Finto Caf truffava cittadini stranieri e lo Stato, 25 indagati
A scoprire la frode è stata la Polizia di Bologna

I cittadini stranieri, per lo più provenienti da Marocco, Tunisia, Pakistan, Bangladesh e Sri Lanka, pagavano cifre tra i 3.000 e i 10.000 euro a persona o nucleo familiare per ottenere un nulla osta necessario a svolgere un lavoro stagionale sul territorio italiano. Una volta qui, scoprivano che il datore di lavoro non esisteva o non era consapevole di aver presentato richiesta per farlo lavorare. A scoprire la frode è stata la Polizia di Bologna, smascherando un’organizzazione criminale che avrebbe sfruttato illecitamente alcune criticità del ‘Decreto Flussi‘ (risolte nel 2024), inviando alle Prefetture centinaia di domande fittizie di nulla osta per l’ingresso in Italia, ingannando sia i cittadini stranieri, sia lo Stato. L’operazione, coordinata dalla Procura di Bologna (Pm Tommaso Pierini e Flavio Lazzarini), ha portato all’emissione di 8 misure cautelari, mentre gli indagati sono 25, con accuse vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, alla truffa aggravata e al falso ideologico.
In carcere è finito il presunto capobanda, un 51enne abruzzese. Tra i destinatari delle altre misure (arresti domiciliari o obblighi di firma) ci sono i due figli, una complice bolognese che si fingeva datrice di lavoro e un socio pugliese. Una delle misure, a carico di un cittadino tunisino, non è stata ancora eseguita perché l’uomo si trova all’estero.
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