Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:15
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

L’EMERGENZA E I DRAMMI

Calabria, si celebra il 118 ma i soccorsi continuano a non arrivare

Il 12 dicembre in Cittadella il trentennale del servizio. Ma in meno di 3 anni sono deceduti 8 pazienti in attesa di un aiuto che non è mai giunto

Pubblicato il: 07/12/2025 – 16:02
di Eugenio Furia
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Calabria, si celebra il 118 ma i soccorsi continuano a non arrivare

COSENZA Otto morti in meno di tre anni – una media di una vittima ogni quattro mesi – e il triste primato nell’arrivo delle ambulanze (Agenas qualche giorno fa ha dato la maglia nera a Vibo Valentia): con questi numeri – che sono storie, nomi e dolori familiari – la Regione si prepara a celebrare i 30 anni del Servizio 118 in Calabria con un grande convegno–cerimonia in programma venerdì 12 dicembre nella Sala Verde della Cittadella di Germaneto.
Nei giorni scorsi, restando alla provincia di Cosenza, si è lavorato alla stipula delle convenzioni triennali con le associazioni di volontariato: in attesa della manifestazione d’interesse dell’Asp si sono succeduti incontri e interlocuzioni tra il commissario Graziano e il numero uno di Azienda Zero, Miserendino. Ma aspettando i tempi della politica si potrebbero mettere in fila i casi più eclatanti, quelli che hanno fatto finire la malasanità calabrese per l’ennesima volta nei notiziari nazionali e che si spera rappresenteranno un capitolo di approfondimento, autocritica ed eventuali contromisure proprio nel corso dell’evento di venerdì prossimo a Catanzaro.

Un soccorso che non arriva

L‘ultimo caso in ordine di tempo si è registrato a Lamezia Terme il 28 novembre 2025, quasi un monito rispetto alle criticità evidenziate il giorno prima dal report Agenas: un uomo di 57 anni, colpito presumibilmente da infarto, è morto tra le braccia del figlio quindicenne mentre erano in attesa dell’ambulanza del 118, che però è arrivata in ritardo e senza medico a bordo – cio che è praticamente una summa della casistica calabrese, territorio dove i mezzi che dovrebbero arrivare in 30 minuti, spesso arrivano dopo 60 o 120 minuti.
Non solo: dove il 70% delle ambulanze viaggia senza medico a bordo e dove molte postazioni di emergenza territoriale non sono più operative: nella provincia di Cosenza, su 36 postazioni solo 4 hanno un medico titolare.
La vicenda che senza dubbio ha fatto accendere i riflettori su un’emergenza nella gestione dell’emergenza risale al 4 gennaio 2025, quando a San Giovanni in Fiore un uomo di 48 anni, padre di due bambine, Serafino Congi, è morto dopo aver atteso per oltre 3 ore un’ambulanza con medico a bordo; l’annus horribilis delle ambulanze negate è continuato il 26 gennaio scorso a Trebisacce, con un 62enne colpito da infarto sul lavoro e morto perché l’elisoccorso è arrivato con 2 ore di ritardo; il 26 luglio a Soverato, dove una bambina di 12 anni, Carlotta La Croce, è morta dopo 2 ore di altrettanto inutile attesa; il 19 agosto a Praia a Mare, dove in attesa dell’ambulanza una paziente in pericolo di vita è stata trasportata dai parenti su un furgone…
La triste conta può farsi risalire, volendo circoscriverla, al 21 febbraio 2023, ancora a Lamezia Terme: dopo il decesso di un uomo – morto stavolta perché l’ambulanza arrivata dopo 30 minuti non aveva un defibrillatore e un medico a bordo – era stata lanciata addirittura una raccolta di fondi per la Croce Rossa, come se il privato dovesse sostituirsi al pubblico nell’espletamento di un servizio che rappresenta un diritto costituzionalmente sancito.
E ancora: il 15 settembre 2023 a Fuscaldo, un uomo di 55 anni è morto dopo oltre 45 minuti di attesa, anche in questo caso con un’ambulanza senza medico; il26 marzo 2024 e per l’ennesima volta Lamezia Terme, un 62enne colpito da infarto è morto perché l’ambulanza è arrivata senza medico e senza defibrillatore; uno dei casi più eclatanti si è registrato poi il 15 settembre 2024 a Corigliano-Rossano, dove un uomo di 63 anni con una grave crisi respiratoria è morto soffocato, perché l’ambulanza è arrivata tardi, senza medico e senza ossigeno.

Niente da festeggiare

«Il 12 dicembre nella sede della Cittadella regionale di Catanzaro sì terrà la celebrazione dei 30 anni del servizio 118 in Calabria. Di quale 118? – si chiedeva giorni fa Saverio Ferrari delegato provinciale Smi (Sindacato Medici Italiani) per l’Asp di Catanzaro –. Del Suem-118? Cioè del Servizio di Urgenza-emergenza medica? Considerando le attuali condizioni di tale servizio non si capisce sinceramente cosa ci sia da “celebrare”. Da circa cinque anni il 118 per come istituito negli anni 90 non c’è più. È oggettivamente alla deriva più totale». Ferrari, che naturalmente è anche medico, lamenta un servizio «inefficiente ed inefficace. Le autorità regionali – incalza – renderanno omaggio al lavoro di chi garantisce assistenza “rapida” e “sicura”? Per assistenza “rapida” cosa si intende? 20 minuti in area extraurbana ed 8 minuti in area urbana? Allora basterebbe consultare i tablet di tutte le Pet del territorio calabrese per rendersi conto che i tempi su menzionati non esistono più e da diverso tempo! Come potrebbe essere “sicura” un’assistenza che arriva, se arriva, spesso e volentieri dopo 40/45/50 minuti ed ormai quasi sempre senza la presenza del medico? Renderci omaggio? In che senso se siamo abbandonati, maltrattati e non considerati da tutte le autorità regionali senza distinzione di carica e di colore politico? Personalmente non parteciperò ed invito tutti i colleghi di lavoro ad astenersi dal partecipare in difesa almeno di un minimo di dignità personale e professionale».

Quelle sterili schermaglie politiche

È naturale che, oltre al fisiologico sfogo di chi questa realtà la vive dall’interno e dall’altra parte della barricata – spesso divenendo il terminale di proteste che andrebbero forse indirizzate a più alti livelli decisionali e non operativi – il tema sia anche nell’agenda politica, più come esercizio della contrapposizione a mezzo stampa che come individuazione di soluzioni. E allora: il Pd ha replicato alle dichiarazioni del dg Miserendino, cui ha fatto seguito la nota della giunta cui ha di nuovo controreplicato il Pd calabrese.
A costo di sembrare qualunquisti non resta che registrare una sterile contrapposizione lessicale tra parti politiche, come se si trattasse di una disputa filosofica basata sui sofismi anziché sui numeri: perché anche stavolta, in attesa di aggiornare quel macabro elenco, mentre la politica litiga la gente muore. (e.furia@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

x

x