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Condanna Zavettieri, gli avvocati contestano la competenza territoriale

«Non rinuncerò a combattere questa ennesima battaglia di libertà per la tutela del diritto costituzionalmente garantito»

Pubblicato il: 26/07/2025 – 11:32
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Condanna Zavettieri, gli avvocati contestano la competenza territoriale

Riceviamo e pubblichiamo:

«Da fonti ufficiali si apprende che l’on. Saverio Zavettieri – contro il quale aveva sporto querela per diffamazione il dottor Carlo Macrì, già sostituto alla Procura di Locri – è stato destinatario di un decreto penale di condanna emesso non su richiesta della Procura di Locri dal GIP di quello stesso Tribunale ma, invece, dal gip di Cosenza. Con l’assistenza dell’avvocato Gianni Golotta del Foro di Reggio Calabria, l’on. Zavettieri ha già impugnato il decreto penale di condanna, eccependo, in primis, la “competenza territoriale”. Nell’opposizione si sostiene che essendo il dottor Macrì residente in Siderno, comune ricadente nell’ambito territoriale della Procura di Locri, non poteva certo essere il GIP di altro tribunale a pronunciarsi. L’equivoco scaturirebbe sicuramente dal fatto che il libro-intervista dell’on. Zavettieri (“Battaglie di Libertà tra politica, istituzioni e lotte sociali”) è stato pubblicato dalla casa editrice Pellegrini, con sede legale in Cosenza. Nel libro, che sta riscuotendo un ottimo successo, specie in Calabria, l’on. Zavettieri, soffermandosi anche sugli attacchi personalmente a lui diretti e al suo partito, il PSI, formulava giudizi di carattere storico-politico sull’operato della magistratura e dei magistrati fratelli gemelli Carlo e Vincenzo Macrì all’epoca (siamo negli anni 80) “entrambi contigui alle forze politiche di sinistra e al PCI in particolare”. La vicenda ebbe vasta eco anche in Parlamento. Ora, a distanza di tempo, dei due fratelli chiamati in causa è stato il solo Carlo a sentirsi diffamato e a querelare. In attesa degli ulteriori sviluppi della vicenda, l’on. Zavettieri non intende rilasciare dichiarazioni nel merito ma su un punto si dice determinato e intransigente: “Non rinuncerò a combattere questa ennesima battaglia di libertà per la tutela del diritto costituzionalmente garantito dall’art. 21 che opre4sidia il diritto, fondamentale per la democrazia, alla libera manifestazione del pensiero, alla libertà di parola ed a quello di stampa e di ogni altro mezzo di diffusione».

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