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L’astensionismo è una galassia

Si chiude un altro capitolo delle tornate elettorali calabresi: tra astensionisti e vecchia politica

Abbiamo avuto la conferma che in Calabria il diritto di voto vale… fino a un certo punto

Pubblicato il: 07/10/2025 – 11:53
di Ennio Stamile
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Si chiude un altro capitolo delle tornate elettorali calabresi: tra astensionisti e vecchia politica

Passata anche questa tornata elettorale, con esito scontato fin dall’inizio, in considerazione della furbata politica delle dimissioni con tanto di ricandidatura, che hanno considerevolmente ristretto i tempi della campagna elettorale, ora possiamo tornare a respirare un clima più sereno. Abbiamo avuto la conferma che in Calabria il diritto di voto vale … fino a un certo punto. Anche questa volta non è stata modificata la legge elettorale per consentire a chi è fuori regione il sacrosanto diritto di votare e soprattutto, ancora una volta, non si sono recati alle urne il 57,2% degli aventi diritto. Mi sono chiesto il perché, nonostante tante richieste, si fa fatica a concedere di votare a chi è fuori regione ma continua ad avere la residenza in Calabria. Chissà, forse il motivo risiede nel fatto che questa categoria di elettori è difficilmente individuabile e quindi “controllabile”. Ci dicono gli studiosi del settore che l’astensionismo volontario è una galassia molto variegata. Tra coloro che si astengono, vanno ricordati innanzitutto “gli apatici”, che non credono che si possa cambiare qualcosa; poi c’è “l’astensionismo da alienazione”, quegli elettori “frustrati” che con la loro non partecipazione in realtà – anche se potrebbe sembrare un paradosso – esprimono una forte istanza di partecipazione. A diversi studiosi del Terzo settore e di attivismo civico ha colpito moltissimo, inoltre, scoprire che vi è anche il cosiddetto “astensionismo degli attivisti”, persone e gruppi sociali che sono fortemente impegnati nella società civile magari in missioni di interesse generale, di contrasto alla povertà economica, alla povertà educativa, alle tematiche ambientali, ma che decidono consapevolmente di non partecipare al voto perché non credono più nella capacità delle Istituzioni di intervenire su tali questioni e prediligono un’altra via di partecipazione che è quella propria dell’attivismo civico e dell’organizzazione autonoma, quindi della sussidiarietà orizzontale. Per non parlare, poi, della “volatilità” degli stessi astensionisti, che magari partecipano solo ad alcune tornate elettorali e non ad altre, perché ritengono che il voto possa incidere sul destino della comunità locale. Prendo il caso del comune di Cetraro: alle comunali di fine maggio hanno votato 5.420 elettori, mentre alle regionali di ieri 3.461 ben 2.000 voti in meno. Insomma, un mondo complesso e variegato che la cosiddetta politica da baraccone non credo proprio abbia il desiderio intercettare. Anzi. Basta e avanza l’elettorato attuale, intercettare gli astensionisti significherebbe rinunciare alla possibilità di cambiare partito come si cambiano le camicie usate; bisognerebbe rinunciare alla possibilità di poter dire tutto e il contrario di tutto a seconda dei ruoli e delle circostanze. Sarebbe decisamente troppo faticoso, in Calabria si dice in gergo e chini mu fa fa, meglio ricorrere agli slogan più in voga del momento. Bisognerebbe, infine, rinunciare al “bipensiero”, ovvero a quella lingua immaginaria utilizzata dai membri del partito del “Grande Fratello” nel romanzo di George Orwell1984. Quella sorta di meccanismo mentale che consente di ritenere veri contemporaneamente un qualsiasi concetto e il suo opposto a seconda della volontà del Partito. Scriveva Orwell che occorre “assumere coscientemente l’incoscienza, e quindi da capo, divenire inconscio dell’azione ipnotica or ora compiuta”. Il romanzo – capolavoro dell’autore britannico – ci aiuta a comprendere attraverso il concetto del bipensiero che la menzogna arriva sempre prima della verità. Ma in Calabria oggi si è scritto un altro capitolo del “romanzo” mai finito delle tornate elettorali che una volta finivano a destra e l’altra a sinistra. Come tutti i romanzi a lieto fine, diciamo buon lavoro nuovo-vecchio Governatore della Calabria Roberto Occhiuto. Insieme ai tanti che si sforzano di servire questa Terra, possiamo solo agurargli buon servizio nella consapevolezza che, come ci ricordava Qualcuno nel Vangelo di domenica scorsa, siamo “servi inutili”.

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