Gente d’elezione, la campagna elettorale si occupa di Corrado Alvaro e San Luca
Ma di libri se ne leggono pochi. Siamo l’ultima regione d’Italia

Scrive Corrado Alvaro: «Quando ero ragazzo conoscevo come si parla agli asini, ai gatti, agli uccelli: ci davamo del tu, e mi davano del tu anche certi fiori con le corolle aperte».
A San Luca, paese del grande scrittore, in questa epoca di postmoderno si registra la difficoltà a parlare alle donne e agli uomini figurarsi agli animali e alle piante. In campagna elettorale però si parla a tutti e considerato che i calabresi vogliono essere parlati i candidati si sono ricordati di San Luca.
San Luca dai commissariamenti municipali per ‘ndrangheta ripetuti e inutili, con i cittadini che evitano di candidarsi per non avere troppi guai, paese da set fotografico di Antimafia da mestiere e che qualche mese fa ha visto persino commissariare la Fondazione intitolata al più celebre scrittore del Novecento per la presenza di singole persone con parenti che hanno cognome di malaffare e conti non in ordine. Una decisione prefettizia come l’emergenzialismo richiede in forme tiranne e abbastanza inutili.
Nel marzo scorso la gran parte della politica non si sporcò le mani con il Commissariamento di una Fondazione culturale che aveva svolto la sua funzione, magari discutibile e discussa, ma certamente non degna di un provvedimento tanto grave e rutilante. Ci si voltò dall’altra parte senza parlare a quelli di San Luca e ai calabresi.
Ci furono poche eccezioni. Il professore Tonino Perna, membro del Cda della Fondazione, fior di pensiero democratico al Manifesto tramite Fabio Cuzzola la disse rotonda protestando: «San Luca in un modo o nell’altro va chiusa! Nessun spazio alla società civile e alla democrazia deve essere accordato».
Voce libertaria a garantista da affiancare all’europarlamentare di Forza Italia, Giusi Princi, anche essa rappresentante della Fondazione su nomina regionale, che a maggio, inattesa, intervenendo a Bova Marina alla presentazione di un libro di Pasquino Crupi (immaginiamo come avrebbe rullato sul tamburo della polemica lo sciasciano professore) strigliò non poco il silenzio degli intellettuali calabresi sullo scioglimento della Fondazione difendendone opera e propositi. Dal resto della politica solo silenzio nella scorsa primavera.
Oggi invece registriamo che Pasquale Tridico l’altro giorno è salito a San Luca, doveva esserci anche Giuseppe Conte poi bloccato da impegni personali, e insieme alle candidate Donatella Di Cesare di Avs e Vittoria Baldino dei Cinque stelle sono andati tutti insieme appassionatamente proprio alla Fondazione Alvaro. E via con post e reel a ricordare che San Luca non può “essere ricordata soltanto come il paese della ‘ndrangheta” auspicando “un ritorno alla normalità”. E nella casa di Alvaro, Pasquale Tridico ha voluto anche lasciare ricordo nel libro degli ospiti della Fondazione scrivendo che «San Luca possa diventare la capitale degli scrittori calabresi, una capitale culturale della Calabria che possa sconfiggere le piaghe antiche del male». Un’idea dello scrittore Gioacchino Criaco originario di Africo che sentitosi parlato e riconosciuto ha scritto sullo status di Facebook: “Mi sembra un buon passo. Dove la politica ha sempre ignorato i problemi veri, c’è un’inversione di tendenza”. Chi non ha dovuto attuare inversione di tendenza è la scrittrice “alvariana” Giusy Staropoli Calafati che dal primo momento ha difeso la Fondazione con veementi prese di posizione e appelli social e che ha deciso di candidarsi in una lista del presidente uscente spiegandola in questo modo: «Roberto Occhiuto mi ha cercato personalmente, per condividere con me una nuova visione della cultura».
Alle urne di San Luca e di Calabria sulla politica culturale regionale secondo Tridico o Staropoli Calafati.
A tanto levar di scudi per la politica culturale calabresi ci si permetta di ricordare un dato. La Calabria è fanalino di coda per indici di lettura dei cittadini sopra i 15 anni e il 90 per cento dei comuni calabresi non ha una libreria. Sono dati di una ricerca dell’Associazione italiana editori che saranno presentati sabato prossimo a Soveria Mannelli in occasione dello “Sciabaca Festival”. Annunciata la presenza di Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico. Sarà utile ascoltare prospettive, programmi dei due candidati su quello che si vuole attuare su questo cruciale aspetto del vivere civile e della formazione.
Perché i calabresi vogliono essere parlati anche dei libri che non leggono. (redazione@corrierecal.it)
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