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Liste d’attesa e mobilità sanitaria, il monito del ministro e la proposta di Bertolaso: «Un gemellaggio tra le regioni»

Schillaci parla di «premialità» e annuncia «interventi decisi». L’assessore lombardo al welfare cita la sinergia con la Calabria sulla rete del 112

Pubblicato il: 13/11/2025 – 9:48
di Fabio Benincasa
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Liste d’attesa e mobilità sanitaria, il monito del ministro e la proposta di Bertolaso: «Un gemellaggio tra le regioni»

COSENZA In Calabria il 10% rinuncia a curarsi, anche a causa delle lunghe liste d’attesa. Il dato è cristallizzato nel recentissimo report redatto da Istat. L’Istituto rivela come il 9,9% degli italiani nel 2024 abbia deciso di non ricorrere alle prestazioni sanitarie necessarie, un dato in aumento rispetto al 7% dell’anno precedente. A certificarlo è stato il presidente Inps Francesco Maria Chelli che ha spiegato come i motivi principali siano le lunghe liste d’attesa, insieme alla scomodità delle strutture sanitarie e alle difficoltà economiche.

«Maggiore premialità alle regioni virtuose»

Sulle liste d’attesa è intervenuto, a gamba tesa, il ministro della Salute Orazio Schillaci. Ospite di una manifestazione in Campania, ha inviato un chiaro messaggio alle Regioni. «Abbiamo bisogno di una stretta collaborazione della messa in atto da parte delle Regioni di quello che il Governo mette a disposizione. Quello che veramente va superato è questo gap esistente». Fin qui, una puntualizzazione che ribadisce quanto già dichiarato dal ministro, nel recentissimo passato. Quando, il discorso si sposta sulle polemiche riguardanti il riparto tra gli Enti regionali, Schillaci lancia l’affondo: «C’è la volontà di parlare con le Regioni. Credo che ci voglia una maggiore premialità, legata soprattutto
a chi veramente abbatte le liste d’attesa che sono il problema più odioso per i cittadini.
Ci vuole però un accordo tra le Regioni. Se non lo trovano tra di loro, il Governo credo che vorrà e potrà intervenire in maniera decisa».

La collaborazione tra Regioni

Fiducia, miglioramento dei servizi e soprattutto collaborazione tra Regioni. Il monito lanciato dal ministro Schillaci trova sponda nelle dichiarazioni rese, in una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, da Guido Bertolaso. Il medico, oggi assessore al Welfare della Lombardia, suggerisce una soluzione necessaria a ridurre il gap sanitario tra Nord e Sud del Paese. «E’ un problema anche di fiducia. Quello che dobbiamo fare è mettere chi visita al Sud nelle condizioni di avere strutture e colleghi in grado di garantire un intervento nelle stesse condizioni in cui lo effettuerebbe al Nord». Quale la possibile soluzione? «Possiamo sicuramente lavorare su progetti condivisi tra varie Regioni, su gemellaggi tra Irccs con competenze in ambiti specifici e strutture di altre regioni che prevedano la consultazione continua, l’assistenza tecnica, la formazione». Tra gli esempi virtuosi, Bertolaso sottolinea un progetto di intesa avviato in Calabria. «La nostra Areu (Agenzia regionale emergenza-urgenza, ndr) sta collaborando con la Regione Calabria nell’’organizzazione della loro rete del 112» e aggiunge: «in Finanziaria ci sono 20 milioni per un progetto sugli “ospedali di rilievo nazionale e di alta specializzazione”, è un‘occasione». Infine, la chiosa. «Certamente l‘obiettivo è che ciascuno si possa curare vicino a casa propria. E raggiungerlo non è un problema economico ma organizzativo: servono più controllo del fenomeno della mobilita sanitaria, e più collaborazione». (f.benincasa@corrierecal.it)


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