Dazi, Prodi in “calabrese”: «Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia»
L’ex premier critica il comportamento dell’Unione Europea di fronte ai dazi Usa»

ROMA «Da una parte c’è da dire che negli ultimi 20 anni la Commissione ha perso potere in modo verticale ma in ogni caso c’è modo e modo di affrontare una trattativa così dura. E per definire il modo sbagliato di affrontarla non userei un termine inglese ma un detto calabrese: “chi pecora si fa, il lupo se lo mangia“». A dirlo è Romano Prodi, commentando in un’intervista con La Stampa la trattativa sui dazi tra Ue e Usa. Per l’ex premier, critico nei confronti delle strategie scelte dalla Ue in risposta ai dazi Usa, «è difficile far politica se si cede al potente fino ad umiliarsi». «Uno degli ultimi atti della Commissione da me presieduta fu la multa di 497,2 milioni di euro ad un’impresa di grande rilevanza come Microsoft per violazione delle leggi europee sulla concorrenza. Gettammo, assieme a Mario Monti, le basi per una dottrina e una prassi antitrust, ma se penso a quanto è accaduto dopo e fino ai giorni nostri dico: quanti passi indietro abbiamo fatto!». Tornando al caso Microsoft, Prodi osserva che «in quella vicenda tenemmo duro, perché mia convinzione era che se non mettevamo un freno agli aspetti patologici della concorrenza, non avremmo avuto una vera concorrenza. Dobbiamo prendere atto che i passi in avanti fatti allora non si sono più ripetuti, tanto è vero che di recente l’Europa non è riuscita ad imporre quel minimo di giusta imposta ai grandi oligopolisti».
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