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numeri, qualità e velocità

Agenas premia Paola: fratture di femore operate in 48 ore nel 94% dei casi

L’Ortopedia dello spoke Cetraro-Paola supera gli standard nazionali e batte la cronica sfiducia che alimenta la migrazione sanitaria

Pubblicato il: 11/12/2025 – 8:59
di Danilo Monteleone
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Agenas premia Paola: fratture di femore operate in 48 ore nel 94% dei casi

Puntuali, ogni anno, giungono da Agenas i dati contenuti nel  Programma nazionale esiti, nato come sistema di monitoraggio e trasformatosi nel tempo in uno strategico strumento di governance del sistema sanitario nazionale.
Il programma misura e racconta la qualità dell’assistenza sanitaria in Italia e nelle singole regioni fornendo sia ai cittadini che ai decisori politici una fotografia (spesso una radiografia, giusto per rimanere in tema) su quello che possiamo definire lo “stato di salute” della sanità.
Il punto di riferimento è l’entrata in vigore, dieci anni fa, del DM 70/2015, norma che ha introdotto gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi, per la riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera, nel segno della qualità e della sicurezza delle cure.
Nell’edizione 2025 del Programma nazionale esiti la Calabria mostra tutte le sue storiche, e spesso croniche, debolezze ma, allo stesso tempo, registra avanzamenti e conferma quel sistema sanitario all’interno del quale a fronte di ritardi, problemi ed inefficienze è anche possibile cogliere motivi di fiducia. In qualche caso persino di giustificato orgoglio.
Lo scorso anno, con i dati riferiti al 2023, il PEN mise nero su bianco alcune performance di livello, l’edizione 2025 le conferma, anzi le migliora.
«Quelli del 2024 furono risultati eccellenti – ci spiega Massimo Candela, direttore del reparto di Ortopedia e Traumatologia Spoke Cetraro-Paola – e siamo riusciti comunque a migliorarli ulteriormente. Siamo fra i migliori reparti in Italia per gli interventi delle fratture di femore entro 48 ore, più o meno ci ci collochiamo in una media del 93-94%».
Nello specifico Candela tiene a precisare «per questo tipo di intervento Agenas prende in cosndierazione i pazienti  con fratture di femore al di sopra di 65 anni. Qui a Paola, posso dire con orgoglio, l’organizzazione è efficiente e questi ottimi risultati non dipendono certo solo dall’ortopedico che opera ma da un sistema che è performante dal pronto soccorso fino al reparto. Vorrei ricordare che a Paola da giugno abbiamo in pronto soccorso il fast track ortopedico (si tratta di un approccio multidisciplinare teso a ridurre tempi di ricovero, stress operatorio, infezioni, complicanze perioperatorie in generale, ndr) e quando il paziente arriva in reparto tutto viene eseguito nelle 48 ore. Agenas sta peraltro cercando di ridurre questo target a 24 ore perché i pazienti fragili vanno operati prima possibile».
Candela richiama poi altri dati che confermano l’importanza di risposte rapide ed efficaci «la velocità e l’appropriatezza sono decisive, il 40% dei pazienti che hanno una frattura di femore al di sopra di 65 anni  presentano  un rischio morte entro 6 mesi. Per ridurre questo rischio  la tempestività dell’intervento chirurgico è essenziale».
Al direttore del reparto di Ortopedia e Traumatologia Spoke Cetraro-Paola chiediamo poi una valutazione riferita ai numeri degli interventi, la premessa è semplice, se gli interventi sono pochi e forse più facile ottenere risultati lusinghieri in termini organizzativi, altra cosa invece è quando si hanno davanti dati più  consistenti «è vero, la sfida è mantenere i livelli organizzativi e di risposta quando l’attività ha numeri grandi, a Paola per le fratture di femore nel 2024 gli interventi sono stati 292, al di sopra di ciò che viene chiesto da Agenas. Ma va detto anche che abbiamo avuto 180 pazienti operati di protesi d’anca, di ginocchio, riprotesi d’anca e riprotesi di ginocchio. Abbiamo affrontato chirurgia del  ginocchio con ricostruzione legamentosa e artroscopia per lesione meniscali. Sono performance confortanti e devo sottolineare come tutto ciò sia stato possibile anche grazie ai mezzi che la direzione strategica dell’Azienda con il direttore Graziano ci hanno messo a disposizione. Nuovi mezzi ed apparecchiature che ci hanno consentito, ad esempio, di affrontare altre patologie come l’artroscopia delle spalle o le lesioni della cuffia dei rotatori. E’ un complesso di attività che ci ha portato a mantenere la media di 73 interventi mensili a cui aggiungere 60 interventi APA e PAC (gli APA Accorpamenti di Prestazioni Ambulatoriali – – sono composti generalmente da una prestazione principale chirurgica e da un insieme di prestazioni accessorie quali visite ed esami pre- e post- intervento; i PAC – Pacchetti Ambulatoriali Complessi sono pacchetti di prestazioni relative a più branche specialistiche, che includono una visita e un insieme di prestazioni di carattere fondamentalmente diagnostico, ndr). Per intenderci rientra in questa categoria il tunnel carpale. E dunque quanto a produttività complessivamente intesa ci attestiamo attorno ai 4 milioni e 800mila euro solo come ortopedia».
Candela rimarca come i risultati siano frutto del team «il mio è un orgoglio condiviso con tutti coloro i quali prestano qui la loro opera, dall’ausiliario, agli infermieri, ai collaboratori, insomma tutti quelli che ci mettono competenze, passione, dedizione ad un lavoro che ha un significato preciso, soprattutto in una struttura pubblica».  
Il Programma nazionale esiti continua a fotografare per la Calabria l’ormai noto (e costosissimo) fenomeno delle migrazioni sanitarie verso altre regioni «io penso – dice Candela – che abbiamo ormai intrapreso una strada virtuosa, se potenziamo le strutture che fanno determinati interventi quel numero e quei costi diminuiranno. Per quanto ci riguarda, ad esempio, vanno ulteriormente strutturate e potenziate le strutture che si occupano di protesi d’anca o di ginocchio. Diciamolo con franchezza,  il fatto di regolamentare i professionisti che vengono da altre regioni a drenare pazienti dalla Calabria è un passo importante, il paziente calabrese, spinto dalla sfiducia e forse da una non adeguata conoscenza delle realtà sanitarie che ci sono in Calabria,  fa gola – diciamo così – alle altre regioni perché porta risorse a beneficio di quei sistemi sanitari».

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