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L’EDITORIALE

Non è l’inferno né il paradiso. È la Calabria

di Paola Militano*

Pubblicato il: 22/08/2025 – 11:52
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Non è l’inferno né il paradiso. È la Calabria

Perché parlare sempre di Calabria con toni drammatici o salvifici? Perché raccontarla a tutti i costi come una terra spacciata e da salvare? Da chi e da che cosa poi? Questa continua narrazione colpevolistica e consolatoria nei post di intellettuali e professori prestati alla politica – seppure legittima – mortifica quella di chi qui ci vive, lavora, resiste e fatica per contrastare declino economico e demografico (che affliggono le regioni del Sud) e per creare un ambiente in cui possano tornare o affermarsi le migliori, giovani energie calabresi.
La Calabria non ha bisogno di missionari del riscatto né di redenzione. Non è una ferita aperta, ma una terra da prendere sul serio (nei fatti e non nelle intenzioni) con i suoi problemi, le sue risorse e le sue contraddizioni. Una regione assai complessa perché geograficamente confinata all’estremo sud dell’Italia ed ai margini dell’Europa, perché imbrigliata da mille lacci che ne immobilizzano la forza, ma meritevole di rispetto e di una narrazione più onesta perché ricca di energie sane e resilienti, di menti aperte e, soprattutto, di esperienze imprenditoriali virtuose, apprezzate in tutto il mondo. È un pezzo d’Italia che deve affrontare le questioni serie con serietà e superare domani difficilissimi in un contesto globale, incerto ed instabile, come quello attuale. Ed è del tutto evidente che qui la ‘ndrangheta ha le sue radici e, per decenni, si è nutrita di silenzi e complicità, ma contrastarla e combatterla con ogni mezzo, oggi, è una priorità politica di tutto il Paese. Almeno questa volta chi arriva, pontifica e poi puntualmente se ne va, ci risparmi i toni compassionevoli durante questa campagna elettorale. Il racconto retorico della “terra tradita e martoriata” – postato poi da chi si è trasferito altrove – è oltraggioso nei confronti di chi questa terra non l’ha mai lasciata e la vive ogni giorno nonostante tutto con dignità. Chi vuole davvero contribuire perciò lo faccia con umiltà senza presunzione e soprattutto senza retorica perché di questi tempi ed a queste latitudini, il vero atto rivoluzionario è la normalità. Che, a pensarci bene, sarebbe già una notizia. (p.militano@corrierecal.it)

*direttore Corriere della Calabria

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