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non solo 25 novembre

L’escalation di violenza sulle donne in Calabria: un bollettino di aggressioni e minacce

Schiaffi, insulti, minacce di morte. Spesso presenti i figli minorenni. Episodi che raccontano l’ampiezza di una piaga che si nasconde tra le mura domestiche

Pubblicato il: 25/11/2025 – 6:45
di Mariateresa Ripolo
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L’escalation di violenza sulle donne in Calabria: un bollettino di aggressioni e minacce

Schiaffi, insulti, minacce di morte. I figli minorenni spesso costretti ad assistere alle violenze. In alcuni casi addirittura utilizzati come arma di ricatto. Le attività svolte quotidianamente da Carabinieri e Polizia sui territori calabresi raccontano un’azione di contrasto alla violenza di genere che avviene quotidianamente. Episodi che non sono eccezioni vista la frequenza con la quale accadono. Il fenomeno è di portata nazionale e, probabilmente, sottostimato, se si considera che gli abusi si consumano perlopiù tra le mura domestiche e che non sempre le vittime trovano la forza di denunciare. 

Violenza senza fine

Emblematici alcuni casi di cronaca registrati di recente. Tra gli ultimi proprio due arresti dei carabinieri con l’attivazione del “Codice Rosso”. Una escalation di violenza nella Piana di Gioia Tauro contro donne finite nel mirino dei rispettivi ex partner, e arginata dall’intervento dei Carabinieri.
Da San Ferdinando a Varapodio, dove nonostante il divieto di avvicinamento imposto e in un caso addirittura nonostante braccialetto elettronico, le due donne si sono ritrovate davanti ai propri carnefici. Nel caso di Varapodio, l’uomo si era introdotto nell’abitazione dell’ex compagna e solo la prontezza dei militari ha impedito che il gesto potesse degenerare.
E ancora nella Piana gioiese, a San Ferdinando, si è registrato nelle scorse settimane un episodio di barbarie estrema, dove la violenza è stata usata come arma di ricatto sui minori. I carabinieri sono intervenuti dopo che un cittadino straniero, dopo aver colpito e minacciato con un coltello la compagna minorenne, ha rapito il figlio. L’uomo è stato bloccato mentre trascinava il bambino a piedi nudi sull’asfalto rovente verso il porto.
A Sellia Marina, nel Catanzarese, un 35enne, accecato dalla gelosia, ha aggredito la moglie colpendola con pugni e schiaffi e minacciandola con un forchettone. I carabinieri, allertati dai vicini, hanno scoperto che la donna viveva da anni in un contesto di maltrattamenti pluriennali, sistematicamente consumati in presenza dei figli minori.
A Vibo Valentia, la Polizia ha arrestato un uomo di nazionalità marocchina, indagato per violenza sessuale aggravata, maltrattamenti e estorsione. La storia della vittima è un monito sulla ciclicità dell’abuso: tornata a casa dopo un precedente rifugio, si è ritrovata sommersa da vessazioni quotidiane, rapporti sessuali non consensuali e l’obbligo di consegnare l’intero stipendio al compagno.
Una violenza che spesso dimostra di essere più forte anche dei percorsi rieducativi. Come nel caso di un 47enne che a Cirò Marina, stava scontando una pena in affidamento in prova e si è visto revocare il beneficio tornando dietro le sbarre, dopo che i carabinieri hanno accertato condotte maltrattanti ai danni della compagna.
Una logica del dominio si estende anche alle donne più anziane per mero tornaconto economico. A Strongoli, un 37enne è stato raggiunto da un provvedimento cautelare per maltrattamenti ed estorsione ai danni della madre e della nonna. Le minacce di morte erano la strategia per estorcere denaro per il proprio sostentamento.

L’impegno oltre l’emergenza

Un bollettino giornaliero che racconta l’ampiezza di una piaga che si nasconde tra le mura domestiche.
E parallelamente all’azione repressiva delle Forze dell’Ordine, diventa cruciale l’azione di sensibilizzazione e prevenzione. Dalle Procure alle associazioni antiviolenza, l’obiettivo, per disinnescare la spirale di violenza, è un lavoro capillare che parte dai più giovani. La parola d’ordine, nel caso della violenza di genere, è “consapevolezza”. Un concetto che per attecchire ha bisogno di un lavoro costante, dal 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne, a ogni singolo giorno dell’anno, affinché si sviluppino gli anticorpi necessari per eliminare la radicata cultura della violenza.

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