La scuola in Calabria tra criticità e prospettive. Con un futuro che si prevede complicato
I contenuti dell’ultimo Piano per il Diritto allo Studio della Regione. I numeri della rete scolastica e le difficoltà legate alla dispersione e al calo demografico

LAMEZIA TERME Criticità e prospettive, difficoltà e potenzialità. La scuola in Calabria è un pianeta estremamente complesso, come erge plasticamente dall’ultimo Piano per il Diritto allo Studio approvato in una delle ultime sedute della Giunta regionale. Il documento, relativo all’annualità 2025 e all’anno scolastico 2025/26, rappresenta un punto di riferimento e una “fotografia” dello stato dell’arte. Il Piano, adottato su proposta dell’assessore regionale all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo, prevede uno stanziamento complessivo di 4,5 milioni di euro, destinati – si legge – “agli enti locali, per garantire i servizi essenziali che rendono effettivo il diritto all’istruzione degli studenti calabresi”.
La rete scolastica
La premessa, come in ogni piano che si rispetti, si fonda sui dati. «La rete scolastica della Regione Calabria per l’As 2025/2026 – è scritto nel documento – è composta da 279 autonomie scolastiche di cui 49 nella provincia di Catanzaro, 106 nella provincia di Cosenza, 29 nella provincia di Crotone, 74 nella provincia di Reggio Calabria e 21 nella provincia di Vibo Valentia. Per l’As 2025/2026 la rete scolastica calabrese sarà composta da 165 istituti comprensivi, di cui 66 a Cosenza, 45 a Reggio Calabria, 31 a Catanzaro, 14 a Crotone e 9 a Vibo Valentia; complessivamente gli alunni che frequenteranno gli istituti comprensivi saranno 147.816, pari al 60% della popolazione scolastica della regione; 96 scuole secondarie di secondo grado, di cui 35 a Cosenza, 27 a Reggio Calabria, 16 a Catanzaro, 11 a Crotone e 7 a Vibo Valentia; gli studenti che frequenteranno istituti tecnici, professionali e licei saranno pari a 87.864 (36% della popolazione scolastica della Calabria); 9 istituti omnicomprensivi, di cui 3 a Cosenza, 3 a Crotone e 3 a Vibo Valentia; 6.098 saranno gli alunni e gli studenti che frequenteranno le scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole di primo e secondo grado di tale tipologia di istituzione scolastica; 4 convitti nazionali, presenti in tutte le province ad eccezione di Crotone con una popolazione scolastica che si attesta sui 3.787 alunni; 5 Cpia (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti».

Un futuro incerto
Sul versante demografico il Piano per il Diritto allo Studio della Regione Calabria rileva che «dall’analisi dei dati sulla previsione della popolazione scolastica pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica nella sezione “Previsione della popolazione”, si evince un calo della popolazione che interesserà tutte le fasce di età e tutte le province. A livello regionale nel 2028 è atteso un decremento della fascia 00-19 anni del 5,90% (rispetto al 2025); in particolare, tale fenomeno risulta essere maggiormente rilevante per la fascia 5-9 anni, per la quale si stima una contrazione del 10,18%; variazioni negative si registrano anche per la fascia 0-4 anni (-2,90%), per la fascia 10-14 anni (-5,10) e per la fascia 15-19 anni (-5,20%). È attesa, pertanto, una diminuzione delle coorti di popolazione che frequenteranno la scuola negli anni a venire con conseguenze sia sulla riorganizzazione della rete scolastica che sui servizi da progettare ed erogare da parte delle istituzioni scolastiche». Il fenomeno della dispersione scolastica: nel Piano della Regione si evidenzia che «dall’analisi dei dati pubblicati dall’Invalsi sulla dispersione implicita emerge che in Calabria la quota di studenti e studentesse del primo ciclo di istruzione a rischio di dispersione scolastica è pari al 21,6%, valore inferiore rispetto al dato del Mezzogiorno (22,6%) ma superiore rispetto al valore medio nazionale (12,9%); la quota di studenti e studentesse del secondo ciclo di istruzione a rischio di dispersione si attesta al 9,3%, in linea con il dato meridionale (9,2%) e superiore rispetto al valore italiano (6,6%). Recenti studi nazionali e internazionali hanno evidenziato che diversi sono i fattori che contribuiscono a innescare e alimentare il fenomeno della dispersione scolastica tra cui si segnalano: le caratteristiche psicologiche degli studenti, l’organizzazione della didattica e della scuola, il background formativo della famiglia e le condizioni socio-economiche della famiglia». E quindi – prosegue la Giunta – «gli interventi programmati nell’ambito del presente Piano risultano essere in linea sia con la strategia definita dall’amministrazione regionale con la programmazione comunitaria 2021-2027 e diretta a produrre azioni sempre più mirate in termini di territorio sul quale agire e di destinatari da raggiungere sia con la strategia regionale in tema di istruzione e formazione orientata a realizzare programmi ed interventi integrati per contrastare e prevenire i fenomeni della povertà educativa, della dispersione scolastica in particolare nei territori a rischio di criminalità, devianza e territorialità marginale».
Le strategie
L’obiettivo strategico del Piano per il Diritto allo Studio 2025/26 – si legge poi – è quello di «sostenere le famiglie e i Comuni nell’erogazione di servizi indispensabili per l’accesso scolastico». La leva è il Fondo regionale per il Piano scuola, che sulla base di criteri oggettivi, prevede la seguente articolazione e ripartizione territoriale: 3.154.235,11 euro ai Comuni delle province di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia; 1.345.764,89 euro alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, che provvederà alla redistribuzione ai Comuni del proprio territorio. «Attraverso il Fondo regionale per il Piano scuola, il Piano – prosegue il documento della Giunta regionale – finanzia una serie di servizi chiave erogati dagli enti locali: il trasporto scolastico che comprende contributi per carburante, personale, noleggio mezzi, e acquisto di scuolabus attrezzati, in particolare per alunni con disabilità; il servizio mensa con il sostegno ai Comuni per garantire la refezione scolastica come momento educativo e di inclusione, con particolare attenzione ai bambini della scuola dell’infanzia e primaria; i servizi residenziali attraverso finanziamenti per convitti e semiconvitti destinati ad alunni meritevoli appartenenti a famiglie a basso reddito; l’assistenza specialistica per alunni con disabilità con il supporto all’autonomia e alla comunicazione mediante figure professionali qualificate (educatori, interpreti Lis, mediatori, ecc.); l’istruzione domiciliare e scuola in ospedale per garantire il diritto all’istruzione anche in situazioni di grave fragilità». Il Piano infine «valorizza la co-programmazione tra Comuni, istituzioni scolastiche, ed altri stakeholder che a vario titolo contribuiscono a rendere effettivo il diritto allo studio, individuando priorità e fabbisogni specifici attraverso strumenti come la conferenza di servizi. L’assistenza specialistica per gli alunni con disabilità rappresenta una priorità irrinunciabile. Sarà cura dei Comuni, in raccordo con le scuole, attivare le forme più adeguate di gestione – diretta o indiretta – garantendo personale qualificato e in possesso dei requisiti normativamente previsti». (c. a.)
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