Corruzione per lavori al Traforo Monte Bianco, no a misure: tra gli indagati un cosentino
Il Riesame ha dichiarato inammissibile l’appello della procura di Aosta

AOSTA Il tribunale del Riesame di Torino ha dichiarato inammissibile l’appello della procura di Aosta contro l’ordinanza del gip che, l’estate scorsa, aveva negato la richiesta di misure cautelari nei confronti di sette indagati in un procedimento su una presunta corruzione per l’affidamento e l’esecuzione dei lavori della galleria di Entrèves, del traforo del Monte Bianco, a Courmayeur (Aosta). Lo scrive Ansa. Le misure cautelari erano state chieste al gip di Aosta nei confronti di: Oreste Pizzetti, ex dipendente della società italiana trafori del Monte Bianco (Sitmb), di 47 anni di Legnano (Milano); gli imprenditori edili Pasquale Liporace, di 54 anni di Courmayeur, Nicola Liporace, di 24 anni di Courmayeur e Rosario Liporace, di 53 anni, di Cosenza; gli amministratori della società Ng Strade srl Antonella Bortone e Bruno Bortone, di 37 e 50 anni entrambi della provincia di Caserta, e Massimiliano Opramolla, di 56 anni di Sesto San Giovanni (Milano).
Il pm aveva successivamente rinunciato a sei posizioni su sette e per la settimana il Riesame ha dichiarato l’appello inammissibile. Le ipotesi di reato, a vario titolo, sono di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, riciclaggio, rivelazione di segreti d’ufficio e reati tributari. Erano state chieste misure cautelari di vario tipo, dai domiciliari alle misure interdittive.
Le indagini sono state svolte dai carabinieri e riguardano anche l’affidamento della manutenzione di una piazzola di sosta per i mezzi pesanti al Traforo del Monte Bianco. La Società italiana per il traforo del Monte Bianco e la presidente, Emily Rini, hanno annunciato che chiederanno di costituirsi parte civile nel procedimento. (redazione@corrierecal.it)