Bovalino, smantellato il Lido Solidale: la denuncia di Adda
La protesta dell’Associazione per la rimozione di uno spazio destinato ai disabili: «Indignati dal silenzio delle istituzioni»

BOVALINO Era uno spazio che avrebbe dovuto garantire accessibilità, inclusione e dignità alle fasce più deboli della comunità. Era il Lido Solidale per persone con disabilità, inaugurato l’anno scorso e adesso, in piena stagione estiva, già smantellato. Una situazione che ha scatenato le proteste di Adda, Associazione difesa diversamente abili, che ha espresso tutto il suo disappunto attraverso una nota: «Come Associazione – scrive il presidente Vito Crea – non possiamo rimanere in silenzio di fronte a quanto sta accadendo. A indignarci non è soltanto la rimozione della struttura, ma il silenzio assordante delle istituzioni, degli enti preposti e dei rappresentanti che solo un anno fa, con grande clamore e visibilità mediatica, partecipavano all’inaugurazione del lido, finanziato dalla Città Metropolitana. Un progetto accolto con entusiasmo, ma abbandonato ai primi segnali di difficoltà. Dopo i danni causati dalle mareggiate dello scorso settembre – sottolinea Crea -, il lido è stato rimontato in maniera approssimativa solo pochi giorni fa, per poi essere nuovamente smantellato nel silenzio generale. Le domande che rivolgiamo pubblicamente – e che resteranno, ne siamo certi, senza risposta – sono semplici: Perché nessuno prende posizione? L’Associazione Auser non ha nulla da dire? La Garante dei Disabili, figura a oggi invisibile, non interviene? Il consigliere delegato ai servizi sociali della Città Metropolitana intende commentare? Bovalino e le persone con disabilità meritano rispetto. Questo ennesimo atto di abbandono verso le fasce deboli – accusa – è solo l’ultimo di una lunga serie. Chi ci segue da anni conosce bene la nostra battaglia quotidiana per l’inclusione, spesso ostacolata da un’amministrazione che ha mostrato più volte una preoccupante indifferenza verso i bisogni reali della comunità. L’incapacità di gestire, mantenere e tutelare un bene pubblico destinato all’inclusione non può più essere giustificata. Se davvero chi governa ha a cuore il futuro del proprio territorio e delle sue persone più fragili – conclude Adda-, faccia un gesto di responsabilità: rassegni le dimissioni.
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