Blue tongue, appello di Confagricoltura: aiutare gli allevatori
Casi in forte aumento: i focolai attivi da inizio anno hanno già raggiunto quota 768, di cui oltre 600 concentrati negli ultimi due mesi

ROMA La Blue Tongue, malattia virale che colpisce in particolare gli ovini, è tornata a preoccupare seriamente gli allevatori italiani. Confagricoltura segnala che nei mesi di giugno e luglio si è verificato un incremento improvviso dei focolai, con una diffusione del virus che fa temere per le prossime settimane un vero e proprio picco epidemico.
Secondo un’elaborazione dei dati ufficiali condotta da Confagricoltura, i focolai attivi da inizio anno hanno già raggiunto quota 768, di cui oltre 600 concentrati solo negli ultimi due mesi: 273 a giugno e 362 a luglio. Numeri preoccupanti se confrontati con quelli dello stesso periodo del 2024, quando i focolai erano stati meno di 100.
Ad oggi sono circa 160.000 gli animali coinvolti, per la stragrande maggioranza ovini, con oltre 6.000 capi ammalati e 3.600 decessi. Le regioni più colpite nel 2025 sono quelle del Centro Italia – in particolare Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria – mentre lo scorso anno la maggior parte dei casi si era concentrata in Sardegna e nel Nord Italia.
La diffusione della malattia, così diversa almeno geograficamente rispetto allo scorso anno, richiede un intervento urgente e coordinato delle istituzioni, a tutela del patrimonio zootecnico nazionale e delle imprese colpite.
“Alla luce della situazione – commenta Angela Saba, presidente della FNP Allevamenti Ovicaprini di Confagricoltura – chiediamo alle Istituzioni di mettere in campo misure di coordinamento su tutto il territorio nazionale. A partire da piani di vaccinazione mirati e con copertura di tutti i costi a carico degli allevatori e di tutti sierotipi circolanti. Sarebbe necessario, poi, dar vita immediatamente ad interventi di prevenzione e sostegno per le spese effettuate per l’acquisto e l’utilizzo di repellenti contro gli insetti vettori”.
“Sono senza dubbio da prevedere indennizzi per le perdite dirette e indirette subite dagli allevamenti colpiti, inclusa la mancata produzione e i costi per il ripristino del patrimonio zootecnico”, prosegue Saba.
“Infine, chiediamo l’istituzione di un Fondo nazionale per le malattie animali e vegetali, con una dotazione finanziaria adeguata per intervenire tempestivamente in situazioni di emergenza, come quella attuale e garantire il sostegno agli allevatori su tutto il territorio nazionale”, conclude la presidente della Federazione di prodotto di Confagricoltura.

Nella foto la tabella con i dati sull’andamento dei focolai nei primi sette mesi del 2025