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verso le regionali

E la Calabria si scopre laboratorio del campo larghissimo

Di Clemente Angotti

Pubblicato il: 24/08/2025 – 16:15
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E la Calabria si scopre laboratorio del campo larghissimo

E la Calabria si scopre laboratorio politico del campo larghissimo. Anche se non mancano gli intoppi.
Il tempo infatti di incamerare il via libera ufficiale alla candidatura a presidente della Regione Calabria del già tecnico area cinquestelle, poi presidente dell’Ips e oggi europarlamentare Pasquale Tridico e già, per la coalizione che mette assieme Pd, M5s e Avs ma anche Psi, Federazione Riformista, Azione, Italia Viva, + Europa, Pri, Mezzogiorno Federato, Rifondazione comunista e Demos, si avverte qualche scricchiolio. A farsi sentire per primo è Carlo Calenda, leader di Azione che si chiama fuori dall’intesa stretta in quel di Lamezia Terme e marca ancora una volta una forte, ulteriore, differenza dall’ex alleato nel fu terzo polo Matteo Renzi che, invece, in coda ad un’intervista concessa solo qualche giorno addietro, al Corriere della Sera e poi in uno scritto sulla sua e-news,si è schierato, senza se e senza ma, a fianco del fronte largo progressista calabrese e non solo. L’ex ministro dello sviluppo economico dei Governi Renzi e Gentiloni, che ha da sempre in uggia i cinquestelle, dal canto suo indossa le vesti del signornò di turno e conferma lapidariamente l’assoluta idiosincrasia verso i seguaci di Conte bocciando, con un laconico ‘Esatto’ in risposta ad una domanda sulle possibili alleanze nelle regioni al voto, l’ipotesi di sostegno del suo partito in Calabria al padre del reddito di cittadinanza. Semaforo rosso che scatta sull’utilizzo del simbolo del partito sulla scheda e stop ai due consiglieri regionali Francesco De Nisi (eletto nel 2021 con Coraggio Italia) e Giuseppe Graziano (all’epoca entrato a Palazzo Campanella in quota Udc) successivamente transitati nel partito per assumere poi a livello regionale la carica di segretario e presidente. Ma i due esponenti non sono dello stesso parere, minimizzano i contrasti e confermano la loro adesione al fronte progressista. Non è tutto: un leggero refolo si avverte anche dalle parti di Avs: nulla che metta in discussione l’accordo e il nome sul quale il consenso è unanime, ma la sensazione è che l’Alleanza Verdi Sinistra, la stessa che dopo avere reclamato un posto in prima fila si è vista bocciare le sue ipotesi di candidatura (Mimmo Lucano e Flavio Stasi), cerchi di alzare la posta per garantirsi, legittimamente dal suo punto di vista, maggiore peso evitando di rimanere schiacciata nel ‘rapporto duale tra Pd e M5s’. A pochi giorni, ormai, dalla presentazione delle liste e in attesa che anche in centrodestra scopra pienamente le sue carte in vista del voto del 5 e 6 di ottobre, insomma, emerge qualche piccolo e aggirabile scoglio sulla rotta del vascello progressista. Cosa succederà adesso? E’ presto per dirlo. De Nisi e Graziano, che hanno partecipato personalmente al tavolo delle forze progressiste nel quale è stata sancita la candidatura del prof di Roma Tre, confermano le loro scelte e pur precisando che non ci sarà il logo di Azione nella scheda elettorale, annunciano presenze di candidati nella lista unitaria della federazione riformista. La presa di posizione dei due ex consiglieri regionali eletti nel 2021 all’interno della coalizione che ha portato al dodicesimo piano della Cittadella Roberto Occhiuto, del resto, non ha lasciato del tutto indifferente il centrodestra, in particolare la componente azzurra. Sia De Nisi che Graziano, nell’ultimo quadriennio, hanno sempre sostenuto la maggioranza pur non avendo mai assunto ruoli di governo. Il feeling si è spezzato solo di recente e malgrado il forte pressing attuato nei loro confronti la frattura non si è ricomposta. E a quanto pare (fermo restando in politica la regola ma mai dire mai), non si ricomporrà.

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