“Viale Cutro”, il sindaco di Reggio Emilia proporrà la modifica del nome
Marco Massari: «Nessuna offesa verso la città calabrese»

REGGIO EMILIA Il sindaco di Reggio Emilia Marco Massari entro le prossime settimane proporrà alla Giunta e alla commissione Toponomastica una «modifica integrativa» della denominazione di Viale Città di Cutro. E’ il risultato dell’incontro avuto da Massari oggi col Comitato Tecnico Scientifico della Consulta per la Legalità di Reggio Emilia, al quale aveva in precedenza chiesto un parere sulla proposta avanzata dall’ex prefetta e cittadina onoraria di Reggio Emilia Antonella De Miro di modificare la denominazione della via. Al termine del faccia a faccia, in una nota, sindaco e comitato, in una nota esprimo apprezzamento per le considerazioni di De Miro, «che stimolano un rinnovato e forte impegno di tutta la comunità di Reggio Emilia, istituzioni, forze economiche, organizzazioni sociali, cittadini, nel contrasto ad ogni forma di criminalità mafiosa, in particolare ‘ndranghetista». Sulla denominazione della strada in particolare, sindaco e comitato ricordano che è assunta nel 2007 e applicata nel 2009 ma che oggi, dopo Aemilia e i successivi processi alla ‘ndrangheta emiliana, va considerata «un’indicazione orientata a rafforzare il messaggio pubblico di contrasto alla criminalità organizzata e un impegno coerente contro la ‘ndrangheta e le sue continue infiltrazioni nel tessuto economico e sociale reggiano». Detto questo, però qualunque decisione il Comune prenderà, si precisa che «non dovrà essere interpretata come ostile o offensiva nei confronti dei cittadini reggiani di origine calabrese o dei cittadini della città di Cutro. L’iniziativa non intende mettere in discussione il contributo dell’emigrazione calabrese, né tantomeno generalizzare giudizi negativi nei confronti delle persone di qualsiasi origine geografica che vivono, lavorano e partecipano da generazioni alla crescita sociale, economica e culturale di questa terra». Il sindaco Massari evidenzia poi quanto la scelta del nome della via fu presa «per rappresentasse un gesto di amicizia culturale e istituzionale tra la città di Reggio Emilia e la cittadina calabrese da cui provenivano molti migranti. Un gesto scevro da qualsiasi altro significato in chi lo ha compiuto». Negli anni, poi con le interdittive della prefettura e i processi alla ‘ndrangheta «si è compreso come anche un atto di fratellanza come quella intitolazione potesse essere strumentalizzato e utilizzato dall’organizzazione criminale calabrese per sbandierare la propria forza, inducendo presso l’opinione pubblica una associazione tra la città di Cutro e la presenza di cosche mafiose a Reggio Emilia». Massari sottolinea poi come le amministrazioni comunali e provinciali che si sono succedute dal 2009 in avanti si sono sempre impegnate per il contrasto del fenomeno mafioso. Proprio in virtù di questo contesto il comitato «ritiene la riflessione sulla denominazione toponomastica richiesta dalla De Miro utile e necessaria» e «l’intervento correttivo» che sarà a cura di sindaco e Comune «dovrà essere indirizzato, nello spirito e nella finalità, ad aumentare la consapevolezza collettiva del contrasto ad ogni forma di criminalità mafiosa». (redazione@corrierecal.it)
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