La grande sete di Cosenza: «Cittadini senz’acqua ma sollecitati a pagare un servizio che non c’è»
In molte case del centro scorre per sole 2 ore al mattino. La beffa della minaccia di tagli nella fornitura. E Sorical annuncia interventi milionari sull’Abatemarco di qui a febbraio

COSENZA Acqua solo due ore al giorno la mattina: in molte case del centro città chi non ha cassoni e cisterne deve arrangiarsi. Il problema è sanitario, non solo gestionale. Col paradosso dei solleciti di pagamento da parte di chi minaccia l’interruzione di un servizio che… già non c’è. La crisi di questi giorni è più severa e duratura di quella del 2017, sentenzia Franz Caruso nel corso del Consiglio comunale di ieri, denunciando un «abbattimento della fornitura pari al 45/50%». Alla seduta, protrattasi per oltre 4 ore, erano presenti anche i vertici di Sorical, Arrical e Regione e si è sfiorato l’incidente diplomatico quando il sindaco ha accusato Sorical di non essersi presentata a un incontro tecnico salvo poi correggere il tiro accogliendo le ragioni dei tecnici presenti («Non ci hanno ricevuti»).
Una rete obsolescente che risale alla Cassa per il Mezzogiorno
Lunga e dettagliata, in apertura, la relazione di Giovanni Paolo Marati, direttore generale di Sorical: «I cittadini – ha detto – fanno bene a protestare. Cosenza è il terminale di due acquedotti Bufalo e Abatemarco, e i 38 comuni serviti rappresentano il più grande sistema idrico della Calabria. Si tratta di opere risalenti all’epoca della Cassa per il Mezzogiorno». Marati ha «ripercussioni per diverse ore a valle, in caso di guasto» ma ha elencato anche «investimenti per ridurre i disservizi in caso di interruzione. A settembre – ha aggiunto – non abbiamo registrato alcuna interruzione nella fornitura eppure ci sono stati problemi: la riduzione nelle sorgenti (-35% negli afflussi, ora 21%) era dovuta alla scarsità di piogge ma in generale bisogna incrementare la portata ed eliminare una distribuzione disomogenea».
Un nuovo sistema di bypass
Il dg ha fornito una cifra (580 litri a persona al giorno, fornitura quasi doppia rispetto ai 300 di media) rivendicando gli interventi Sorical su 250 km di rete, con 15 km di tubi vetusti sostituiti, poi si è detto «disponibile ad aprire un tavolo permanente sull’emergenza Cosenza e a mappare le infrastrutture» annunciando che è stato chiesto alla Regione un finanziamento di intervento essenziale alla condotta principale Abatemarco per gennaio febbraio 2026: la sostituzione di tutto il sistema di bypass mai sostituito e infatti oggi non funzionante: quando c’è una perdita su un ramo subentrerà il secondo ramo. «L’Abatemarco è il progetto strategico, tutti i nostri sforzi sono su questo sistema e pensiamo anche alla dotazione idrica da invasi, in caso di emergenza».
Sorical: le colpe dei comuni che non pagano e il “record” di Rende
«Ma Sorical – ha aggiunto Marati a proposito delle morosità e dei ritardi di comuni e privati – è stata in liquidazione anche perché i Comuni non pagavano: Sorical non è una onlus… Gli interventi non effettuati dipendono da quello, anzi sono stati fatti miracoli per i pochi incassi che avevamo. I costi del servizio dovranno essere coperti dalle tariffe, come da legge nazionale: a Rende (dove ora è entrata Sorical con la riscossione diretta, ndr) solo il 35% pagava. In Toscana il livello di incasso è del 95% con la possibilità di investimenti per 100€ l’anno pro capite, in Calabria abbiamo il vantaggio dei tanti appalti pubblici».
Le reti doppie e i grandi serbatoi privati che squilibrano la fornitura
Più volte è stata segnalata l’anomalia di un migliaio di utenze cittadine dotate di serbatoi molto grandi: assorbono molto la portata e la levano al flusso idrico del resto della città: di qui il diktat a controllare le immissioni e tarare gli stacchi, evitando di gestire la rete in modo intermittente, con utenze che prendono subito tutta l’acqua. «Serve una distribuzione equa in tutti i quartieri» è stato ribadito.
L’architetto Claudio Foti (Arrical) conferma che «all’ambito cosentino è stato destinato il grosso delle risorse previste dal Piano di ambito per l’ingegnerizzazione e una conoscenza delle reti per individuare criticità e proporre investimenti: diversi fondi sono per l’Abatemarco, tra i quali gran parte dei 10 milioni totali per gli impianti e 4 per la riduzione degli sprechi. È un’area vasta nella massima attenzione della Regione».
Altre cifre da Giovanni Ioele, ingegnere della Regione Calabria: «Per Cosenza 8.5 milioni e con base d’asta di 6 milioni (1 di servizi e 5 di lavori), interventi dal 2017 al 2023, con ritardo causa Covid, finalizzati alla mappatura della rete, alla misurazione della pressione e alla ricerca delle perdite. Da qui – aggiunge – abbiamo ricavato delle linee guida, ma purtroppo il budget non bastava, ad esempio sostituire le condotte di via Popilia e Torre Alta come si fa per un secchio bucato che viene riparato nella parte bassa». Per l’Abatemarco è stato contrattualizzato un lavoro per 12 milioni di euro: nel bypass 8 idrovalvole da sostituire, ciascuna del diametro di due metri e un costo di 60mila euro l’una, «la sostituzione avverrà a metà gennaio e metà febbraio» annuncia Ioele.
Le cisterne dei mega-condomini che accumulano e scaricano in fogna
Tra le anomalie sono state segnalate poi alcune strade anche con due o tre reti (così la pressione diminuisce) e anche Ioele ha parlato di «squilibrio nelle cisterne di accumulo, di notte siamo arrivati a misurare 140 litri al secondo: bisognerebbe procedere a censimenti dei maggiori condomini che servono utenze di circa 10mila abitanti, ci sono troppi allacci spropositati, una cattiva gestione dei privati che prendono acqua in più e la gettano in fogna a discapito di altri utenti.

Nel dibattito Bianca Rende ha invece lamentato che «i 5 milioni per l’ingegnerizzazione sono solo lavori ancora non consegnati, i dirigenti comunali Modesto e Notte confermano che non esiste allo stato una mappatura della rete. Gli interventi sono incompleti e le perdite non riparate. Il comune attacca Sorical ma il problema è in capo al dipartimento Ambiente della Regione e ad Arrical, soggetto che ha la governance tramite i sindaci e il Piano di ambito. Intanto, dell’ipotesi del Cis idrico non si sa più nulla».
Nel corso della discussione sono intervenuti anche i consiglieri Giuseppe d’Ippolito («580 litri al giorno? Io ho acqua corrente a casa per 47 minuti… ») e Giuseppe Ciacco («Distribuzione arbitraria del Comune tramite manovre manuali? Chi lo dice è in malafede») mentre la consigliera Alessandra Bresciani ha riportato le lamentele di molti cittadini che pure davanti alla carenza di acqua ricevono solleciti di pagamento con annesse minacce di interruzione del servizio (il dg Marati ha specificato che Sorical non riscuote nel capoluogo; mentre a Cosenza il subentro è previsto, da cronoprogramma, nel secondo semestre 2026). Dai banchi della maggioranza, Francesco Alimena (nella foto in alto il suo intervento) ha tuonato: «Sveglia Arrical! Sveglia sindaci! Il Comune di Cosenza ha bisogno di soluzioni serie, attuali e trasparenti. E noi di continuare a pretendere che vengano garantiti i diritti di tutti».
Non è colpa (soltanto) delle perdite
Le perdite influiscono per circa il 15% (sono i dati forniti dal settore Manutenzione di Palazzo dei Bruzi) dunque ci sono altre cause, come esempio è stata riportata la cifra del Merone dove la portata è letteralmente dimezzata (da 150 a 75 litri al secondo). L’assessore Francesco De Cicco ha incalzato i dirigenti e tecnici presenti: «Sorical la fa la manutenzione? Nei serbatoi Merone e Mussano registriamo una diminuzione di decine di litri al secondo, al Timpone 21 litri al secondo invece di 27, l’acqua c’è dalle otto di mattina all’ora di pranzo nella zona sud della città. Non accollate le colpe ai comuni». Poi De Cicco rivendica le manovre per portare l’acqua nelle case. «I 6 milioni di lavori di cui parlate non sono ancora finiti, i ripristini non sono stati fatti». Il sindaco Caruso rilancia: «Quei sei milioni non risolvono assolutamente il problema. Siamo esasperati, ci sono 24 comuni nella nostra stessa situazione ma le responsabilità non sono dei sindaci, né attuali né del passato: è un problema che risale agli anni 80, con Pino Gentile sindaco. È vero – aggiunge – che la rete è un colabrodo, quando dovrete intervenire come Sorical ve ne renderete conto, noi lo facciamo prontamente. Di notte chiudiamo i serbatoi? Sì ma è per farli ricaricare». Alle 20, dopo una breve interruzione, passa la mozione bypartisan che sollecita la Regione a prendere provvedimenti e chiede l’insediamento di un tavolo permanente di crisi e monitoraggio. Non senza una coda polemica tra D’Ippolito e il presidente del Consiglio Giuseppe Mazzuca: l’esponente di FdI lamenta di non aver potuto motivare il voto, «io sono un consigliere comunale e avrei voluto spiegare la mia posizione, ma evidentemente qualcuno deve tornare a casa dalle mogli. Ci sono troppi consiglieri per caso qui…». (euf)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato