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cura, ascolto e creatività

“Azioni di BenESSERE”: così il Gom trasforma il ricovero dei bambini

Un modello innovativo che unisce sanità, educazione e volontariato per ridurre il trauma dell’ospedalizzazione e sostenere l’equilibrio emotivo dei piccoli pazienti

Pubblicato il: 14/11/2025 – 11:58
di Paola Suraci
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“Azioni di BenESSERE”: così il Gom trasforma il ricovero dei bambini

REGGIO CALABRIA Ci sono giorni, in ospedale, in cui il tempo sembra fermarsi, soprattutto per i più piccoli. Il bip dei macchinari, la luce artificiale che non conosce mattino o sera.
E poi, all’improvviso, succede qualcosa: una voce che racconta una storia, un foglio colorato che prende vita, un bambino che sorride mentre guarda le sue stesse mani. È lì che ricomincia la vita. È quello che accade nella Pediatria del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, dove ha preso forma “Azioni di BenESSERE”, un progetto nato dall’Accordo di collaborazione tra Regione Calabria e Gom.

Il progetto

Un’iniziativa pensata non per aggiungere “attività”, ma per restituire ai piccoli pazienti qualcosa che nessuna terapia farmacologica può offrire: la sensazione di essere ancora sé stessi. Il progetto è stato ideato dalla direzione dell’Uoc di Pediatria, dal dott. Domenico Minasi (oggi in pensione), e portato avanti dalla pediatra Rita Agnello, dirigente f.f. dell’Uoc di Pediatria del Gom e coordinato dalla pedagogista Gabriella Vigoroso, in collaborazione con la psicologa e psicoterapeuta Rita Tutino con il prezioso contributo dell’Associazione ABIO Reggio Calabria che da anni entrano nelle stanze con la delicatezza di chi sa che ogni bambino ha un mondo suo, fragile e prezioso.

E’ un modello innovativo di intervento integrato, fondato sulla sinergia tra sistema sanitario, ambito educativo e terzo settore. Spiega Minasi: «La Regione Calabria ha pubblicato un bando dedicato al quale la nostra Azienda ospedaliera di Reggio Calabria ha partecipato, presentando un progetto dal titolo significativo: “Azione di benEssere”. Un nome che racchiude l’obiettivo principale dell’iniziativa, ovvero mettere in campo tutte le attività necessarie a rendere il ricovero dei bambini il meno traumatico possibile. Ha una durata annuale, quindi di dodici mesi, e prevede interventi mirati per le varie fasce d’età: dai bambini in età prescolare a quelli in età scolare. Un’attenzione speciale sarà inoltre dedicata agli adolescenti, perché il loro ricovero presenta caratteristiche e criticità specifiche, diverse da quelle dei più piccoli, proprio per questo abbiamo anche ideato un questionario sul vissuto dell’ospedalizzazione, che si articola in 29 domande, per indagare le loro paure, il loro dolore, e l’adattamento. Alla fine faremo una restituzione di quanto raccolto, proponendo anche delle soluzioni». Adesso il dottor Minasi è andato in pensione e a reggere l’Unità operativa di Pediatria c’è la f.f. dottoressa Rita Agnello: «Sono felice di portare avanti questo importante progetto che si configura come un percorso pensato per migliorare la capacità dei piccoli pazienti di affrontare lo stress legato all’ospedalizzazione e di promuovere il loro benessere globale. Rendere il reparto di Pediatria più umano è infatti un obiettivo che io mi prefiggo».

Ascoltare, accompagnare, respirare

«Vogliamo che i bambini non si sentano interrotti» racconta la pedagogista Vigoroso.
In ospedale la malattia arriva come uno strappo: si lascia la scuola, la quotidianità, gli amici. E il rischio è quello di sentirsi sospesi, senza terra.
Così, nel reparto di Pediatria, compaiono storie, pennelli, stoffe, libri, piccoli oggetti da costruire e trasformare. «Il progetto prende vita all’interno della ludoteca, – dice Vigoroso – situata nel reparto pediatrico del Gom. Qui il progetto si concretizza attraverso attività laboratoriali e didattiche pensate per favorire il riequilibrio emotivo dei piccoli pazienti, che rappresenta la vera mission dell’iniziativa. Siamo presenti ogni giorno in reparto proprio per offrire attività che coinvolgono attivamente i giovani pazienti: laboratori creativi, momenti di lettura ad alta voce e la realizzazione di piccoli elaborati e oggetti fatti da loro. Attraverso queste proposte cerchiamo di dare concretezza all’obiettivo centrale del progetto: promuovere il benessere e accompagnare i bambini nel ritrovare un equilibrio emotivo durante il loro percorso di cura». «Le attività proposte si basano sull’educazione emozionale, – racconta la pedagogista – la didattica sensoriale e laboratoriale, la narrazione, il gioco, l’espressività corporea e la creatività, strumenti fondamentali per favorire l’autoregolazione emotiva, sviluppare le life skills promosse dall’OMS, potenziare la resilienza e stimolare l’autoefficacia e l’autostima nei bambini. Tra le attività previste lettura di fiabe, scrittura creativa, giochi cooperativi, circle time, laboratori sensoriali e creativi. Ogni proposta è calibrata in base alle esigenze specifiche dei partecipanti, con particolare attenzione alle diverse fasce d’età, dall’infanzia all’adolescenza, e alla condizione di ospedalizzazione». «Accompagnare i bambini nell’elaborare ciò che stanno vivendo è un atto terapeutico. Il benessere emotivo non è un dettaglio: è cura».

Un ospedale che non si limita a guarire, ma cerca di custodire

Per la Pediatria del Gom, sostenuta anche dalla presenza costante dell’Associazione ABIO, attiva già da ben 17 anni, questo progetto rappresenta una scelta chiara: mettere al centro la persona e non solo la malattia. «Noi siamo presenti in modo strutturato – dice Giovanna Curatola, presidente dell’assocazione Abio Reggio Calabria – e svolgiamo il nostro servizio ogni giorno, con turni sia mattutini che pomeridiani. Questo progetto si inserisce perfettamente nello spirito, nel senso e negli obiettivi della nostra missione: creare benessere e promuovere l’umanizzazione dell’ospedale, prendendoci cura della persona nella sua totalità.
Ci occupiamo quindi degli aspetti emotivi, psicologici e dei bisogni primari dei bambini e degli adolescenti. Abbiamo aderito con entusiasmo, offrendo il nostro supporto ai professionisti che portano avanti il progetto e che, quotidianamente, collaborano con i nostri volontari nel reparto di Pediatria. Siamo davvero lieti di questa iniziativa e speriamo che in futuro possano nascere nuove azioni, perché l’attenzione verso i bambini, gli adolescenti e anche verso le loro famiglie è fondamentale. Quando infatti un bambino o un adolescente viene ricoverato, tutto il nucleo familiare ne è coinvolto. Ed è per questo che ci impegniamo a prenderci cura della persona nella sua interiorità, nel suo vissuto e nelle sue emozioni».

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