Tridico per sconfiggere Occhiuto deve conquistare molti Cacasenno di sinistra
La complessa sfida da parte di Tridico si gioca sul campo larghissimo dell’astensione calabrese. Deve riportare a ragione quelli dell’anestesia emotiva cui non piace questo presepe progressista

Il professore Pasquale Tridico ha detto sì. Sarà lui lo sfidante della destra nel tentativo di far valere la regola calabrese che ci sia sempre alternanza di schieramento in Calabria (fatta eccezione per la luttuosa anomalia che vide Roberto Occhiuto prendere il posto di Jole Santelli).
La foto di Ferragosto pubblicata dal candidato Tridico sui social insieme ad emigrati piastrellisti di Stoccarda, impiegati del catasto di Cuneo, forestali in pensione è la nuova istantanea di uno schieramento sociale abbastanza inedito in Calabria. Lo slogan “E’ il tempo del coraggio. È il tempo della Calabria, la nostra terra per riportarla a testa alta laddove merita di stare” sembra basico ma è buona casella di partenza del Gioco dell’Oca che deve aprire le porte della Cittadella.
Non ci sono dietrologie sul gran travaglio per accettare la fatica di Sisifo che il ruolo impone. Le ambasce sono state tutte legate a dinamiche familiari di una moglie straniera dirigente della Fao che aveva deciso con marito e figli di mettere radici a Bruxelles. In caso di vittoria sarà trasloco a Catanzaro, se arriverà la sconfitta difficile che Pasquale Tridico diventi il capo dell’opposizione. Sarà un tema della campagna elettorale.
Per gli appassionati di cinema americano sembra di rivedere il film di Roberto Redford “Il candidato” dove un idealista avvocato californiano, Bill McKay, si candida al Senato e, pur avendo poche speranze, riesce a vincere le elezioni contro ogni pronostico. McKay è libero di fare una campagna dicendo esattamente quello che vuole. Sarà così per Pasquale Tridico? Probabilmente sì. Eppure, il Sisifo del campo largo calabrese non deve sconfiggere solo il campo avverso.
La complessa sfida da parte di Tridico si gioca sul campo larghissimo dell’astensione calabrese che non crede più a niente e nessuno e al seggio d’ottobre ha molte riluttanze a recarsi.
Il candidato Tridico deve riportare a ragione quelli dell’anestesia emotiva cui non piace questo presepe progressista. Sono gli scoraggiatori militanti di sinistra animati del pensiero calabrese del “tanto peggio, tanto meglio”. Situazionisti del nuovo millennio che meglio si precipita e “più favorevole sarà per noi la situazione”.
Sono animati in una piccola costellazione felicemente rumorosa che anima rispettabile militanza quotidiana in direzione ostinata e contraria contro destra e sinistra. Nei documenti di sfiducia a Tridico compaiono i ruggiti militanti de La Base di Cosenza, gli indomiti attivisti de Le Lampare del Bassojoniocosentino di Cariati che hanno avuto il merito di coinvolgere Roger Waters dei Pink Floyd e il regista Ken Loach nella lotta per aprire il chiuso ospedale. Si aggiunge a loro il “Colpo” di Paola, Equosud di Reggio Calabria, Agorà di Decollatura, gli identitari del No Ponte Calabria, le femministe di FEM.IN. Cosentine in lotta, il sindacalismo coraggioso dell’Usb calabrese. Tridico saprà trovare le parole d’ordine adatte per un voto utile a sinistra? Per il momento ha già convinto Rifondazione Comunista nazionale e non era impresa scontata. Le dovrà trovare le parole giuste anche per chi voleva ad ogni costo candidato il sindaco di Corigliano- Rossano Flavio Stasi. Ma è proprio il sindaco che ha saputo sconfiggere il centro destra nel suo municipio che dovrebbe spezzare il suo silenzio e dichiarare se converge su Tridico e mette da parte le sue ambizioni personali.
Pasquale Tridico è come il popolare personaggio di Bertoldo che con furbizia popolare di cultura contadina entra nelle stanze del potere locale. Non deve però ignorare le bizze dei Bertoldino che non comprendono neanche il gracchiare della rane o, peggio, quei Cacasenno che sui social evocano complotti e affarismo anche dove non hanno ragione di essere. Non sono pochi i Cacasenno e non si può farne a meno per vincere su uno schieramento granitico e determinato che per aggiungere un pizzico di pepe agita dal suo interno voci di sostituzione “last minute” di Roberto Occhiuto. Ma qui più di Cacasenno si tratta di pugnali amici nell’ombra da tempo sfilati dal fodero. E per tornare al cinema americano, il presidente uscente Occhiuto, tenga ben presente la celebre citazione di Micheal Corleone: «Tieni i tuoi amici vicini, ma i tuoi nemici più vicini». (redazione@corrierecal.it)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato