Il vino che racconta la Calabria: storie, donne ed enoturismo – VIDEO
Maria Rosaria Romano, sommelier e responsabile formazione Ais Calabria, ospite di “Dove cresce la Calabria”, in onda su L’altro Corriere Tv

LAMEZIA TERME Il vino non solo come mero prodotto da scaffale, ma un racconto fatto di volti, territori e storie di chi lo produce. È da questa consapevolezza che nasce l’importanza crescente dell’enoturismo, ormai considerato un fattore di sviluppo per le aziende vitivinicole. Un ambito sul quale stanno investendo sempre più cantine calabresi con l’idea di ridurre la distanza tra produttore e un consumatore sempre più informato e consapevole. A spiegarlo è Maria Rosaria Romano, sommelier e responsabile della formazione di Ais, l’associazione che insegna a riconoscere la qualità e le proprietà del vino, ospite nella nuova puntata di “Dove cresce la Calabria”, il format in onda su L’altro Corriere Tv diretto da Saveria Sesto. Insieme a lei Anna Drago, una pittrice capace di trasformare le parole in colori e imprimerle nei suoi dipinti.
L’Ais in Calabria
Sommelier d’esperienza e responsabile formazione per l’Ais (Associazione italiana sommelier), Maria Rosaria Romano ripercorre la crescita dell’associazione in Calabria, che oggi conta 800 soci e una presenza femminile in crescita. Come dimostra Lady Wine – Let It Wine, la manifestazione dedicata e svoltasi a Rende qualche settimana fa: «Un sogno tenuto per un po’ di tempo nel cassetto che è diventato realtà». Circa 105 donne tra sommelier, enologhe, produttrici insieme per degustare 525 vini della Calabria. «Ogni donna degustava “alla cieca” 25 vini in anonimato, quindi con grande libertà di tempo, di espressione e anche di confronto. Il nostro desiderio era far vedere la presenza delle donne del vino in Calabria». Un numero sempre in crescita: «Nell’Ais parliamo del 40%, ma le donne hanno sempre più un ruolo rilevante anche nelle aziende. Su circa 150 cantine, il 20-30% sono direttamente seguite da donne o occupano un posto importante che può spaziare dalla commercializzazione alla produzione».
Un settore in crescita
Effetto anche della crescita generale che sta investendo il settore in Calabria, una regione che nell’ultimo periodo ha saputo «riscoprire se stessa» in campo enologico. «La nostra – spiega Romano -è una regione fondata prevalentemente sui vitigni, l’importanza del Gaglioppo e del Magliocco è indiscutibile, la zona di Cosenza e del Cirotano sono importanti. Ma stanno venendo fuori nuove zone come il Vibonese con il suo zibibbo, l’area di Lamezia e quella di Reggio dove prevalgono vini dolci, che sono il fiore all’occhiello della Calabria ma spesso sono dimenticati». Un fermento che si traduce anche nella capacità delle cantine di proporre esperienze nuove. «L’enoturismo sta prendendo piede in Calabria perché si sta capendo che con una proposizione diversa si occupano sul mercato spazi molto ricercati, soprattutto da una clientela che cerca il buono e un’esperienza da vivere». Questa – spiega Romano – è la sfida che un’azienda di vini deve compiere: creare un ponte con il consumatore, che deve essere «un consumatore cosciente, che sa scegliere e lo fa per qualità e non per prezzo o etichetta. Un consumatore che conosce è sempre alla ricerca di nuove strade, nuove sensazioni, nuove percezioni e questo non può che far bene al settore perché da nuova linfa».
Aziende più vicine al consumatore
In questo percorso di “ponte” tra consumatore e azienda si inseriscono le iniziative dell’Ais, che spingono le cantine ad avvicinarsi al cliente. «Quando il consumatore lega un prodotto ad una persona e a un territorio gli resta nel cuore e non lo dimenticherà mai. Non cercherà tanto l’etichetta, ma la persona che l’ha prodotta, creando un legame così forte difficile da rompere. I sommelier raccontando il vino custodiscono la memoria storica del territorio». Con questo obiettivo è nata la guida dei sommelier per la Calabria, giunta alla seconda edizione e che raccoglie «circa 60 aziende del vino e anche quelle dell’olio. Abbiamo la traduzione in inglese, il qr code, suggeriamo anche ristoranti della zona». L’Ais, che farà 25 anni il prossimo anno, conta circa 800 soci solo in Calabria: «La guida nazionale dei sommelier viene distribuita in 40 mila copie ai soci di tutte le regioni. Tutte le aziende che ci mandano il vino lo recensiamo con delle degustazioni corali tra giugno e luglio, è un lavoro di gran rilievo per la promozione della Calabria. Sono circa 48 le aziende presenti nella guida cartacea, 62 quelle sull’app».
L’abbinamento con il cibo
Ma la promozione dei vini si fa anche delle sale dei ristoranti, che però per anni hanno “trascurato” i vini calabresi. «Oggi questo sta cambiando e si stanno proponendo sempre più vini calabresi. Ovviamente devono essere proposti con professionalità, diversificando ad esempio con le tipologie. Le aziende stanno sperimentando nuove tecniche produttive a cui prima magari non erano interessate, quindi abbiamo veramente un grande panorama e questo dà la possibilità ai ristoratori di proporre abbinamenti diversi in base ai vini». Abbinare il prodotto al cibo è un discorso che vale anche per l’olio, «l’oro verde calabrese» protagonista nelle puntate precedenti di Dove cresce la Calabria. L’Ais, nella sua guida, mantiene anche una specifica parte sull’olio: «La Calabria è la seconda produttrice in Italia, i numeri sono in crescita così come le iniziative dei frantoi che si stanno aprendo al turismo esperienziale come quello enologico». L’Ais propone, tra gli altri, un corso dedicato all’olio per «far comprendere le possibilità di un olio di abbinarli al cibo. Le stesse tecniche e procedure che usiamo per il vino le trasferiamo all’abbinamento cibo-olio». (redazione@corrierecal.it)
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