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l’intervista

Pierdavide Carone al Festival d’Autunno con un omaggio a Dalla. «Il talento non si misura con i numeri»

Il cantautore: «Dopo la Puglia, la mia terra d’origine, la Calabria è la regione dove ho suonato di più»

Pubblicato il: 01/08/2025 – 18:17
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Pierdavide Carone al Festival d’Autunno con un omaggio a Dalla. «Il talento non si misura con i numeri»

SOVERATO La consueta Summer Edition è un antipasto del Festival d’Autunno. Che quest’anno inizierà il suo “viaggio” nell’Arena del Teatro Comunale di Soverato, con Caruso e Altre Storie – Tributo a Lucio Dalla (mercoledì 6 agosto), toccante omaggio di Pierdavide Carone accompagnato dal Coro lirico siciliano e dalla sua orchestra in residence: un concerto che offrirà una delicata e profonda immersione nell’universo artistico del cantautore bolognese. Il cantautore si racconta in una intervista al Corriere della Calabria.

Carone e la Calabria un legame indissolubile

«Dopo la Puglia, la mia terra d’origine, la Calabria è la regione dove ho suonato di più. Negli ultimi anni si è evoluto il concetto stesso di concerto, prima magari era solo legato a feste di piazza o a quelle patronali, negli ultimi tempi mi sta capitando spesso di partecipare ad eventi in Calabria che non sono strettamente legati a feste di paese ma anche a situazioni diverse come il Festival d’Autunno».

Lo spettacolo, un omaggio a Lucio Dalla

«Ci sono delle canzoni che chiaramente sono, almeno dal punto di vista della melodia, impensabili da stravolgere ma ovviamente il coro lirico rende l’arrangiamento di per sé diverso rispetto a quello originale. Lucio proponeva arrangiamenti con la con una band pop rock, mentre noi ci esibiamo in un contesto evidentemente diverso. E in più, aggiungo la mia personalità vocale e anche di interpretazione. Una sintesi tra la fedeltà e l’innovazione».

Quanto è difficile vivere in un mondo, quello musicale, segnato dal successo a tutti i costi e dall’ossessione dei sold out?

«Ho studiato musica classica e mi sono appassionato ai grandi cantautori italiani, non ho mai sofferto di particolari manie di gigantismo. Per quanto riguarda l’impatto sul pubblico, ricordo che Gaber faceva il teatro canzone, non lo stadio canzone o il palazzetto canzone, e questo non gli ha impedito di avere una carriera straordinaria. Se potessi avere anche la metà della fortuna che ha avuto Gaber, la baratterei volentieri con qualunque stadio. Non credo che il talento si debba misurare per forza con i numeri».

La tappa in Calabria, poi in giro per l’Italia. Impegni futuri?

«Completeremo un percorso lungo un intero anno solare: a fine ottobre dello scorso anno, siamo usciti con la prima parte di questo disco incentrato sul coraggio e che ancora non ha un titolo. Alcune canzoni sono uscite parallelamente al disco, altre invece successivamente e legate ad esempio ad esibizioni richieste in contest televisivi dove era prevista la presentazione di un brano inedito.
D’estate, invece, esce sempre qualcosa di nuovo e questo mi sta dando la possibilità di iniziare a far conoscere anche la seconda parte del progetto musicale che uscirà a fine ottobre di quest’anno, quindi, a distanza di un anno dalla prima parte». (redazione@corrierecal.it)

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