Uccide il figlio con un colpo di pistola a Lamezia Terme: Francesco Di Cello rinviato a giudizio
Per il 64enne era stata riconosciuta la semi infermità. Atteso a febbraio in Corte d’Assise

LAMEZIA TERME È stato rinviato a giudizio Francesco Di Cello, reo confesso della morte del figlio Bruno Di Cello. Oggi, infatti, davanti al gip del Tribunale di Lamezia Terme (Maria Giulia Agosti) si è tenuta l’udienza preliminare per Di Cello nei confronti del quale era stata accertata la sussistenza di un vizio di mente al momento del fatto, tale da “grandemente scemare la consapevolezza e volontarietà del tragico evento”, riconoscendone la semi infermità.
I difensori – gli avvocati Giuseppe Spinelli e Renzo Andricciola – in udienza hanno sollevato la “questione di costituzionalità”, seguendo le disposizioni delle “Legge Cartabia” che non prevedono la possibilità di accedere al rito abbreviato nel caso di reati puniti con la penna dell’ergastolo. Un questione, però, che il giudice ha rigettato, fissando l’inizio del processo davanti alla Corte d’Assise di Catanzaro dal 3 febbraio prossimo.
Il caso
Francesco Di Cello, di 64 anni, guardia giurata in pensione, lo scorso 2 maggio nel quartiere “Marinella” di Lamezia Terme ha ucciso con un colpo di pistola al volto, al culmine di una lite, il figlio trentenne, Bruno, costituendosi subito dopo alla polizia. Il padre aveva poi ammesso le sue responsabilità, ovvero di aver ucciso il figlio al termine di una lite e al culmine di una tensione familiare cresciuta e alimentata negli anni da continue richieste di denaro che Bruno avrebbe fatto ai familiari, tanto da indurli come già ricordato a una denuncia per estorsione scaturita in una condanna. (Gi.Cu.)
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