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L’inchiesta “Samba”

Cocaina dal Brasile, il carico “caduto” e i sospetti a Bovalino su Romeo. Il pentito: «Secondo Pipicella era poco riservato»

I racconti di Castagnotto ai pm della Dda di Torino. «Erano entrambi di Bovalino e in paese giravano molte voci sui carichi»

Pubblicato il: 15/12/2025 – 10:58
di Giorgio Curcio
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Cocaina dal Brasile, il carico “caduto” e i sospetti a Bovalino su Romeo. Il pentito: «Secondo Pipicella era poco riservato»

LAMEZIA TERME «Ricordo che, quando ci siamo sentiti, mi disse che aveva appena ricevuto un mandato di cattura e quindi era latitante (…) quindi mi sono rivolto a De Carne, perché sapevo che Romeo conosceva Patrick (Assisi ndr). De Carne contattò Romeo, il quale a quel punto si tranquillizzò e il lavoro andò avanti». Le dichiarazioni agli inquirenti della Dda di Torino da parte del collaboratore di giustizia Enrico Castagnotto (dopo quelle di cui abbiamo già scritto) si concentrano ad un certo punto su un affare legato all’arrivo di un carico di cocaina dal Brasile in Italia. E cita ancora il presunto narcotrafficante De Carne, ma anche il calabrese Giuseppe Romeo.

Il carico “caduto” dal Brasile

Nello specifico, richiamando il capo di imputazione nell’inchiesta “Samba”, gli indagati sono accusati di aver «procacciato, detenuto e di aver tentato di trasferire dal Brasile all’Italia un quantitativo totale di 110 Kg circa di cocaina occultati nel container MEDU8845558», poi però sequestrato il 2 marzo del 2021 dalle autorità brasiliane nel porto di Paranaguá. «L’accordo – spiega il pentito ai pm – era che mettessimo in quel carico metà soldi ciascuno e cioè metà Romeo e metà io e De Carne. Non ricordo quale fosse la cifra esatta ma la trovate nelle chat. Anticipo, comunque, che quella cifra non l’abbiamo mai pagata perché poi il carico è stato sequestrato in Brasile e Romeo mi disse che non voleva i soldi relativi a quel carico». Ma spiega, «questo carico era nelle borse che erano state caricale in un container di una nave cargo MSC nel porto di Paranaguá. Doveva arrivare a Genova…», racconta ancora Castagnotto.



«Pipicella non si fidava di Romeo, troppe voci a Bovalino»

Il pentito tira in ballo un altro nome, quello di Giovanni Pipicella che, secondo l’accusa, sarebbe stato il «finanziatore e destinatario di perlomeno parte dello stupefacente». Per Castagnotto, invece, «Giovanni non c’entra». E, precisa ancora: «Con riferimento a questo carico, io tenevo al corrente Pipicella che stavo facendo questo lavoro, ma non gli avevo detto che lo stavo facendo con Romeo» perché Pipicella «non voleva lavorare con Romeo perché erano entrambi di Bovalino e in paese giravano molto le voci sui carichi in arrivo organizzati da lui», spiega il collaboratore. «Quindi Pipicella non voleva lavorare con lui perché temeva di finire in qualche indagine vista la poca riservatezza che accompagnava i lavori di Romeo». Il pentito ai pm racconta di aver tenuto costantemente aggiornato Pipicella per un motivo molto semplice: voleva, cioè, dimostrargli di lavorare in modo tale che, se il carico fosse andato a buon fine, «avremmo poi potuto fare altri lavori insieme in seguito, il tutto sempre tenendolo all’oscuro del coinvolgimento di Romeo». E spiega, infine: «Pipicella mi ha sempre detto di non far parte della ‘ndrangheta. Io gli ho creduto ma comunque non era una cosa che mi interessava più di tanto». (g.curcio@corrierecal.it)

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