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sospetti su un terzo figlio

Infanticidio a Pellaro, li ha partoriti e poi soffocati

Sara Genovese accusata di aver ucciso i suoi figli appena nati. Indagato il compagno per favoreggiamento. Il gip: «Nessuna incapacità di intendere e volere, scelta lucida e reiterata»

Pubblicato il: 11/10/2025 – 11:55
di Paola Suraci
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Infanticidio a Pellaro, li ha partoriti e poi soffocati

REGGIO CALABRIA È una storia di orrore e silenzi quella che emerge dalle carte dell’inchiesta sul duplice infanticidio di Pellaro, alla periferia sud di Reggio Calabria.
Sara Genovese, 25 anni, è stata arrestata dalla Squadra Mobile con l’accusa di aver ucciso i suoi due neonati, partoriti nel luglio 2024 e ritrovati senza vita nell’armadio della sua stanza dalla madre.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito su disposizione del gip Claudio Treglia, su richiesta del procuratore Giuseppe Borrelli e del pm Chiara Greco.
Centoventisei pagina di ordinanza, molte delle quali con omissis, che ricostruiscono quanto accaduto.
Con l’accusa di favoreggiamento personale, nell’inchiesta è indagato anche Annunziato Nucera, di 31 anni, fidanzato di Sara Genovese. Secondo gli inquirenti, infatti, Nucera avrebbe aiutato la ragazza “ad eludere le investigazioni in corso. In particolare, sentito a sommarie informazioni dal personale della Squadra Mobile, negava di essere a conoscenza che Sara Genovese fosse incinta, mentre invece consapevole di tale circostanza già dal novembre del 2023”. Il gip, però, ha rigettato l’arresto: “Nei confronti di Annunziato Nucera non ci sono gravi indizi di colpevolezza a suo carico”.
Le chat e la prima gravidanza del 2022

Le carte dell’inchiesta

Per i pm Annunziato Nucera, inoltre, avrebbe avuto un ruolo anche nella soppressione di un altro neonato che la ragazza avrebbe partorito nell’agosto 2022 e che non è mai stato ritrovato. Un dato, questo, emerso dall’analisi delle conversazioni e delle chat sul telefonino tra i due giovani. In una di queste, quando “mancava pochissimo” al primo presunto parto, il 7 luglio 2022 Nucera – si legge nelle carte dell’inchiesta – confessa a Sara di aver raccontato tutto al fratello Demetrio, per liberarsi; la ragazza reagisce malissimo e afferma di star avendo un attacco di panico; dopo qualche ora, però, torna sui suoi passi e si scusa per al reazione. Nel prosieguo del dialogo Nucera, al fine di tranquillizzare la ragazza, le dice che avere un figlio sia comunque “la cosa più bella che ci sia’ nonostante il momento non sia il migliore; Sara, però, replica di avere paura.
Ancora il 18 luglio 2022, quando ormai si sta avvicinando il termine della gravidanza, Nucera sollecita Sara a decidere a chi dei familiari dire quanto sta accadendo; Sara, però, si rifiuta di parlarne.
Il ragazzo però non si arrende anche a fine luglio torna sull’argomento, poiché Sara inizia a manifestare del malessere fisico; la sprona a parlare con qualcuno dei suoi familiari; ancora una volta, però, Sara afferma che questo tipo di conversazione le mette ansia e che non vuole parlarne per telefono.

Le titubanze e le domande

Passano i giorni e così il 16 agosto 2022 Annunziato Nucera, “stanco per le titubanze della ragazza, la informa che la sera stessa lo dirà alla propria madre; le fa notare, infatti, che ormai è questione di giorni e partorirà, e dunque non si può attendere ed è necessario parlarne con qualcuno; Sara però si oppone in modo categorico alla decisione del fidanzato. I due si ripromettono di parlarne l’indomani di persona”.
Quando ormai manca poco al parto Nucera avrebbe chiesto alla fidanzata: “Mi spieghi? Che vuoi fare tu? Spiegami. Dimmi quello che vuoi fare, no perché non sappiamo se è oggi, domani, dopodomani, un’altra settimana, altre due settimane. Spiegami, che vuoi fare? Cioè, possiamo stare così secondo te? Dai, per favore, non teniamo tutto nascosto, ogni volta, per che cosa?”. Secondo gli inquirenti, Sara Genovese era “già determinata a risolvere la cosa in altro modo”. “No sei tu quello che non… ha capito quello che ho in testa” è stata la frase dell’indagata. 

Le chat con le amiche

Nell’annotazione relativa all’analisi della copia forense acquisita dalla polizia giudiziaria, – si legge nell’ordinanza – sono riportati numerosi stralci di conversazioni avute da Sara Genovese con le amiche, sia nel luglio 2024 sia in periodi precedenti.
Sebbene tali dialoghi non siano ritenuti essenziali alla ricostruzione dei fatti — e pertanto non vengano trascritti integralmente — gli investigatori evidenziano come la giovane, mentendo spudoratamente, affermasse con disinvoltura di avere il ciclo o di trovarsi in ospedale per la rimozione di polipi, nel tentativo di occultare la gravidanza.

La perizia e la capacità di intendere e volere

La posizione di Sara Genovese resta al momento schiacciante: secondo gli inquirenti, non emergono elementi che possano mettere in dubbio la sua capacità di intendere e di volere.
Durante le indagini, il Pubblico Ministero ha chiesto di svolgere un incidente probatorio proprio su questo punto, richiesta accolta dal gip con la nomina dello psichiatra dott. Nicola Pangallo quale perito.
Sentito all’udienza del 27 maggio 2025, il dott. Pangallo ha spiegato che, per una valutazione medico legale più approfondita, sarebbe stato necessario conoscere l’esatta ricostruzione dei fatti. A suo giudizio, infatti, “sarebbe stato necessario sapere se i bambini erano nati morti o vivi, se era stato tagliato il cordone ombelicale, e se la stessa fosse a conoscenza della gravidanza”; tale ultima circostanza, si legge, “deponeva per la volontarietà del gesto, ma altre circostanze quali il discontrollo degli impulsi rilevati dai test, la struttura fragile di personalità e il vissuto traumatico lasciano anche lo spazio possibile per un’eventuale dissociazione psicotica”.

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Dunque, il perito ha escluso la sussistenza delle più gravi forme di psicopatologia. Ciò trova conferma nel fatto che l’indagata non risulta mai essere stata in cura per patologie psichiatriche, né aver subito TSO o simili, e neppure i familiari hanno riferito di circostanze tali da far sospettare disturbi psichici.
“Non vi sono elementi per dubitare della sua capacità di intendere e di volere” scrive il giudice per le indagini preliminari nelle 126 pagine di ordinanza. Nelle carte, il gip non risparmia durezza: “L’indagata ha posto in essere condotte connotate da particolare efferatezza, giungendo a uccidere i neonati appena partoriti mediante soffocamento.
La stessa non ha esitato a reiterare l’azione omicidiaria nei confronti di entrambi i neonati, non incontrando remore a replicare il detto gesto per una seconda volta, restando evidentemente insensibile alla sofferenza della sua prima vittima.
Peraltro, non si è trattato di un impulso occasionale, atteso che Genovese è rimasta ferma nel proposito di non avere figli nel corso di tutta la gravidanza, per poi giungere a uccidere i neonati invece di sondare strade alternative legali quali l’adozione o il parto in forma anonima, pur non trattandosi di persona priva di scolarizzazione e risultata mediamente abile a ricercare su internet le informazioni di interesse”. (redazione@corrierecal.it)

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