‘Ndrangheta e Camorra in affari: la cocaina da Buccinasco al gruppo «propaggine dei Di Lauro»
La Dda di Milano avrebbe documentato la cessione sistematica di diversi chili di “bianca” diretta a Napoli dal gruppo capeggiato da Grillo

LAMEZIA TERME L’egemonia nello smercio della cocaina a Milano e in gran parte della Lombardia. Una posizione tanto dominante da obbligare le altre organizzazioni criminali a “chiedere” delle forniture. Lo hanno scoperto gli inquirenti della Distrettuale antimafia di Milano nella nuova indagine che ha portato all’arresto di 15 soggetti, presunti appartenenti ad una cellula legata ai Barbaro. A farsi avanti sarebbero stati dei gruppi di Napoli interessati all’acquisto della cocaina. Una sorta di “alleanza” di comodo, ovviamente, ad ulteriore conferma degli elementi emersi dall’inchiesta “Hydra” sulla presunta cooperazione tra le tre organizzazioni criminali a Milano – ‘ndrangheta, cosa nostra e camorra – legata soprattutto al narcotraffico e al consolidamento della loro posizioni in Lombardia.
«Una propaggine del clan Di Lauro»
«A a che fare con quello di Dubai E napoletano che è a Dubai quello che è forte la mandava a lui Dice che a Napoli la da a tutti lui». Secondo quanto emerso, a farsi avanti sarebbe stato un primo gruppo napoletano da ricondurre ad un tale Alessandro, verosimilmente già in affari con Raffaele Imperiale che, a quel tempo, era ancora latitante a Dubai, entrato in contatto col gruppo di Giuseppe Grillo (cl. ’74) – finito in carcere e ritenuto a capo dell’organizzazione – attraverso conoscenti di Antonio Caruso (cl. ’90), altro soggetto finito in carcere. E su SkyEcc, con un italiano stentato, è proprio Caruso ad introdurre il soggetto napoletano al resto del gruppo dei calabresi. Nulla però rispetto a quanto fatto con un altro gruppo, questa volta considerato a tutti gli effetti «una propaggine del clan Di Lauro» della camorra, influente nella zona di Secondigliano e Marano di Napoli, alle dipendenze di Giovanni Cortese alias “’o cavallar”, supportato dal suo fiduciario Simone Bartiromo (cl. ’91), alias “Jet”, tra gli arrestati finiti in carcere.
La coca da «Milano in Campania»
Una volta accertati i presunti legami, gli inquirenti della Dda di Milano si sono concentrati sui contatti. Come quelli avviati da Antonio Caruso con gli acquirenti napoletani, oltre ad essersi incaricato di «trasportare personalmente la cocaina da Milano in Campania», provvedendo anche al prelievo e trasporto del denaro quale anticipo o saldo delle forniture. La prima spedizione di cocaina risalirebbe al 26 ottobre del 2020. Si tratta di 5 chili di cocaina che Grillo avrebbe acconsentito di spedire attraverso un corriere noto su SkyEcc come “Virgilio”. La droga sarebbe stata prelevata da un deposito a Buccinasco, centro dell’hinterland milanese, da destinare alla formazione di “Giovanni o’ cavallar”.
«115 / lunedì 300»
Analizzando le chat decriptate di SkyEcc, gli inquirenti individuano in Antonio Santo Perre quale «custode della cocaina» preavvisato da Antonio Caruso in vista della spedizione della cocaina a Napoli che, prima, sarebbe stata consegnata nella mani del corriere “Virgilio” a Trezzano a Trezzano sul Naviglio. «(..) amico servono 5 domattina più 1 (…) Però alle 6 mi devi dare 5». Come riporta il gip nell’ordinanza, all’alba del 27 ottobre la cocaina sarebbe stata consegnata al corriere noto come “Virgilio” che, il giorno 28 ottobre, «ha raggiunto gli acquirenti a Napoli sotto la costante guida di Giuseppe Grillo. «Dal uscita come esci 300 metri e ti fermi Questa yaris ti prende (…) come esci a 500 metri c’è mondo camerette». Un affare, dunque, andato a buon fine che lasciava ben sperare per il futuro. E così, il 30 ottobre, Antonio Caruso, nonostante alcuni dubbi dovuti alla pericolosità dell’operazione, decide di spedire altri 8 chili di cocaina da Buccinasco a Napoli. Ovviamente dopo aver ricevuto il benestare di Giuseppe Grillo. «Se vuoi domani alle 5 parto / vado io gratis / se si deve andare si deve andare» scrive in chat Caruso “Giulio news” a Grillo “Putin”. Come avvenuto qualche giorno prima, Perre avrebbe aiutato Caruso nelle operazioni di carico e così, all’alba del 31 ottobre 2020, dopo aver prelevato la cocaina i due partono alla volta di Napoli. Una volta arrivato ai piedi del Vesuvio e scaricato gli 8 chili di cocaina, il gruppo napoletano aveva richiesto ulteriori 8 chili, hanno versato un acconto di 115mila euro, con la promessa del versamento di altri 300mila euro nei giorni successivi. «115 / lunedì 300» scriva in chat Caruso a Grillo. (g.curcio@corrierecal.it)
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