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Seduta fantasma

Palazzo San Giorgio assiste alla disfatta della sua maggioranza

Il fronte anti-Falcomatà si allarga dentro e fuori dalla coalizione. Il sindaco rischia l’isolamento totale

Pubblicato il: 29/11/2025 – 13:15
di Paola Suraci
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Palazzo San Giorgio assiste alla disfatta della sua maggioranza

REGGIO CALABRIA La seduta del consiglio comunale di Reggio Calabria, convocata dopo giorni di tensioni interne alla maggioranza, si è trasformata nell’ennesima dimostrazione del caos politico che ormai domina Palazzo San Giorgio. La crisi, che qualcuno provava ancora a definire “gestibile”, è esplosa senza più filtri: ciò che resta della coalizione del sindaco Falcomatà appare oggi più come un mosaico frantumato che come una maggioranza di governo.
Non è servita a nulla la riunione interna al Pd alla presenza del senatore Alessandro Alfieri inviato da Roma per mediare tra il sindaco Falcomatà e il Pd locale: la resa dei conti è arrivata ugualmente, fragorosa, nell’Aula “Battaglia”. I consiglieri comunali del Partito Democratico e di Rinascita Comune non si sono presentati, (e in un primo momento neanche i tre consiglieri del gruppo Red poi entrati in Aula), e hanno di fatto certificato il cortocircuito politico tra il sindaco Giuseppe Falcomatà e una parte consistente della sua stessa coalizione.
Un’assenza pesante, che suona come una sfiducia politica non dichiarata ma ormai evidente.

Il clima politico: dal malcontento alla rottura

Il clima era già rovente prima dell’inizio dei lavori. Rinascita Comune ha diffuso una nota durissima, denunciando la totale mancanza di confronto sulla nuova configurazione della giunta e contestando un metodo considerato “solitario e non collegiale”.
È un atto di accusa che va oltre il dissenso: è la fotografia di una maggioranza che non riconosce più la guida del proprio sindaco.


Mettono nero su bianco i consiglieri guidati dal capogruppo Filippo Quartuccio e scrivono: «Soltanto, pochi giorni fa, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, unitamente ai colleghi del Pd, avevamo manifestato il nostro profondo dissenso rispetto al metodo utilizzato dal sindaco Giuseppe Falcomatà nel revocare ed assegnare, improvvisamente, ruoli istituzionali e manageriali all’interno dall’amministrazione.
In quell’occasione avevamo segnalato la rottura del patto di maggioranza che aveva consentito di far uscire Reggio Calabria dalla condizione drammatica in cui era stata ereditata, precisato la natura politica e non personale dell’iniziativa e stigmatizzato le decisioni del sindaco, impulsive e personali, poiché monche dei passaggi politici necessari per essere legittimati. Fissavamo, quale presupposto irrinunciabile, la necessità di allargare la discussione a tutte le forze politiche del centrosinistra, anche a quelle che non sono rappresentate in Consiglio comunale ed in Giunta, affinché potessero fornire il loro contributo in prospettiva futura e consentire all’intera coalizione di centro sinistra di completare il mandato e ripresentarsi all’elettorato unita e forte di un percorso condiviso. Concludevano con la richiesta di una convocazione della maggioranza consiliare per avviare il necessario confronto politico sui temi suindicati.
A fronte delle osservazioni di natura politica sopra elencate, affidate, in Consiglio Comunale, all’intera città, le timide offerte del sindaco durante il confronto promosso al proprio interno dal Pd, palesano una radicale negazione di tutte le nostre considerazioni e proposte. Il rifiuto di allargare il confronto all’intera maggioranza e di valutare in un contesto condiviso la sfida amministrativa ormai prossima, non può essere in alcun modo barattato con la proposta di una irrilevante redistribuzione delle deleghe all’interno dell’attuale squadra di governo o di un allargamento della compagine amministrativa.
Offerta che se, da un lato, rinnega ogni ragione politica, dall’altro, conferma quel quadro che in Consiglio aveva ricevuto un giudizio così negativo da legittimare l’uscita dal Consiglio Comunale e l’assenza a tutte le successive Commissioni Consiliari. La coerenza, davvero minima, con le parole pronunciate, e la considerazione dell’opinione pubblica, alla quale quelle parole sono state affidate, ci confermano nella distanza da questa Giunta, priva ormai di qualunque anima politica e frutto solo di scelte personali, del tutto sganciate da valutazioni di merito. Il Gruppo di Rinascita Comune, pertanto, avvierà immediatamente il confronto con tutte le forze del Centro Sinistra per dar corso ad una verifica, da concludere rapidamente, sulla fase amministrativa e politica in atto».
È un chiaro preludio a una crisi dichiarata, altro che “semplici fraintendimenti”. I sette consiglieri comunali, dunque, che già durante lo scorso Consiglio comunale avevano messo alle strette Falcomatà, adesso sembrerebbero pronti ad aprire formalmente la crisi istituzionale.

Il fronte dell’opposizione affonda il colpo: l’intervento di Angela Marcianò

E mentre la maggioranza implode, anche l’opposizione non perde tempo nel marcare il solco politico. La prima voce a risuonare in Aula è quella della consigliera Angela Marcianò, che affida a un intervento durissimo il suo giudizio sull’intera gestione dell’ultimo decennio.
Il suo attacco, frontale e diretto, non lascia scampo.
«Vivo un momento di profondo imbarazzo. Mi pervade lo stesso disagio – dice Marcianò – che prova la gente operosa e libera di questa città, che ha scelto di restare, nonostante tutto. Qui, nel Palazzo, anche nei titoli di coda, lo spettacolo si conferma penoso. Ed è questa l’unica traccia di coerenza che riconosco all’amministrazione Falcomatà.
La città sta vivendo da troppi anni in una condizione di annebbiamento generato da un impietoso e sterile egocentrismo. Si è giocato ad amministrare come i bambini fanno con le loro playstation, per accreditarsi dei punti in contesti falsati, avulsi da ogni realtà. Un decennio di supponente “autarchia politica” che lascia un’eredità terribile a causa di una credibilità sfilacciata e scomposta.
Ma, quel che è peggio è l’esempio pessimo che resta alle nuove generazioni, di una politica che si nutre di clientele e che, in 11 anni, non ha mai premiato il merito e la competenza, ma solo l’arroganza, la millanteria e l’improvvisazione.
Quindi, il nostro compito è ribaltare queste logiche! Invito tutte le persone perbene di questa nostra Città a non rassegnarsi e a contribuire personalmente a scrivere un’altra grande storia, quella che Reggio merita e che attende da troppo tempo». Un intervento che, in un’aula semivuota e spaccata, assume il tono di un atto d’accusa storico.

La seduta: scontri, sospensioni e futuro delle Circoscrizioni

Nei preliminari si susseguono richiami, repliche e momenti di tensione tra i consiglieri presenti. La questione del decentramento amministrativo, più volte rinviata, riaccende nuovamente il dibattito, mentre dai banchi dell’opposizione arrivano accuse dirette sul “fallimento politico” della maggioranza.
È la plastica conferma di un governo cittadino paralizzato dai suoi stessi contrasti.
Dopo una sospensione, l’Aula riesce a trovare l’unico punto di sintesi dell’intera giornata: viene approvata all’unanimità la proposta di inserire nel prossimo consiglio comunale la discussione sulle Circoscrizioni.

Una parentesi di calma apparente, destinata subito a dissolversi.

La minoranza abbandona l’Aula

Quando si passa ai lavori, la minoranza sceglie di abbandonare l’Aula in segno di protesta, denunciando l’impossibilità di svolgere un confronto serio in quelle condizioni.
È un gesto politico forte, che contribuisce a rendere ancora più evidente l’immagine di un consiglio comunale in frantumi. Durante i preliminari, infatti, i consiglieri di minoranza avevano ribadito di essere pronti a firmare la mozione di sfiducia al sindaco, insieme ai sette consiglieri di maggioranza. L’unico a restare seduto tra i banchi dell’opposizione è Saverio Pazzano (La Strada), che decide di non partecipare all’uscita congiunta.
Il consiglio approva, comunque, l’assestamento di Bilancio e i debiti fuori bilancio.

Uno scenario sempre più incerto

La giornata si conclude senza alcuna chiarezza sul futuro della maggioranza e sul percorso politico che Falcomatà dovrà affrontare nelle prossime ore.
L’inserimento del tema delle Circoscrizioni nel prossimo consiglio sarà un nuovo banco di prova, ma la frattura appare ormai profonda e difficile da sanare.
La crisi, che nelle scorse ore sembrava sul punto di rientrare, oggi si è nuovamente mostrata in tutta la sua evidenza: una maggioranza disorientata, un sindaco isolato, gruppi consiliari ai ferri corti e un clima politico che rende quasi impossibile immaginare una stabilizzazione a breve. (redazione@corrierecal.it)

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