, il raduno della squadra in città – preludio al ritiro precampionato previsto a Lorica da domani – si è svolto nel silenzio più assoluto da parte del club. A complicare ulteriormente il quadro, la conferenza stampa di presentazione del ds Fabio Lupo, inizialmente prevista per le 18:30, è stata annullata senza spiegazioni e rinviata a data da destinarsi. L’intervento del Consiglio nazionale conferma che il caso Cosenza non è considerato isolato, ma sintomo di una deriva più ampia nel rapporto tra mondo dello sport e giornalismo, dove troppo spesso l’accesso all’informazione viene ristretto o condizionato da strategie di comunicazione opache o da logiche che poco hanno a che vedere con la trasparenza. (redazione@corrierecal.it)

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