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L’intervista

Ranucci al Corriere della Calabria: «Sono abituato alle cose brutte, non alle cose belle» – VIDEO

Il giornalista di Report a margine dell’evento organizzato a Roma dopo l’attentato sotto casa. «Affetto incredibile»

Pubblicato il: 21/10/2025 – 20:34
di Mariateresa Ripolo
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Ranucci al Corriere della Calabria: «Sono abituato alle cose brutte, non alle cose belle» – VIDEO

ROMA «Dovunque sono andato a presentare il libro ho trovato un affetto grandioso. Certo, per quello che è successo è arrivato un attestato di affetto incredibile, non me lo aspettavo. Io sono abituato alle cose brutte, non alle cose belle». È apparso visibilmente emozionato Sigfrido Ranucci, mentre commenta così, ai microfoni del Corriere della Calabria, la grande partecipazione registrata all’evento organizzato a Roma, dopo l’intimidazione subita. Tanto l’affetto ricevuto nelle scorse ore. Il giornalista e conduttore di Report si è fermato a salutare i suoi sostenitori, e ai nostri microfoni ha confidato: “È emozionante, molto”.

L’evento a Roma

Una piazza piena e un coro unanime: “Viva la stampa libera”, “No al bavaglio”. Neanche la pioggia ferma il caloroso abbraccio riservato a Sigfrido Ranucci nel centro di Roma, in piazza Santi Apostoli, dopo l’attentato sotto casa. Il giornalista d’inchiesta e conduttore di Report nei giorni scorsi è stato bersaglio di un atto intimidatorio su cui adesso indagano i pm dell’Antimafia di Roma. Al vaglio degli investigatori l’esplosione avvenuta  la sera del 16 ottobre sotto casa del noto giornalista a Pomezia con un potente ordigno che ha distrutto le sue due auto parcheggiate all’esterno della villetta. Solo una manciata di minuti prima – come ha raccontato il giornalista nelle ore successive – passava di lì la figlia. Un episodio che fa sussultare: “A rischio la libertà di stampa” è l’allarme che a più riprese ha animato la piazza.
In testa il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, promotore dell’iniziativa, a cui hanno preso parte politici, giornalisti e tantissimi cittadini.

Ranucci: “Se qualcuno pensava di zittire me e la mia squadra ha sbagliato obiettivo”

“Non so chi abbia messo quell’ordigno, seppur rudimentale, sotto la mia casa. So una cosa, che se qualcuno pensava di zittire me e la mia squadra ha sbagliato obiettivo”. Ranucci si è commosso, insieme alla sua squadra sul palco, tra gli applausi, davanti a tanta vicinanza, come già accaduto sotto casa poche ore dopo l’esplosione, dove una folla di persone si era riunita per dimostrargli solidarietà.
“Diffidate dai politici – ha aggiunto durante il suo intervento sul palco – che non rispondono alla stampa, è un senso di disprezzo nei confronti del pubblico, diffidate dai politici che scappano e non si assumono le proprie responsabilità. Questa squadra invece si è assunta sempre le proprie responsabilità, anche a rischio della propria vita”. Ranucci ha parlato di un Paese, l’Italia, “malato”: “Il nostro è un paese talmente malato che possiamo permetterci politici che fanno spiare giornalisti… Abbiamo il record europeo dei giornalisti minacciati, il record dei politici che denunciano i giornalisti. Dobbiamo rafforzare i giornalisti locali. I giornalisti che rappresentano gli anticorpi dei mali che distruggono il paese”.

L’iniziativa

Presenti all’evento, tra gli altri politici, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni, i parlamentari pentastellati ed ex magistrati Roberto Scarpinato e Federico Cafiero de Raho. Tra i giornalisti Marco Travaglio, Andrea Scanzi, Francesco Cancellato, Rula Jebreal, Lirio Abbate, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona. Il giornalista e conduttore di Report, da anni sotto scorta, non è nuovo alle minacce da parte di chi vorrebbe fermare il suo lavoro d’inchiesta, anche se un episodio così grave non si era mai verificato prima. Ranucci negli ultimi quattro anni è stato oggetto di numerose minacce, almeno cinque episodi che il giornalista ha definito “seri” parlando con gli inquirenti: dai proiettili lasciati all’esterno della sua abitazione, alle intimidazioni arrivate dalla criminalità locale legata anche a frange ultras e ad ambienti dell’estrema destra. Adesso sotto la lente degli investigatori ci sono i racconti degli attimi precedenti e successivi all’esplosione, le immagini delle telecamere di videosorveglianza, oltre alle denunce presentate da Ranucci a partire dal 2021 e dopo le minacce ricevute, tantissime e da più parti per pervenute a seguito delle inchieste portate avanti dalla sua trasmissione televisiva in onda su Rai Tre. 
Ma la promessa è quella di andare avanti: il 26 ottobre parte la nuova stagione di Report e Ranucci ha già anticipato: “Parleremo di cosa si nasconde dietro la distruzione di Gaza e l’evacuazione di un popolo dopo averlo massacrato. Torneremo poi, a parlare delle stragi di mafia e del ruolo della destra eversiva”. (m.ripolo@corrierecal.it)

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