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L’INNEGABILITA’ DEI FATTI

Calabria, più cantieri e meno lamentele, please!

I fondi ci sono, le esperienze virtuose pure. Bisognerebbe, forse, passare dalle lamentele ai fatti e riscoprire un’antica vocazione calabrese: quella di essere casa

Pubblicato il: 20/07/2025 – 11:43
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Calabria, più cantieri e meno lamentele, please!

LAMEZIA TERME In cima a colline verdi che guardano il mare, tra viuzze di pietra e mura – che hanno visto assedi, amori, tradimenti e intrighi – molti dei paesini calabresi contano poche decine di abitanti e sono quasi del tutto abbandonati. Eppure in un’epoca di cambiamento degli stili di vita e sostenibilità, di ritorno alla lentezza, di riscoperta delle radici, questi luoghi dall’identità forte, con paesaggi mozzafiato e tradizioni secolari potrebbero reinventarsi, ma servono sindaci coraggiosi con una visione a lunga scadenza e gesti concreti per creare opportunità e ricadute a catena positive.

Ponte tibetano in Umbria

Il caso dei due paesi collegati da un ponte tibetano in Umbria, finanziato con fondi del PNRR e realizzato in soli 18 mesi, è il tentativo riuscito per riportare in vita due comuni destinati all’abbandono. 50.000 gli attraversamenti e circa 120.000 presenze in soli 10 mesi, che hanno stimolato la nascita di numerose attività ed offerte che promettono un’esplorazione lenta e rispettosa del territorio.
Ma in tanti altri casi non c’è stato nemmeno bisogno di inventarsi nulla di nuovo: è bastato semplicemente trasformare case vuote in alloggi, spazi condivisi in botteghe artigiane, scuole dismesse in laboratori culturali. Trasformare l’intero paese (o quasi) in un “borgo ospitale” valorizzando l’esistente.
E gli esempi virtuosi non mancano. Nelle Marche così come in Abruzzo, l’ospitalità diffusa ha salvato intere comunità destinate a scomparire, attirando nomadi digitali, artisti, giovani famiglie, pensionati in cerca di tranquillità. Anche la vicinissima Rotonda, nel cuore del Parco del Pollino, sta dimostrando come si possa ripartire dal territorio, dai prodotti tipici e dalla bellezza dei luoghi – così come a Civita e Badolato – dove iniziative spontanee (in direzione ostinata e contraria allo spopolamento) hanno generato grandi cambiamenti. E non mancano nemmeno le risorse se pensiamo ai 20milioni di Gerace, uno dei 392 comuni italiani, ammesso nel Piano Nazionale Borghi (PNRR) promosso dal Ministero della Cultura «per rivitalizzare i borghi storici italiani, promuovendo il loro sviluppo economico e sociale attraverso interventi di rigenerazione culturale e turistica. L’obiettivo è contrastare lo spopolamento e incentivare una crescita sostenibile di queste aree, valorizzando il loro patrimonio culturale». Sempre più comuni, poi, sperimentano con successo modelli misti di finanziamento, unendo risorse pubbliche (PNRR, fondi UE, bandi ministeriali) con modelli innovativi dal basso (PPP, crowdfunding, cooperative di comunità).
I fondi ci sono, le esperienze virtuose pure. Bisognerebbe, forse, passare dalle lamentele ai fatti e riscoprire un’antica vocazione calabrese: quella di essere casa. Ma una casa in cui si torna, non da cui si scappa. (redazione@corrierecal.it)

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