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Palazzo Grazioli, la prova generale di Occhiuto

Nessuna candidatura, molte allusioni. Occhiuto parla di diritti, inclusione e numeri che non tornano. Tra ironia democristiana e contatti con M. Berlusconi, FI scopre che la passione è tutt’altro che…

Pubblicato il: 17/12/2025 – 15:59
di Danilo Monteleone e Mariateresa Ripolo
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Palazzo Grazioli, la prova generale di Occhiuto

Il maestro delle parole sussurrate ed officiante per eccellenza della Prima Repubblica, Giulio Andreotti, soleva ripetere che “una smentita è una notizia data due volte”. Un piccolo distillato di sapienza politica e comunicativa che ben si adatta alla mattinata di smentite e di passione vissuta oggi a Palazzo Grazioli a Roma, luogo iconico per Forza Italia e per il berlusconismo, che ha registrato lo “sbarco” (o assalto, dipende a chi lo si chiede) sul palcoscenico nazionale azzurro del presidente Roberto Occhiuto.
L’incontro «In Libertà» non ha deluso le attese ed Occhiuto, ben consapevole del “ruolo” che ha scelto di interpretare, ha assecondato, con democristiano equilibrio, le aspettative.
Al Corriere della Calabria che gli fa notare di non aver mai pronunciato nel suo intervento il nome di Tajani risponde: «Io non ho difficoltà a nominarlo perché nei suoi confronti ho un sentimento di grande riconoscenza come tutti coloro che stanno in Forza Italia perché Tajani ha consentito a Forza Italia di sopravvivere quando nessuno ci avrebbe scommesso. Tajani, insieme a me e ad altri dirigenti, ha assunto l’impegno collettivo, da noi condiviso, di portare Forza Italia al 20%, mi pare che non stia accadendo e non per responsabilità del segretario. Forse c’è la necessità che ciascuno di noi si assuma una qualche responsabilità ulteriore, che dia un contributo di innovazione, di idee, chiamando a partecipare imprenditori che non sono dirigenti di partito ma che possono darci qualche utile suggerimento».
Contributi, analisi, idee provenienti dall’esterno, è il senso che Occhiuto sceglie di dare all’incontro romano: «Ho voluto chiamare imprenditori importanti che ci hanno raccontato la loro esperienza, la loro visione del Paese, auspico che questo stimolo possa costituire non una corrente ma una scossa».
Occhiuto non rinuncia all’ironia e sornione aggiunge: «ha sempre a che fare con l’elettricità ma non è una cosa polverosa come le correnti che resistono solo nel PD, il più masochista dei partiti italiani.
La scossa, a differenza della corrente, a volte può essere un salutare elettrochoc».
Di mestiere Occhiuto supera anche la domanda sulla sua eventuale intenzione di candidarsi al congresso che nel 2027 indicherà la guida di Forza Italia: «Non è all’ordine del giorno – sottolinea Occhiuto – a me piacerebbe vincere sui contenuti, mi piacerebbe essere fra quelli che aprono le discussioni ad esempio sui diritti civili, avendo il coraggio di dire che quelli che vengono in Italia per delinquere vanno mandati via ma anche dire che a noi manca un modello di inclusione per coloro che vogliono lavorare e dare una mano alle nostre imprese prive di manodopera».
Su quest’ultimo aspetto Occhiuto, sul sempre più evidente asse Roma-Catanzaro, aggiunge ed anticipa: «Io sto pensando di farlo per mio conto in Calabria, aprendo – diciamo così – degli uffici dei centri per l’impiego nei Paesi che si affacciano sulla sponda Sud del Mediterraneo. Sono tutte idee che meriterebbero di essere approfondite». Di fronte alla domanda su un passo indietro rispetto al Congresso di Forza Italia su Occhiuto torna il sorriso accennato ed il felpato passo da consumato democristiano: «In un anno e mezzo succedono tante cose». Infine, il tema forse più temuto da chi vede Occhiuto come fumo negli occhi e cioè il contatto, o la linea diretta con la famiglia Berlusconi: «Mi sento e mi vedo spesso con Marina Berlusconi che non c’entra però nulla con questa iniziativa, l’ho informata ma la responsabilità di questo incontro è esclusivamente mia». (redazione@corrierecal.it)

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