Reggina, un progetto nato per vincere ma già in crisi. È tempo di processi interni

REGGIO CALABRIA Il giorno dopo fa ancora più rumore. Il ko nel derby dello Stretto contro il Messina (il terzo in appena sette giornate) ha lasciato ferite profonde in casa Reggina, tanto sul campo quanto, soprattutto, fuori. A rendere il clima ancora più teso, sono state le durissime dichiarazioni rilasciate nel post partita dal patron Antonino Ballarino.
Non c’è stato spazio per giri di parole. Ballarino ha aperto il suo intervento con delle scuse rivolte ai tifosi, per la prestazione «senza cuore» e per la classifica «ridicola» in cui versa attualmente la squadra. «Quella vista a Messina – ha detto – è stata una squadra ridicola. Invece di assediare l’avversario nel secondo tempo, si limitava a girare attorno all’area. Mi chiedo come pensassero di fare gol».

Un progetto nato per vincere, già in crisi

Il dato più allarmante, in fondo, è quello più visibile: 8 punti in classifica dopo 7 giornate, con già 3 sconfitte all’attivo (contro Messina, Favara e Gelbison), in un campionato – il Girone I della Serie D – che la Reggina aveva l’obbligo di provare a dominare. L’organico, costruito per essere da vertice, fatica invece a tenere il passo delle prime della classe, con il Savoia già lontano cinque punti. Un ritardo pesante, alla luce delle ambizioni estive e della pressione che una piazza come Reggio Calabria inevitabilmente esercita.

Il messaggio (duro) allo spogliatoio

Ballarino ha anche rivelato di essere intervenuto direttamente nello spogliatoio all’intervallo della sfida persa al “Franco Scoglio”. Un intervento netto: ai giocatori è stato detto che, in caso di sconfitta, molti di loro avrebbero dovuto chiedere la rescissione del contratto. Un segnale forte, quasi provocatorio, ma anche sintomatico del livello di frustrazione attuale. «Sto aspettando di capire quali decisioni vorrà prendere la squadra», ha aggiunto, lasciando intendere che le prossime ore saranno decisive per chiarire i destini interni.

Responsabilità condivise, ma Trocini (per ora) resta

Nel suo intervento, Ballarino ha ammesso che anche la società ha colpe nella costruzione dell’organico, ma non ha lasciato scampo ai calciatori. «Nessuno verrà da me a dire che rescinde, ne sono certo. Ma il messaggio era chiaro: la responsabilità è anche loro». Resta invece, almeno per il momento, fuori dal fuoco incrociato il tecnico Brunello Trocini, che ha guidato la squadra fin qui e che, secondo Ballarino, non può essere il facile capro espiatorio di una situazione più complessa: «Esonerarlo ora sarebbe troppo comodo. Darebbe alla squadra una scusa per scaricare la colpa sul mister».
Un’uscita, quest’ultima, che sembra congelare eventuali ribaltoni in panchina. Ma il clima resta teso. E tutto ruota attorno alla risposta dello spogliatoio, che – almeno secondo l’azionista di maggioranza – ha le chiavi per decidere quale direzione intraprendere. «Lo scorso anno – ha ricordato – quando la squadra si è unita, è esplosa. Ora tocca a loro».
In un campionato lunghissimo come la Serie D, nulla è compromesso. Ma per una squadra costruita con ambizioni di immediata promozione e con una tifoseria che non ha mai smesso di sostenere il progetto di rinascita, il tempo degli alibi è già finito. Le parole di Ballarino sono il segnale che, senza una svolta netta – tecnica e mentale – nelle prossime partite, la stagione rischia di precipitare in una crisi irreversibile. E la Reggina, semplicemente, non può permetterselo. (redazione@corrierecal.it)

Foro Reggina 1914

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