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l’intervista

Segre: «La parola genocidio ha molto di vendicativo»

L’intervento della senatrice a vita sulla situazione a Gaza

Pubblicato il: 02/08/2025 – 10:34
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Segre: «La parola genocidio ha molto di vendicativo»

ROMA «Mi sono sempre opposta e continuo a oppormi a un uso del termine genocidio che non ha nulla di analitico, ma ha molto di vendicativo». Lo spiega sulle pagine di Repubblica la senatrice a vita Liliana Segre commentando le parole dello scrittore israeliano David Grossman, che pensa invece che si possa usare il termine genocidio per descrivere ciò che accade a Gaza. Per Segre invece questo termine «è uno scrollarsi di dosso la responsabilità storica dell’Europa, inventando una sorta di contrappasso senza senso, un ribaltare sulle vittime del nazismo le colpe dell’Israele di oggi dipinto come nuovo nazismo», prosegue. Grossman parla di «sentimento di inevitabilità» nell’usare il termine «genocidio» quando si parla della distruzione di Gaza. «È un ammonimento giusto, quando si arriva ad affamare una popolazione, per quanto le responsabilità siano condivise con Hamas, il rischio di arrivare all’indicibile esiste. Ed è veramente straziante per me vedere Israele sprofondato in un simile abominio – prosegue -, con alcuni ministri fanatici che, con gli occhi fuori dalle orbite, gridano propositi di virulenta disumanità, oppure con gruppi di coloni che compiono vergognose azioni squadristiche ai danni di palestinesi inermi in Cisgiordania». Netanyahu e il governo che lo sostiene secondo alcuni portano la responsabilità dell’odioso rigurgito nel mondo di un sentimento antisemita. «Su questo bisogna essere chiari – spiega Segre -. Israele non è né l’erede né il rappresentante degli ebrei europei vittime della Shoah: non deve usare quello scudo per giustificare qualunque suo eccesso, ma non deve neanche essere usato come pretesto per tornare ad odiare il popolo ebraico e perfino le vittime di 80 anni fa». Dopo la Francia, molti altri Paesi nel mondo hanno annunciato di voler riconoscere la Palestina come Stato sovrano. «Anche sullo Stato palestinese sono d’accordo con Grossman, sono sempre stata a favore di “Due popoli, due Stati” – conclude -. Le condizioni indicate dal presidente Macron sono lungimiranti e, se attuate, garantirebbero una convivenza pacifica dei due Stati uno accanto all’altro, non uno al posto dell’altro». (Ansa)

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