Ponte sullo Stretto, la replica a Tozzi: «Continua a diffondere bugie sugli aspetti sismici»
«Non ha mai contribuito a progettare una grande opera in vita sua»

«Mario Tozzi, che non ha mai contribuito a progettare una grande opera in vita sua, non si arrende e continua a seminare panico e diffondere bugie sugli aspetti sismici della progettazione. E noi ribadiamo: Il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto è completo, approfondito e in regola con tutte le verifiche e certificazioni sismiche». Così sulla pagina “Ponte sullo Stretto di Messina” in risposta all’ultimo intervento del geologo Mario Tozzi in merito alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. «I ricercatori dell’INGV – si legge nella replica – hanno collaborato con il Contraente Generale Eurolink sia nella stesura del progetto definitivo del 2011, sia nel recente aggiornamento, realizzando analisi bibliografiche, rilievi sul campo, prospezioni geosismiche e sondaggi geognostici. Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università “La Sapienza” di Roma, incaricato da Eurolink per ulteriori approfondimenti, ha stipulato un accordo scientifico con l’INGV per aggiornare il quadro geosismotettonico. A sua volta, la società Stretto di Messina ha avviato con INGV una collaborazione tecnico-scientifica per la gestione della rete di monitoraggio geotecnico e lo scambio di dati e informazioni. La definizione e l’approvazione del progetto definitivo hanno seguito un iter articolato e senza precedenti in Italia e all’estero. Oltre a Eurolink (principali partner: Webuild, IHI, Sacyr, Cowi), hanno partecipato: Parsons Transportation Group – Project Management Consultant; Edison Next – monitoraggio ambientale; Expert Panel – organo tecnico di alta sorveglianza con quattro massimi esperti in aerodinamica-aeroelastica, sismica, geotecnica e ambiente; Comitato Scientifico – organo autonomo e indipendente, che ha espresso parere favorevole.
Gli studi condotti confermano che la faglia di Cannitello non è sismogenetica, ossia non può produrre scuotimenti significativi del suolo. Questa conclusione deriva da ricerche sul campo molto più approfondite rispetto alla catalogazione bibliografica ISPRA–ITHACA, che non è unanimemente accettata dalla comunità scientifica e presenta carenze nei dati di profondità. Nei carotaggi effettuati per il progetto definitivo non sono stati trovati segni di dislocazioni recenti nei sedimenti superficiali, come avverrebbe in caso di faglia attiva. Fin dalle prime fasi, la definizione dell’azione sismica è stata oggetto di studi accurati, vista la complessità geotettonica dello Stretto. Le indagini hanno stabilito che le faglie sismogenetiche locali possono generare terremoti con magnitudo massima di 7,1 Richter.
Il ponte è progettato per resistere, con ampio margine di sicurezza, a un evento simile al terremoto del 1908 — classificato come estremamente raro, con un periodo di ritorno stimato tra 1.500 e 2.000 anni. In tale scenario, la struttura resterebbe in campo elastico, senza danni.
Il progetto adotta criteri sismici più severi di quelli previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni 2018 (NTC18)». E ancora: «Il ponte, essendo molto flessibile (periodi di oscillazione fino a 30 secondi), è progettato per i periodi significativi delle sue parti principali: Torri: 2–4 secondi (accelerazioni ≈ 0,4g); Impalcato: ~30 secondi (accelerazioni ≈ 0,002g). Gli spettri di progetto, per un periodo di ritorno di 2000 anni, risultano più cautelativi di quelli NTC18 in tutta la gamma di interesse. Gli studi aggiornati, compreso quello condotto nel 2024 dall’Università Federico II di Napoli, confermano la cautela e l’adeguatezza delle azioni sismiche adottate, inclusa la PGA di 0,58g. Il Ponte sullo Stretto, grazie a criteri progettuali avanzati e a un’analisi sismica estremamente approfondita, è destinato a essere una delle opere ingegneristiche più sicure al mondo sotto il profilo sismico. In confronto, il Golden Gate – realizzato in territorio molto più sismico 100 anni fa con tecnologie molto più vecchie e meno performanti – fu progettato con nemmeno il 5% degli approfondimenti del ponte di Messina. Eppure…».
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